Energia da biomasse: è davvero una fonte rinnovabile?
Se è vero che in natura “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, le biomasse come fonte di energia rinnovabile ne sono la perfetta testimonianza.
L’utilizzo di materiale di scarto organico per produrre energia e calore incarna l’idea, propagandata dall’economia circolare, del rifiuto come risorsa e nutrimento.
Si sente ancora poco parlare di questa incredibile fonte di energia rinnovabile, nonostante i vantaggi del suo utilizzo sono parecchi. Eppure si tratta di una delle più virtuose soluzioni che la natura ci mette a disposizione per garantire l’apporto energetico a tutti i paesi, senza attingere dalle fonti fossili e causare ulteriore inquinamento.
Soprattutto, permette di eliminare ogni sorta di rifiuto organico e risparmiare in termini di risorse e smaltimento.
Ma cosa sono le biomasse e in che modo sono in grado di produrre energia sostenibile? Possono davvero essere considerate una fonte di energia rinnovabile e a basso impatto ambientale?
Scopriamo come i rifiuti e gli scarti organici possono diventare virtuosi e indispensabili per la produzione di energia circolare.
Cosa sono le biomasse?
Ogni volta che sbucci delle verdure per preparare qualche ricetta, oppure butti via rami, foglie secche e radici morte delle tue piante, hai a che fare con le biomasse.
Sembra incredibile, ma persino tutto il contenuto “umido” della tua pattumiera contiene delle risorse potenzialmente utili alla produzione di energia.
Possono essere definite biomasse, quindi, tutte quelle sostanze organiche provenienti da organismi naturali.
Il legno, sia reperibile in boschi e foreste, sia proveniente da scarti di lavorazione industriale, è una delle biomasse maggiormente impiegata per la produzione di energia rinnovabile. Ne è un esempio evidente il pellet, materiale da combustione nelle stufe che ha sostituito il carbone.
Possono essere impiegati per produrre energia rinnovabile biomasse legnose, erbacee, scarti di frutta, verdura e dell’industria alimentare e addirittura le feci degli animali.
Le attività agricole, ad esempio, rientrano tra i principali “fornitori” di questa importantissima risorsa a costo zero. Non solo per quel che riguarda gli scarti dei prodotti agricoli come verdure, frutta e altri vegetali, ma anche per i liquami prodotti dall’attività di allevamento del bestiame.
Per i settori agricoli e alimentari, infatti, la produzione di biomassa è qualcosa di inevitabile nella la catena di produzione, che termina appunto con scarti di natura organica.
Ciò che distingue le biomasse dalle fonti di energia non rinnovabile, anch’esse provenienti da organismi vegetali, è la loro capacità di riprodursi più rapidamente. Rispetto al carbone e al petrolio, che richiedono migliaia di anni per fossilizzarsi, le biomasse risultano nuovamente disponibili in tempi brevi perché più breve è il loro ciclo di riproduzione.
Basta dare uno sguardo alla natura per rendersene conto: piante, fiori, alberi, organismi vegetali, ortaggi e frutti crescono ogni giorno spontaneamente.
Se ciò non bastasse, è utile sapere che la produzione di biomassa può essere regolata di conseguenza al fabbisogno energetico. In alcuni casi, infatti, vengono previste coltivazioni di materiale organico destinate esclusivamente a tale scopo.
L’impatto ambientale delle biomasse come fonte di energia rinnovabile
A differenza delle altre fonti di energia rinnovabile, le biomasse non sono risorse a impatto ambientale nullo o carbon free.
Mentre l’energia solare, geotermica o quella eolica quando producono energia non rilasciano alcuna emissione di Co2, la biomassa per produrre energia deve essere sottoposta a processo di combustione. Ed esattamente come avviene con il carbone e le altre fonti di natura fossile, questa sprigiona anidride carbonica nell’aria.
Nonostante ciò, però, lo sfruttamento di queste risorse non contribuisce all’inquinamento e al riscaldamento globale perché la quantità di Co2 rilasciata corrisponde alla stessa quantità che gli organismi vegetali avevano precedentemente assorbito con la fotosintesi clorofilliana.
In quest’ottica, quindi, le biomasse sono da considerare una fonte di energia rinnovabile a impatto carbon neutral.
È il caso di sottolineare che queste possono tornare utili non solo per la produzione di energia elettrica e termica, ma anche per ottenere altri prodotti. I carburanti green come il biodiesel, ad esempio, oppure dei composti privi di componenti chimiche, come i fertilizzanti naturali.
Tutto dipende, infatti, dalla modalità di lavorazione della risorsa e della conseguente procedura di trasformazione.
Per ottenere energia elettrica e calore, ad esempio, è necessario che le biomasse vengano sottoposte a processo di combustione in appositi impianti a turbina.
Per la produzione di carburanti, invece, il materiale organico subisce processi chimici come quello di spremitura o fermentazione.
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Vantaggi e svantaggi delle biomasse
Sfruttare le biomasse per la produzione di energia è vantaggioso sotto diversi punti di vista, ma vi sono ancora alcune limitazioni che impediscono a questa importante risorsa di sostituirsi ai combustibili fossili.
Scopriamo allora quali sono i pro e i contro dell’utilizzo delle biomasse per generare calore ed elettricità.
Biomasse energia rinnovabile: Vantaggi
Partiamo dall’aspetto più evidente di tutti ed è quello relativo al costo. Le biomasse, se non ottenute da coltivazioni dedicate ma frutto di scarti naturali e rifiuti di produzione, hanno un costo pari a zero.
Ad eccezione del costo di trasporto e lavorazione, consideriamo come risorsa utile tutto quello che altrimenti dovrebbe essere buttato.
Il fattore economico, allora, diventa fondamentale quando le biomasse possono costituire un’enorme opportunità per i paesi più poveri. Questi, infatti, spesso non possono permettersi di acquistare le risorse fossili per energia non rinnovabile o dipendere energeticamente da altri paesi.
Allo stesso modo, anche le zone rurali potrebbero trarne enorme vantaggio per una maggiore efficienza energetica. Le realtà agricole, infatti, sono il posto in cui si concentrano maggiormente queste risorse naturali.
Il secondo vantaggio dell’utilizzo delle biomasse è quello relativo all’eliminazione del concetto di rifiuto, come vuole il principio di economia circolare.
In questo senso, i rifiuti dell’industria agricola, alimentare e di molti altri settori produttivi riacquistano valore e diventano risorsa.
Per la produzione di energia, quindi, non abbiamo bisogno di attingere da nuova materia prima vergine. Grazie alle biomasse sfruttiamo gli scarti e annulliamo l’idea del rifiuto da smaltire in maniera improduttiva.
Infine, le biomasse sono fonti di energia rinnovabili e ampiamente disponibili in natura. A differenza del sole, dell’acqua e del vento che in alcune zone del mondo possono essere meno accessibili, ogni angolo del pianeta è ricco di organismi vegetali e organici da sfruttare come biomasse.
Come abbiamo visto, non parliamo solo di scarti alimentari e residui di cibo, ma anche di alberi, foglie, carcasse di animali ed escrementi. Ovunque esisterà materia organica, quindi, non si potrà mai essere a corto di biomassa utile alla produzione energetica.
Biomasse energia rinnovabile: svantaggi
Se le biomasse sono una fonte di energia rinnovabile così preziosa e vantaggiosa, perchè non sono ancora così sfruttate per alimentare i paesi con energia circolare?
Il primo limite, che abbiamo già accennato, è quello relativo all’impatto ambientale.
È vero che le biomasse sono una risorsa carbon neutral, e quindi non contribuiscono a peggiorare l’inquinamento. Al tempo stesso, però, non aiutano a ridurre l’emissione di co2 e liberare l’aria da sostanze nocive.
Come abbiamo visto, infatti, durante il processo di combustione necessario per la produzione di energia, le biomasse sprigionano la stessa quantità di co2 che sono state in grado di assorbire nel loro ciclo vita. Questo è valido per gli organismi vegetali quali alberi, piante e foglie, ma cosa succede con gli altri elementi organici?
In alcuni casi, allora, può succedere che la co2 prodotta dalla combustione delle biomasse organiche sia comparabile a quello prodotto dalle fonti fossili. Per fortuna si tratta di casi insignificanti, ma ad ogni modo non possiamo dire che le biomasse permettono di produrre energia 100% verde.
Un altro importante svantaggio delle biomasse è dato dal loro rendimento energetico, non molto elevato.
Le biomasse da sole non sono in grado di produrre energia ad un rendimento tale da garantire l’autosufficienza energetica. Per comparare la potenza energetica prodotta dalle fonti fossili, infatti, sarebbe necessaria una quantità di biomassa tanto maggiore quanto insostenibile.
Per questo motivo, allora, spesso i prodotti energetici delle biomasse, come il biodiesel, vengono miscelati ad altri prodotti meno green, come la benzina.
Infine, la coltivazione di biomassa destinata alla produzione di energia può seriamente mettere a rischio lo spazio disponibile alle coltivazioni alimentari e provocare la deforestazione.
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Biomasse ed energia rinnovabile: è un binomio sostenibile?
I vantaggi delle biomasse per la produzione di energia hanno un peso maggiore rispetto ai limiti e questo è un dato innegabile.
Nonostante i limiti e alcuni svantaggi, che possono ancora essere superati, pensare di sfruttare i rifiuti organici per alimentare il paese è una prospettiva che sposa in pieno la filosofia circolare.
Attualmente, però, non possiamo affermare che le biomasse siano una risorsa del tutto in grado di restituire energia sostenibile.
I limiti che abbiamo appena visto, infatti, fanno sì che l’energia prodotta non sia totalmente efficiente e pulita.
Inoltre, c’è ancora da risolvere il problema relativo alle spese.
Se è vero che la “materia prima” è disponibile in natura e non ha alcun costo, gli impianti di trasformazione, il trasporto e la raccolta rendono l’energia un prodotto ancora poco accessibile a livello economico.