Energia eolica in Italia: report completo 2022/2023
Il Global Wind Energy Council rappresenta l’intero settore mondiale dell’energia eolica. Dunque, non solo quello dell’energia eolica in Italia.
L’organizzazione ha pubblicato il Global Wind Report 2022. Dove viene mostrato l’andamento dell’industria eolica nel 2021.
Nel report sono stati evidenziati diversi elementi interessanti, anche per il nostro Paese.
Sembrerebbe che l’industria eolica abbia goduto del suo secondo anno migliore di sempre.
Sono stati aggiunti quasi 94 GW di capacità installata.
Portando la capacità globale di energia eolica a 837 GW. Con una crescita sull’anno precedente del 12%.
L’Europa ha svolto un ruolo importante in questa crescita. Le nuove installazioni onshore sono aumentate del 19%.
Ebbene, l’industria eolica conferma il suo ruolo chiave di custode della transizione ecologica (o energetica se preferiamo).
Presentandosi come la migliore tecnologia in grado di garantire il rispetto degli obiettivi climatici internazionali.
Ora più che mai, abbiamo la possibilità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili come gas e petrolio. Quindi, dall’energia non rinnovabile.
Poi, la questione della sicurezza energetica ha rafforzato la necessità di potenziare la nuova installazione di energia eolica in tutto il mondo.
Soprattutto in Europa. Dove, il rapporto sottolinea, le difficoltà riguardano la fase autorizzativa e di regolamentazione.
(Vero ostacolo alla crescita dell’eolico anche in Italia.)
Oltre all’urgente necessità di investire nelle connessioni alla rete elettrica.
A quanto pare, l’energia eolica è pronta a svolgere un ruolo fondamentale nel percorso di transizione a livello globale.
Inoltre, c’è da dire che grazie alla crescita del portafoglio di rinnovabili anche gli investitori puntano all’innovazione.
Prestando l’attenzione sui progetti di repowering. Sulle tecnologie all’avanguardia per lo stoccaggio di energia, l’eolico flottante, l’idrogeno verde e l’economia circolare.
Facciamo quindi un piccolo resoconto per capire cosa sta succedendo in Italia.
Energia eolica in Italia: la chiave della transizione
Dire energia eolica in Italia, significa parlare di un alto potenziale.
Quello in grado di centrare i target di decarbonizzazione al 2030.
Ma anche di aiutare a tagliare le bollette e ridurre la dipendenza dal gas russo.
Purtroppo, la burocrazia non aiuta per il raggiungimento di questi obiettivi.
Anche secondo Simone Togni, presidente di Anev. (Associazione nazionale energia del vento.)
Ne hanno parlato grazie al SustainEconomy.24, report de Il Sole 24 Ore, Radiocor e Luiss Business School.
A quanto pare, le ultime novità normative non fanno che peggiorare la situazione innescando una fuga degli investitori.
Perché l’energia eolica può svolgere un ruolo importante nella transizione? Perché il potenziale eolico nazionale al 2030 è pari a 19,3 GW.
In Italia siamo già ad una potenza eolica installata pari a 10,93 GW.
Però la crescita negli ultimi anni è stata lenta e non adeguata al passo richiesto.
Negli ultimi nove anni i dinieghi delle soprintendenze sono stati costanti.
E le autorizzazioni sono passate da 1.200 MW nel triennio 2012-2014 a 750 MW nel 2015-2017 (con un calo del 40%).
Fino ai miseri 125 MW nell’ultimo triennio 2018-2020 con un calo dell’80%!
Il Pniec prevede al 2030, il raddoppio della capacità eolica rispetto a quella installata in Italia oggi.
Che consentirà una produzione di energia elettrica superiore ai 40 TWh.
Purtroppo, con l’attuale sistema burocratico non arriveremo mai a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Basta fare due conti.
Ci vogliono in media 5 anni e mezzo per autorizzare i nuovi impianti, contro l’anno previsto.
L’inizio dei lavori del primo impianto eolico offshore in Italia, a Taranto, è la dimostrazione del fatto che abbiamo aziende all’avanguardia.
Ma devono essere messe in condizione di lavorare, senza ostacoli burocratici.
Potremmo arrivare ben oltre i 30 GW al 2050, considerando anche le applicazioni off-shore!
La burocrazia che “incentiva” le crisi
L’energia eolica in Italia consentirebbe di triplicare l’attuale produzione elettrica e coprire circa il 20% dei consumi nazionali.
Il grande beneficio riguarderebbe in primis la riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Quindi, il risparmio di barili di petrolio equivalenti.
(Oltre ad abbassare il costo della bolletta energetica del nostro Paese! Consideriamo che il costo dell’energia eolica è intorno ai 65 €/MWh contro gli oltre 200 €/MWh che oggi sono quotati in borsa a causa del costo del gas.)
Tale crescita garantirebbe, poi, un importante incremento delle prospettive occupazionali.
Dalle sedicimila attuali fino a quasi centomila unità, soprattutto in aree del Paese notoriamente “depresse”.
Ma, secondo gli esperti, il nodo da sciogliere sta sempre nel quadro normativo e regolatorio attuale.
Che difficilmente ci consentirà di raggiungere questi obiettivi se non si attueranno politiche di semplificazione profonde.
Anche la guerra in Ucraina sta costringendo l’Italia a diversificare il più in fretta possibile le proprie fonti di approvvigionamento energetico.
Le rinnovabili restano il primo step per raggiungere l’indipendenza dal gas russo…oltre ad autonomia e sicurezza energetica.
Perciò, la decisione del Consiglio dei ministri che ha sbloccato la realizzazione di sei parchi eolici può essere vista in questa direzione.
- Leggi anche: Energia eolica per casa: si può fare davvero?
Energia eolica in Italia: pronti per l’autonomia
Da qualche mese, quando sentiamo parlare di energia eolica in Italia, non possiamo fare a meno di pensare alle opportunità concesse grazie allo sviluppo dei parchi eolici.
Si tratta di sei impianti che verranno costruiti tra Puglia, Basilicata e Sardegna. Che assicureranno una potenza pari a 418 megawatt (MW).
I parchi eolici sbloccati dal consiglio dei ministri hanno questo obiettivo.
A partire dalla fine del 2021, hanno avuto il via libera impianti di energia per una potenza totale di 1,4 gigawatt da fonti rinnovabili.
Oltre a questi, sono in attesa altri 18 progetti, 10 dei quali solo nel Lazio.
Dunque, c’è ancora molta strada da fare e molti impianti da sbloccare.
Perciò abbiamo bisogno di ricordare che se solo il 50% dei progetti da energia rinnovabile oggi sulla carta arrivasse al termine del suo iter di autorizzazione, l’Italia avrebbe già centrato la tanto ambita transizione.
La richiesta di accelerare gli iter burocratici non arriva solo dal comparto industriale ma anche dalle associazioni ambientaliste.
“se solo il governo volesse, potrebbe decidere di velocizzare al massimo le pratiche autorizzative e dare il via libera alle rinnovabili.”
Greenpeace Italia chiede di usare la stessa solerzia (con atti normativi e deroghe) che ha avuto come obiettivo quello di trivellare i nostri mari o riaprire centrali a carbone.
“Rinnovabili, accumuli, pompaggi, reti, risparmio ed efficienza sono le soluzioni in grado di garantire sicurezza energetica, pace, minori impatti ambientali e climatici, e perfino convenienza economica”.
Secondo gli scenari già analizzati da Greenpeace nel rapporto Italia 1.5, potremmo raggiungere il 75% di produzione di energia elettrica rinnovabile nel 2030. E il 100% nel 2040.
Mentre, un’ulteriore prospettiva ce la dà l’efficientamento energetico.
Infatti, ogni volta che a livello europeo aumentiamo il risparmio energetico dell’1%, riduciamo le importazioni di gas fossile dell’Europa del 2,6%.
Non è poco!