Le 5 Differenze tra agricoltura biologica e biodinamica

ASM SET 2/ago/2021
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Nell’insieme delle differenze tra agricoltura biologica e biodinamica bisogna citarne innanzitutto una.

Più che altro una precisazione storica.

La biodinamica è nata nel giugno del 1924. Il corso si svolgeva a Koberwitz e a presiederlo fu R. Steiner.

L’agricoltura biologica (o organica) nasce successivamente, nel 1932 in Inghilterra.

A parlarne erano gli studi di Albert Howard. Che in India aveva approfondito la conoscenza dei metodi di compostaggio usati dagli agricoltori locali.

Il contesto in qui nacquero tali pratiche organizzate di coltivazione era successivo ad un periodo di industrializzazione…che iniziava a “dare i suoi frutti”.

Nel 1888 in Germania erano arrivati già i primi negozi dedicati ai prodotti naturali. Li chiamavano reformhaus.

Vendevano cibo non trattato con agenti chimici.

Supponiamo, quindi, che non ci fossero grosse differenze tra agricoltura biologica e biodinamica. Soprattutto, non erano riconosciute nei termini che conosciamo oggi.

Molti consumatori avevano notato che frutta e verdura trattata con concimi minerali e veleni avevano perso il “sapore di una volta”.

All‘inizio del 900, prima della Grande Guerra, esistevano oltre un migliaio di quei negozi.

Considerando solo Germania ed Austria!

Ad oggi, apparte le più importanti differenze tra agricoltura biologica e biodinamica, esistono molti punti in comune.

Entrambe non usano e proibiscono l’uso dei prodotti chimici di sintesi, i veleni, i pesticidi, i diserbanti. Conservanti chimici e coloranti artificiali o altri additivi. Gli OGM ed ogni pratica che vada a distruggere od inficiare la vita del suolo e delle piante.

Inoltre, le aziende hanno l’obbligo di far ruotare le colture.

Ovvero, non si possono seminare per più di 2 anni consecutivi gli stessi cereali sul medesimo appezzamento.

Quindi, il terzo anno va seminata una coltura diversa. Funziona così la rotazione.

Quasi sempre vengono piantate leguminose, che così tornano ad arricchire di humus il terreno.

Che differenze tra agricoltura biologica e biodinamica!?

Le differenze tra agricoltura biologica e biodinamica sono innanzitutto nella normativa di riferimento. Quella del metodo biologico fa capo ai Regolamenti Europei: 836/2007 e 889/2008.

Il metodo biodinamico venne concepito negli anni ’20 del Novecento dal fondatore dell’antroposofia.

Per Steiner il metodo scientifico era importante, ma lo riteneva incompleto. Essendo volto a studiare gli aspetti materiali della vita, in effetti può spesso escludere quelli spirituali, il benessere, la felicità…

Comunque, anche se l’agricoltura biodinamica è stata concepita prima di quella biologica, la certificazione Demeter resta subordinata a quella del biologico.

Sono 5 le principali differenze tra agricoltura biologica e biodinamica.

  1. Nella biologica l’azienda agricola è un’entità economica a ciclo semiaperto. L’altra è un organismo vivente a ciclo chiuso. Tutte le risorse sono disponibili al suo interno, in equilibrio.
  2. L’imprenditore agricolo biologico, con i suoi collaboratori, sono custodi del territorio che coltivano e ne preservano la biodiversità. Nel biodinamico, tutti sono parte di un organismo vivente.
  3. Per l’agricoltura biologica la concimazione è organica, vegetale o animale. Con eventuale aggiunta di sostanze minerali. L’altra impiega anche i preparati biodinamici.
  4. Nell’agricoltura biologica, il calendario delle operazioni colturali può considerare le fasi lunari. Le influenze “cosmiche” dell’agricoltura biodinamica includono i pianeti.
  5. Nella lotta antiparassitaria entrambe utilizzano mezzi meccanici e fitofarmaci a base vegetale o minerale. L’agricoltura biologica cerca di potenziare la lotta biologica e nella biodinamica le specie diverse di insetti si riequilibrano.

Non solo differenze tra agricoltura biologica e biodinamica

Alla base delle differenze tra l’agricoltura biologica e biodinamica sta il fatto che la biodinamica è un metodo di coltivazione coevolutivo. Una filosofia secondo la quale minerali, vegetali, animali e umani sono “legati”.

Sempre interconnessi ed interagenti. Oggi ce lo insegna anche l’economia circolare e l’attuale transizione ecologica.

Di questi tempi non è più possibile agire come se le nostre attività non avessero ripercussioni sull’ambiente circostante.

Gli effetti possono essere tanto positivi, quanto negativi. Eppure la direzione che abbiamo scelto è quella che più si adatta al funzionamento della natura.

Come nel caso dell’energia sostenibile.

L’agricoltura biologica, si basa sul fatto comune all’agricoltura biodinamica che se il suolo è sano, la pianta cresce bene.

Quindi produrrà alimenti sani, gustosi e nutrienti.

Usa il letame (che dovrebbe essere maturo e mai fresco). E per la difesa: macerati, tisane e decotti.

Prodotti a base di piante, che aiutano la crescita o sono repellenti per insetti e funghi.

Oltre all’uso limitato di rame e zolfo.

differenze tra agricoltura biologica e biodinamica

In America, lo standard del National Organic Program (Nop) costituisce la base della certificazione Demeter. Un certificato per assicurarci di praticare un’adeguata coltivazione biodinamica.

Ciò che non è permesso nel biologico, in genere, non è permesso nel biodinamico. Anche in Italia funziona così.

Entrambi gli approcci proibiscono l’uso di pesticidi chimici. Così si permette alle piante di produrre più antiossidanti propri, per combattere i danni. Infine, non sono permessi metodi di ingegneria genetica.

Una fattoria certificata biodinamica ha certamente soddisfatto i requisiti del biologico…e con alcune misure aggiuntive.

Mentre il biologico permette l’importazione di fertilizzanti e pesticidi organici, il biodinamico richiede che lo stesso sistema agricolo produca la propria fertilità. Ovvero compost e nutrienti.

Questo obiettivo si raggiunge innanzitutto attraverso l’integrazione del bestiame e la rotazione delle colture.

Successo delle coltivazioni “bio”

I principi del tipo di coltivazione, sono alla base di somiglianze e differenze tra agricoltura biologica e biodinamica.

Un esempio.

Anche se l’Associazione Biodinamica è la più antica organizzazione no-profit di agricoltura sostenibile del Nord America, oggi nel nuovo mondo ci sono più o meno 300 aziende biodinamiche certificate.

Quelle biologiche sono circa 21.700.

Una crescita di quasi il 12% tra il 2014-2015.

Secondo il Guardian, questo è il più alto tasso di crescita dal 2008, con un aumento di quasi il 300% da quando il conteggio è iniziato nel 2002.

Insomma, il mercato totale (al dettaglio) dei prodotti biologici è valutato a 39 miliardi di dollari negli Stati Uniti (rispetto ai 75 miliardi di dollari in tutto il mondo).

Tutto ciò deriva dai principi dei differenti approcci? Anche!

La certificazione biologica permette l’importazione di alimenti da qualsiasi parte del mondo.

La certificazione biodinamica, invece, richiede che il 50% degli alimenti per il bestiame sia coltivato in azienda. Inoltre, in una fattoria biodinamica viene messo da parte il 10% della superficie totale dell’azienda per la biodiversità.

In ogni caso, è un dato positivo che nell’ambito dell’agricoltura sostenibile il biologico sia cresciuto così significativamente.

L’agricoltura biodinamica è rimasta indietro anche per altre sfide da affrontare. Le possibili basse rese, pratiche non convenzionali e divisive, la mancanza di sostegno da parte della comunità orticola, rallentano la sua evoluzione.

Ma nonostante lo scetticismo e la mancanza di scienza, sono i rivenditori e i consumatori a guidare la domanda.

Per esempio, secondo Demeter (Usa) i viticoltori biodinamici stanno riscuotendo successo.

“I viticoltori non hanno potuto fare a meno di notare che alcuni dei migliori vini del mondo sono fatti con uve coltivate in vigneti biodinamici. Gli Stati Uniti sono terzi per numero di vigneti e cantine biodinamiche al mondo, dopo Francia e Italia”.

Differenza tra vino biologico e biodinamico

Proprio come la fattoria è vista come un organismo vivente, anche il vigneto lo è! Lo standard di vinificazione di Demeter aiuta a garantire che “ritmi archetipici distinti permeino e formino il frutto del vigneto”.

Demeter offre due opzioni di etichettatura del vino:

1. Vino biodinamico

Un vino fatto con uve biodinamiche al 100%. Destinato a fornire l’espressione completa di un determinato vigneto.

Alcune manipolazioni sono permesse caso per caso (come la raccolta a macchina invece che a mano) e il vino deve essere fatto in una cantina certificata Demeter. Oltre a seguire rigidi standard di lavorazione.

2. Vino fatto con uve biodinamiche

Anche questa categoria riguarda vini prodotti con uve biodinamiche al 100%. Ma permette più manipolazioni, come definito dal regolamento “Made With Organic Grapes” del National Organic Program (NOP).

In ogni caso, gli standard di vinificazione biodinamica sono diversi da quella biologica perché:

  • Si preferisce la raccolta a mano;
  • Si ritengono migliori i coadiuvanti di lavorazione come le bucce di riso. Questi devono provenire da fonti organiche o biodinamiche certificate;
  • I vini biodinamici devono rimanere sempre separati dai vini non biodinamici;
  • Per lo stoccaggio sono proibiti i contenitori di plastica;
  • Per preservare i sapori sottili non si utilizzano lieviti aromatico importati o batteri malolattici. I nutrienti del lievito approvati sono consentiti caso per caso;
  • Non viene effettuata nessuna pastorizzazione del succo di vino
  • La regolazione dell’acido e dello zucchero non è consentita

Certificazioni e legge sulle differenze tra agricoltura biologica e biodinamica

Nonostante le differenze tra Agricoltura Biologica e Biodinamica, queste condividono grossa parte del loro percorso.

Metodi produttivi con solide basi etiche e ambientali. Per uno sviluppo rurale e privo di OGM.

Sia l’agricoltura biodinamica che quella biologica prestano particolare attenzione a ridurre l’impatto ambientale, basandosi sulla produzione di alimenti e sostanze in maniera naturale. Tra gli obiettivi:

  • usare le risorse naturali (come l’energia rinnovabile) in modo responsabile;
  • mantenere la biodiversità;
  • conservare gli equilibri ecologici regionali;
  • migliorare la fertilità del suolo;
  • mantenere la qualità delle acque.

Ma l’Unione europea ha stabilito una serie di norme e regolamenti che disciplinano: la produzione, la distribuzione e la commercializzazione dei prodotti biologici nell’Unione stessa. Esistono poi, regolamenti specifici per determinati prodotti.

Non è lo stesso per la biodinamica.

Michele Antonio Fino, docente di Fondamenti di diritto europeo, food law ed ecologia all’università di Scienze gastronomiche (Pollenzo), spiega:

“Il metodo biologico si è sviluppato, a livello normativo, all’inizio degli anni ’90 ma le basi per il suo sviluppo sono state poste negli anni ’20 del secolo scorso”.

A quell’epoca si è generata la spinta verso un’agricoltura concentrata sul rispetto dell’equilibrio e del benessere ecologico complessivo.

In questo cambiamento di vedute e di paradigma la biodinamica ha giocato un ruolo centrale.

Il marchio dell’agricoltura biodinamica di Demeter, quindi, ha circa 80 anni in più di quello della denominazione biologica.

“Non è un caso che nell’istituzione e nei regolamenti fondanti l’agricoltura biologica si trovano i punti chiave anche della biodinamica – a eccezione delle pratiche esoteriche, legate alle influenze astrali non misurabili con il metodo sperimentale”.

Un rischio collaterale dell’attuale proposta di legge in italia (ddl 988) è che lo scontro e l’attacco al biodinamico porti con sé anche un successivo attacco al biologico.

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