Dove buttare il tetrapak? Basta sbagliare.
Continuiamo il nostro appuntamento con le domande più frequenti che ci facciamo su dove buttare alcuni materiali di uso comune, per compiere il nostro gesto quotidiano di bravi cittadini per la salvaguardia del nostro Pianeta.
Questa volta chiariremo dove buttare il tetrapak.
L’attenzione per la raccolta differenziata da parte di Enti, governi e società civile continua a salire in tutto il mondo e stanno crescendo gli inviti per delle pratiche quotidiane volte all’ ecosostenibilità.
Sapere con certezza in quale contenitore della raccolta differenziata porre un materiale, è di primaria rilevanza per dare vita a quella catena di piccole azioni green che insieme possono fare la differenza per il nostro ambiente.
Per questo, dopo aver parlato di dove buttare il polistirolo e dove buttare le mascherine in tempo di coronavirus ,oggi cercheremo di capire dove buttare il tetrapak e perchè, senza imbatterci in errori.
Che cos’è il tetrapak?
Questo materiale deve il suo nome all’azienda svedese che lo ha lanciato sul mercato per il trasporto e la conservazione del latte, ma in realtà è un multimateriale.
Infatti il tetrapak è composto da tre strati di materiali differenti: uno strato di carta rivestito esternamente da materiale plastico ed internamente da alluminio.
Dal suo utilizzo iniziale per le sue proprietà specifiche è oggi comunemente utilizzato nella grande distribuzione e lo troviamo quotidianamente sugli scaffali dei supermercati.
In tetrapak sono composti oltre che la stragrande maggioranza dei contenitori di latte, anche quelli di succhi di frutta, vino, aceto e trova impiego inoltre per i contenitori di liquidi come brodo, zuppe e passate.
La sua composizione potrebbe indurre a pensare che il tetrapak possa essere un materiale poco ecologico, ma in realtà l’azienda produttrice è molto attenta all’ambiente ed oltre a non utilizzare collanti chimici per unire i vari strati, applica criteri molto rigidi di ecosostenibilità della produzione; basti pensare che la carta utilizzata deve provenire esclusivamente da legno e cellulosa di foreste certificate come ecosostenibili.
Quindi il tetrapak è da considerare tutto sommato, un materiale “buono” ma è necessario fare attenzione a dove buttare il tetrapak correttamente.
Dove buttare il tetrapak?
La questione è singolare e la domanda non ha una risposta univoca in quanto le indicazioni su dove buttare il tetrapak sono differenti a seconda del comune dove deve essere smaltito.
A Roma, Milano e Napoli per esempio, i contenitori devono essere buttati nel cassonetto della carta. in altri comuni invece, nel cassonetto della plastica, proprio per la natura la natura polivalente del materiale.
La miglior scelta da fare è informarsi presso gli uffici del comune di appartenenza o consultare il sito web Tiriciclo.it dove è riportata una mappa interattiva per trovare le indicazioni su dove buttare il tetrapak.
Ad ogni modo, che venga gettato nel bidone della plastica o della carta è importante una semplice operazione preliminare di lavaggio sotto acqua corrente ed appiattimento dei contenitori per eliminare qualsiasi residuo alimentare.
Chiaramente, qualora le indicazioni comunali su dove buttare il tetrapak indirizzino verso il cassonetto della carta, è buona norma togliere i tappi in plastica prima di buttare il contenitore.
Grazie all’attenersi a queste semplici e veloci procedure potremmo offrire il nostro contributo alla salute delle nostre città.
Così facendo, tutti gli strati dei multilaterali del tetrapak possono essere nuovamente separati.
- La cellulosa può essere riutilizzata per la riproduzione per esempio, di fazzoletti assorbenti e salviette;
- la parte plastica trasformata in utensili di uso comune e
- lo strato in alluminio viene rigenerato per la produzione di nuovi contenitori come le vaschette alimentari da forno.
Per questo è fondamentale sapere dove buttare il tetrapak e farlo con accortezza.