Economia circolare pro e contro: un’analisi obiettiva

ASM SET 19/ott/2020
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Scrivere di economia circolare pro e contro non è affatto semplice. La cosa più onesta da fare sembra essere quella di affidare l’analisi agli esperti del settore scientifico: esperti a livello teorico e pratico.

Le scuole di pensiero in cui ci imbattiamo sono una marea e poi si dividono in mille rivoli: da dove partire?

Il fatto è che chi si interessa seriamente di una materia (in questo caso l’economia circolare) sperimenta diverse modalità di comprensione. Questo coraggio è peculiarità di avventurieri e scienziati, desiderosi di andare a fondo e riemergere con qualche tesoro, evidentemente, sommerso.

Volendo restringere il campo, tutto si riduce a: qual è il potenziale? Quali le sfide da affrontare?

Purtroppo, e per fortuna, non esiste una sola risposta. Non c’è un solo approccio per la risoluzione delle problematiche che riguardano il cosiddetto “ambiente umano”.

Riflettiamo su questa definizione utilizzata dal WWF. Il pianeta terra rappresenta (anche) l’ambiente in cui vive l’uomo, il suo habitat.

Per questo, quando si parla di sostenibilità ambientale, ci si riferisce soprattutto ad un ambiente umano e alla necessità di averne cura, perché le persone possano continuare a usufruire del soggiorno.

Scegliamo, quindi, di riportare quello che emerge dallo sguardo attento della ricerca, o almeno da una certa parte di essa, nel tentativo di avere maggiore cura nei confronti dei lettori.

Abbiamo deciso di fare riferimento ad uno studio pubblicato nel Gennaio 2018 in “Ecological Economics”.

Gli autori: Jouni Korhonen del “Department of Sustainable Production Development” (Stockholm), Antero Honkasalo (Government of Finland) e Jyri Seppälä (Finnish Environment Institute)

Per scendere nei particolari, possiamo suggerire di dare un’occhiata alla nostra sezione libri di economia circolare e approfondire i temi della sostenibilità attraverso “Organizing self-organizing systems” (Chertow, M., Ehrenfeld, J., 2012) e “Resilience: the emergence of a perspective for social-ecological systems analyses” (Folke, C., 2006).

Pro e contro secondo la scienza

Tante sono le domande aperte. Tuttavia, per comprendere meglio come funzionano le cose si può partire da una di queste: come si auto-organizzano gli ecosistemi nella loro complessità?

La domanda ha senso proprio perché l’economia circolare, nei suoi elementi basilari, si ispira proprio al funzionamento degli ecosistemi.

Nello studio sopracitato, vengono identificate sei sfide specifiche per l’economia circolare, tutte riguardanti la tematica della sostenibilità ambientale.

Riguardo al concetto di economia circolare in sé, c’è da dire che questo è stato creato principalmente da professionisti, dalla comunità imprenditoriale e dai responsabili politici.

Gli studiosi, nella ricerca in questione, fanno riferimento alla definizione riportata in origine dal “Rapporto Brundtland” della WCED (World Commission on Environment and Development).

Nonché, all’interpretazione data da “The Natural Step” associazione fondata in Svezia nel 1989 dallo scienziato svedese Karl-Henrik Robèrt. Il suo scopo era di sviluppare e diffondere il “Framework di Sviluppo Sostenibile Strategico” (FSSS), in collaborazione con università ed altre organizzazioni.

Tornando al documento di Korhonen, Honkasalo e Seppälä, questi vogliono fornire al lettore un primo tentativo di analisi critica. Fatto questo l’auspicio dei ricercatori è di continuare nella costruzione della base scientifica, per stabilire come funziona l’economia circolare e come dovrebbe fuznionare.

Nella sezione della ricerca intitolata “Circular Economy: The Concept and its Limitations” (Economia circolare: concetto e suoi limiti) sottolineano più volte che i limiti e le sfide di tale modello economico vogliono essere suggerimenti per estendere i temi relativi alla circolarità, considerato l’alto potenziale dei suoi effetti positivi.

Senza un sistematico lavoro scientifico di base, c’è il rischio che i progetti dell’economia circolare non realizzino gli ambiziosi obiettivi.

“L’economia circolare ha una grande forza ispiratrice e dotandola di una valutazione critica della sua sostenibilità, può rappresentare il motore della sostenibilità nella rete globale”

I primi limiti dell’economia circolare da valutare: definizione e lock-in

Un aspetto che gioca contro la circolarità sono le sue definizioni sociali e culturali.

Tra le tematiche dell’economia circolare – rifiuti – è una parola chiave. Il concetto stesso di rifiuto ha una forte influenza sulle opportunità che vengono attuate per: la manipolazione, la gestione e quindi l’utilizzo degli “scarti”.

economia circolare pro e contro

I concetti vengono sempre culturalmente e socialmente costruiti. Ne consegue che il concetto di rifiuto è costruito in un certo contesto culturale, sociale e temporale.

Dato, poi, che il contesto è dinamico e mutevole, a tutto ciò si dovrebbe reagire attraverso l’informazione e un’educazione che renda le persone consapevoli delle proprie scelte.

Riguardo alla questione “lock-in”, gli autori fanno riferimento a quella legge di mercato secondo la quale “le prime tecnologie” tendono a mantenere la loro posizione di mercato nonostante l’inefficienza.

Quando un’innovazione economica viene lanciata sul mercato, inizia immediatamente il processo che determina il suo potere d’influenza. Questo fenomeno può definirsi anche come “sopravvivenza del primo”.

La previsione da considerare, dunque, è che ci sarà concorrenza tra i modelli e i prodotti della circolarità: tra quelli esistenti e quelli nuovi.

In più, anche i modelli convenzionali del flusso lineare continueranno a partecipare alla competizione per l’utilizzo dei materiali.

Economia circolare pro e contro: limiti di governance e strategie per le imprese (italiane e non)

A questo punto si parla di gestione intra-settoriale e inter-organizzativa: di flussi fisici di materiali ed energia. Il contributo complessivo netto (alla sostenibilità) di un sistema in rete è sempre maggiore di quello di una singola azienda.

Le difficili questioni nella gestione della “sostenibilità inter-organizzativa”, da includere sempre nelle iniziative di economia circolare riguardano:

  1. chi è il leader della rete
  2. le responsabilità maggiori a chi sono affidate
  3. chi ci guadagna di più dal funzionamento della rete
  4. chi perde maggiormente se il progetto non ha successo o in base ai rischi
  5. se esiste un budget complessivo in rete (chi lo controlla)
  6. quali attori contribuiscono
  7. qual è la piattaforma decisionale della rete

Noi sappiamo che esistono storie di economia circolare e cooperazione inter-organizzata. Iniziative pratiche, in cui è stato adottato un approccio sistemico per governare e gestire i flussi fisici. Questa è la strada da percorrere attualmente.

Economia circolare: Tesi dei limiti termodinamici

Anche i sistemi ciclici consumano risorse e creano rifiuti ed emissioni.

E’ possibile riciclare tutto utilizzando l’energia rinnovabile (infinita?) in arrivo dal sole. Ciò richiede molto lavoro, ad esempio: per il monitoraggio, la ricerca, il recupero e l’elaborazione dei materiali e delle sostanze nutritive disperse.

Ma in teoria, questo è possibile.

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Nonostante i limiti posti dall’entropia e nonostante le speculazioni sulle possibilità teoriche di riciclare tutto, è molto chiaro che l’attuale mercato globale di produzione ha bisogno di miglioramenti radicali. Questi possono essere ottenuti attraverso la disposizione dei flussi fisici verso un modello più ciclico.

Certamente, grazie alla seconda legge della termodinamica sappiamo che ogni processo o progetto di tipo economico-circolare, dovrebbe essere attentamente analizzato per il suo contributo netto (globale) alla sostenibilità ambientale.

E se vogliamo dire che il flusso ciclico non -garantisce- un risultato sostenibile, certamente lo smaltimento in discarica è l’ultima opzione.

Economia circolare pro e contro: limiti di confine del sistema e obiettivi di sostenibilità globale

Nella ricerca si parla dei limiti di confine nel sistema circolare, a livello spaziale e temporale

-Spaziale: i problemi attuali, attraverso la circolarità possono essere risolti o spostati. Se i problemi si muovono lungo il ciclo di vita del prodotto nel “mercato ambientale”, nascono problemi sociali che tendono a colpire maggiormente i paesi poveri in via di sviluppo.

-Temporale: un conflitto può sorgere tra il riutilizzo del materiale e il tradizionale riciclaggio. Questo accade se non si cerca di prolungare la vita dei prodotti e si utilizzano piuttosto i materiali di scarto solo per il “basso prezzo” che hanno, rispetto alla materia prima.

In più, molti progetti aziendali tendono a concentrarsi sulla riduzione dell’impatto ambientale, attraverso azioni che abbiano risultati a breve termine

Ma in termini di sviluppo sostenibile si parla di obiettivi intergenerazionali. Gli investimenti di oggi dovrebbero essere considerati per il loro contributo a più ampio e lungo termine possibile.

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Economia Circolare. Porsi obiettivi intergenerazionali rimane una importate chiave di lettura.

Si tratta di obiettivi di “sostenibilità globale della rete” per il futuro.

Limiti posti dalla scala fisica dell’economia: il superamento crea una nuova possibilità

La “scala fisica dell’economia” viene, naturalmente, misurata considerando il materiale fisico e l’impatto energetico. Non dal denaro o dal PIL.

Nel quadro dell’economia circolare l’efficienza d’uso del materiale fisico è aumentata.

Questa efficienza, nel sistema economico globale, avviene attraverso il riutilizzo, la rigenerazione e il rinnovo dei prodotti nonché attraverso il riciclaggio.

Tanti modi diversi per un unico obiettivo: così un paese (ricco) può aumentare le sue aree di protezione della natura e la sua eco-efficienza attraverso la politica ambientale nazionale.

A quel punto la domanda di risorse naturali aumenta contemporaneamente alla crescita economica, ma la produzione dannosa potrebbe essere trasferita nei paesi poveri confinanti.

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Che cos’è l’economia circolare (della condivisione)

In termini di sviluppo sostenibile a lungo termine, per la società globale, un tema interessante è: come le risorse risparmiate e il denaro generato dall’ideale economia circolare vengono indirizzati alle pratiche di consumo sostenibile?

Se l’attuale cultura del consumo non cambierà, la circolarità rimarrà uno strumento tecnico, che non cambia il corso dell’attuale insostenibile paradigma economico.

E’ importante notare che l’economia circolare presenta una nuova visione della cultura del consumo: si tratta di una “economia della condivisione”.

Ma gli studiosi, a questo punto preferiscono fermarsi perché il documento andrebbe oltre l’analisi di economia circolare pro e contro.

Noi però, possiamo essere consapevoli di questa ulteriore promessa dell’economia circolare (della condivisione).

Possiamo cominciare a parlare in termini di cambiamento dell’attuale cultura globale del consumo.

Attraverso il riutilizzo dei prodotti e l’idea di condivisione, l’economia circolare offre ideali fruttuosi, ma il superamento delle sfide rimane una questione aperta.

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Economia circolare pro e contro: per guardare oltre l’orizzonte

Sulla base del documento viene dimostrato che l’economia circolare ha le sue basi nel concetto di sostenibilità ambientale, da lungo tempo discusso e attuato, ad opera di uomini e donne di ogni parte del mondo.

Concludiamo, quindi, evidenziando gli elementi a favore della circolarità e utilizzando ancora i termini della ricerca scientifica.

Il contributo fondamentale della circolarità, secondo gli studiosi, è quello che riguarda i suoi criteri essenziali da adottare nel ciclo-vita dei materiali.

Da qui, secondo loro, nasce la possibilità di una economia della condivisione: una nuova cultura del consumo e della produzione sostenibile, per l’uomo e il pianeta.

Tutte le sfide identificate riguardano, sostanzialmente, la comprensione degli effettivi impatti ambientali delle attività dell’economia circolare.

Queste sei sfide servono, sottolineano gli autori, come temi di ricerca e come proposte di progettazione per: gli scienziati, i responsabili politici e gli operatori economici, interessati a fare progressi nello sviluppo sostenibile attraverso l’economia circolare.

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