Green Economy e Sviluppo Sostenibile: quale 2021 ci aspetta?

ASM SET 22/mag/2021
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Buon Super Anno 2021!!! L’augurio arriva in gran ritardo, ma speriamo che il suo valore si protragga per lungo tempo: Green Economy e Sviluppo sostenibile sono gli strumenti a disposizione per continuare a celebrare.

Sapete cosa festeggiamo? La vita, il nostro pianeta.

Prima del Covid-19, la comunità globale si stava preparando per un grande 2020.

Quando la pandemia si è diffusa abbiamo rimandato un bel po’ di cose.

Il risultato?

Una serie concentrata di importanti eventi è in atto per prendere decisioni relative al cambiamento climatico e allo sviluppo globale.

La programmazione è talmente ricca da portare quest’anno ad essere etichettato come il “super anno per la natura”.

Cruciale nella transizione verso l’economia ecologica ed equa, un punto di svolta per la nostra esistenza sulla terra.

Incontri, conferenze e dialoghi, rappresentano un’opportunità irripetibile per affrontare le crisi intrecciate e riconosciute.

Siamo giunti ad un livello di “conoscenza” tale, in ogni campo dello scibile umano, per cui abbiamo un solo nodo da sciogliere.

L’imbarazzo della scelta.

Tra le partnership da costituire o le associazioni cui aderire. Tra i modelli da osservare e gli esempi da seguire, le idee da realizzare e le aspirazioni da concretizzare.

Perché economia verde e sostenibilità sono i nostri punti fermi?

Abbiamo bisogno di riallineare l’attività economica con le esigenze dei sistemi naturali, per costruire società che rispettino davvero la natura. Fondamento di prosperità per l’uomo.

Dall’aria fresca che respiriamo all’acqua pulita che beviamo, l’ambiente fornisce gli elementi essenziali da cui tutti dipendono.

Dunque, la perdita della natura è vista come una minaccia per questi “elementi essenziali”.

Eppure, il danno alla biodiversità non è solo una questione ambientale o di sopravvivenza.

In gioco c’è lo sviluppo, l’economia, la sicurezza sociale e morale.

La questione ci coinvolge, in ogni aspetto del nostro “ben-essere”.

Green Economy e Sviluppo sostenibile: la voce delle Nazioni Unite

A dicembre (2020) il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres chiude l’anno con un discorso “storico”. Con poche parole chiave racconta di Green Economy e Sviluppo sostenibile.

Fa il punto sulle condizioni del pianeta e trasmette con fermezza la volontà di affrontare il cambiamento climatico.

Innanzitutto, fornisce un dato preciso: il mondo deve diminuire la produzione di combustibili fossili di circa il 6% ogni anno da qui al 2030.

In altre parole, la priorità di ridurre il consumo di energia non rinnovabile.

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Sottolinea la gravità delle attuali tendenze ambientali e climatiche dicendo che è come se l’umanità stesse muovendo guerra alla natura e questa sta rispondendo con “forza e furia crescenti”. Di conseguenza:

“fare pace con la natura è il compito fondamentale del 21° secolo. Deve essere la massima priorità, per tutti, ovunque”.

Pur descrivendo un’emergenza, il signor Guterres dice di vedere anche la speranza e indica le molte soluzioni già a portata di mano.

Parla della pandemia come di un’opportunità. Perché guarire dal Covid19 e curare il pianeta possono essere due facce della stessa medaglia.

Secondo lui è il momento di premere “l’interruttore verde”, è con questa metafora che introduce le soluzioni green.

La comunità internazionale ha la possibilità non solo di resettare l’economia mondiale, ma di trasformarla guidata da: energia sostenibile, nuovi posti di lavoro, infrastrutture pulite e un futuro resiliente.

Guterres cita tre imperativi per affrontare la crisi climatica:

  • neutralità globale dal carbonio
  • finanza globale allineata con l’Accordo di Parigi
  • occuparsi dell’adattamento per proteggere il mondo dagli impatti del clima.

Conclude descrivendo il nostro come un:

“momento di verità per le persone e il pianeta

…dove la comunità globale deve fare un passo collettivo verso un percorso più sicuro, sostenibile ed equo, con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile come modello.

Calendario appuntamenti green del 2021

Torniamo dunque alla celebrazione di questo “super anno per la natura”. Vediamo dove e quando presentarci per essere attivi o semplicemente informati sui progressi di Green Economy e Sviluppo sostenibile.

Tra i maggiori player mondiali del movimento verde sostenibile troviamo l’UNEP e l’OECD.

In Italia, il Consiglio nazionale della Green economy.

Hanno un ruolo fondamentale anche le Agenzie delle Nazioni Unite, insieme alle piattaforme e ai progetti costituiti da diversi anni.

Quindi, tra le attività di riferimento al centro della scena:

  • 26esima conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP26) 1-12 Novembre
  • 15esima conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP15) 11 – 24 Ottobre
  • Vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari (il pre-Summit a Roma 19 – 21 luglio)
  • World Ocean Summit 6-9 dicembre (un virtual week c’è stato a Marzo)
  • Congresso mondiale di conservazione dell’IUCN 3-10 Settembre

Questi incontri riuniranno i paesi per stabilire l’agenda sul cambiamento climatico e la natura per il decennio a venire.

I leader globali si incontreranno anche durante i vertici di: G7 11 -13 giugno e G20 30-31 ottobre, a Roma (l’Italia assume la presidenza quest’anno).

In questi eventi, “i grandi rappresentanti” affronteranno grandi questioni: a partire dalla ripresa economica verde post pandemia.

Si sono già svolti:

  • Assemblea generale delle Nazioni Unite (1° aprile)
  • Assemblea dell’ambiente delle Nazioni Unite 22- 24 Febbraio
  • 1° Conferenza Globale Gobeshona organizzata dal Centro Internazionale per il Cambiamento Climatico e lo Sviluppo (ICCCAD) che ha riunito i ricercatori sotto il tema dell’adattamento guidato a livello locale.

In più, il governo olandese ha convocato migliaia di persone per lanciare un’agenda completa sull’adattamento al Climate Adaptation Summit.

Dietro tutti questi incontri, ci sono sforzi concertati, messi in campo per allineare le agende e guidare un cambiamento reale e pratico che il pianeta sta attendendo da tempo.

L’incontro circolare di green economy e sviluppo sostenibile

Di fondamentale importanza nell’ambito delle partnership costituite per attuare le politiche di green economy e sviluppo sostenibile, l’appuntamento per lanciare la Global Alliance on Circular Economy and Resource Efficiency (GACERE).

A Febbraio, Inger Andersen, sottosegretario generale delle Nazioni Unite e direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ha ringraziato nel discorso di apertura i membri fondatori dell’Alleanza. Ha dato il benvenuto alla Fondazione Ellen MacArthur, alla Piattaforma per l’accelerazione dell’economia circolare e al Forum mondiale dell’economia circolare.

Tutti insieme sosterranno l’alleanza per intensificare l’azione dell’economia circolare, essenziale per affrontare le problematiche globali.

La Andersen sintetizza in tre punti:

  1. Cambiamento climatico
  2. Perdita della natura e della biodiversità
  3. Inquinamento e rifiuti.

Ribadisce anche lei che queste crisi minacciano la nostra salute, la nostra prosperità e il pianeta stesso.

E afferma:

“il motore comune di queste crisi sono i nostri modi insostenibili di consumo e produzione. Se affrontiamo questo nemico comune, possiamo affrontare tutte e tre le crisi insieme.”

L’Alleanza, vede la circolarità e il consumo e la produzione sostenibili (SCP) imprescindibili per realizzare ogni accordo multilaterale, dagli obiettivi di sviluppo sostenibile, all’accordo di Parigi, al quadro di biodiversità globale post-2020.

Pilastri per la ripresa sostenibile dalla pandemia.

Nel discorso fa alcuni esempi.

Usare le tecnologie disponibili per aumentare l’efficienza dei materiali per case e automobili può, entro il 2060, tagliare 25 miliardi di tonnellate di emissioni cumulative di CO2 nei paesi del G7.

Nel 2019, la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti elettronici hanno recuperato materiali per un valore di 10 miliardi di dollari e ha reso disponibili per il riciclaggio quattro milioni di tonnellate di materiale.

C’è spazio per enormi “guadagni”.

Conclude:

“Soprattutto, ricordate che quello che fate ora può mettere il pianeta, e l’umanità, su un percorso di salute e prosperità”

Differenze tra green economy e sviluppo sostenibile?

Torniamo alla “festa”!? Arrivare in ritardo può essere poco conveniente, ma è meglio che non poterci andare affatto. Se siete pronti, c’è la macchina ad attendervi. Il modello è speciale, l’hanno chiamata Green economy e sviluppo sostenibile è la via da seguire.

Un vettore sportivo, che si nutre di energia rinnovabile. Ha linee slanciate e dinamiche, il motore potente e scattante. Lo spazio interno può sembrare un po’ ridotto…e invece c’è posto per tutti.

Ecco, se la green economy fosse un’automobile, questa potrebbe essere una descrizione abbastanza soddisfacente.

Mentre, pensare alla sostenibilità come ad un percorso o una strada, ci permette di definire con chiarezza quali sono i ruoli che svolgono questi due pilastri nell’attuale transizione.

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Green economy e sviluppo sostenibile non sono concetti alternativi tra i quali bisogna effettuare una scelta.

Le misure di una gestione green si concentrano sul profilo economico, ma come spiegato dal Ministero della Transizione Ecologica: “tendono ad integrare anche la componente sociale ed ambientale, nell’ottica dello sviluppo sostenibile.”

Più che parlare di differenze, quindi potremmo raccontare del modo in cui l’una completa o accompagna l’altro.

Un esempio lampante è la piattaforma PAGE Partnership for Action on Green Economy. Uno dei più autorevoli progetti promossi dall’UNEP.

L’iniziativa è stata lanciata nel 2013 come risposta all’appello di Rio+20 per sostenere i paesi che desiderano intraprendere traiettorie di crescita verdi e inclusive.

La piattaforma, quindi, pone la sostenibilità al centro delle politiche e delle pratiche economiche per portare avanti l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Sostiene le nazioni e le regioni nel riformulare gli specifici sistemi, per favorire la crescita economica, creare reddito e lavoro, ridurre la povertà e la disuguaglianza e rafforzare le basi ecologiche delle loro economie.

Tutto in linea con gli SDGs, l’Accordo di Parigi e gli obiettivi post-2020 sulla biodiversità.

Partnership for Action on Green Economy: Barbados

Il piano strategico nazionale di Barbados (2006-2025) fornisce un quadro di riferimento per una società pienamente sviluppata, prospera, socialmente giusta e competitiva.

Questo Piano prevede sei obiettivi strategici nel perseguimento della visione nazionale per il 2025. In particolare, il quarto obiettivo parla specificamente di:

“Costruire un’economia verde: rafforzando l’infrastruttura fisica e preservando l’ambiente”.

Secondo PAGE un’economia diversificata e basata sui servizi fa di Barbados una delle isole più prospere dei Caraibi.

Allo stesso tempo, rimane particolarmente vulnerabile al cambiamento climatico e relativi disastri naturali. Per combattere questi rischi, il governo di Barbados è impegnato nel continuo sviluppo di un’economia verde e blu.

E sulla base di un Green Economy Scoping Study condotto nel 2012, hanno continuato il loro percorso verso l’economia verde inclusiva, in partnership con PAGE e in collaborazione con altri piccoli stati insulari e regionali.

Gli obiettivi di PAGE a Barbados includono:

  • integrare gli obiettivi e i traguardi dell’economia verde inclusiva nella pianificazione economica e di sviluppo nazionale allineata agli SDG
  • l’attuazione di riforme settoriali e tematiche basate sull’evidenza, in linea con le priorità dell’economia verde inclusiva
  • rafforzare le capacità a livello nazionale
  • migliorare la base di conoscenza dell’economia verde inclusiva.

In una recente missione, PAGE ha incontrato i principali decisori e stakeholder della transizione dell’economia verde a Barbados, per discutere ulteriori obiettivi e priorità del lavoro nel paese.

Nei percorsi per l’impatto ecologico è stato proposto di:

  • Indagare le opportunità, identificare le carenze e sviluppare strumenti per costruire competenze per i lavori verdi nella economia verde e blu
  • Sviluppare un progetto pilota per incoraggiare la trasformazione verde della lavorazione nel sottosettore agricolo e ittico, per sostenere la produzione e lo sviluppo delle esportazioni
  • Condurre corsi di formazione per il settore pubblico, sviluppare curricula accademici incentrati sull’economia verde e blu e stabilire un centro di conoscenza dell’economia verde.

Economia sostenibile green alla Camera di Commercio Internazionale

La Camera di commercio internazionale (ICC) rappresenta centinaia di migliaia di aziende in oltre 120 paesi.

E’ definita come “la più grande e rappresentativa business organization internazionale”. Essa, ha per obiettivo la promozione degli investimenti, l’apertura di mercati (per beni e servizi), quindi la libera circolazione dei capitali.

Un documento dell’ICC (pubblicato sulla piattaforma delle Partnership per gli obiettivi di sviluppo sostenibile) stabilisce la tabella di marcia proposta l’economia verde. Guida per le imprese, i politici e la società.

La roadmap è basata su 10 condizioni necessarie per guidare lo sviluppo in un mondo con risorse limitate e forte crescita demografica.

L’ICC, infatti, definisce l’economia verde come:

“un’economia in cui la crescita economica e la responsabilità ambientale lavorano insieme in modo da rafforzarsi reciprocamente, sostenendo al contempo il progresso dello sviluppo sociale”.

Alcune delle condizioni chiave sono:

Innovazione sociale, ambientale ed economica. Un’economia verde è un’economia che è incorporata nei mercati e nei bilanci globali. Che guida l’innovazione nella finanza privata e pubblica.

Collaborazione tra tutti i settori della società, delle imprese e del governo.

Governance integrata. coordinamento intra-politico e intra-industriale e governance a tutti i livelli. Politiche coerenti con le regole del commercio internazionale, che forniscano accesso ai finanziamenti, promuovano il trasferimento di tecnologia, rafforzino le capacità e riducano le disuguaglianze.

Bilanciare strategie a breve e lungo termine. Un’economia verde deve conciliare il bisogno di pressioni/profitti a breve e medio termine con un valore condiviso a più lungo termine.

Multilateralismo. Gli approcci multilaterali tra paesi e settori sono indispensabili nel mondo di oggi, collegato globalmente.

Green economy e sviluppo sostenibile: tesi e critiche

Sui temi di green economy e sviluppo sostenibile si sofferma a riflettere Mark Halle per la Green Economy Coalition.

Halle è stato recentemente direttore esecutivo di IISD Europe. Ha collaborato con UNEP, IUCN e WWF.

È uno dei fondatori di Better Nature.

Movimento che mira ad assistere l’umanità nella “trasformazione delle attività” in modo da ripristinare la natura ed evitare di distruggerla.

Le critiche di Halle sono dure ma hanno un intento preciso: mobilitare le persone.

“Per proteggere la natura e invertire le tendenze attuali. Per ricostruire un mondo naturale robusto e diversificato, il cuore di ogni economia vitale”.

Sono 3 i punti su cui chiede di ragionare.

Il nostro mondo naturale è in uno stato di crisi. Dalla prima riunione della Convenzione sulla Diversità Biologica nel 1992, il declino ha avuto una potente accelerazione.

I finanziamenti per la conservazione da soli non sono efficaci. Sembrerebbe che per ogni dollaro speso per affrontare la deforestazione, 150 dollari vengono spesi in attività che portano a conseguenze come la deforestazione.

Non si può invertire nessuna triste tendenza contando -solo- sui governi. E il settore privato non può mutare senza cambiare i suoi sistemi di incentivi.

Ma questo super anno offre un’opportunità unica. Una nuova attenzione internazionale sulla biodiversità e gli ecosistemi.

La domanda chiave da porsi è: come possiamo usare questa opportunità per affrontare le cause alla base della catastrofe globale della biodiversità, e quindi invertirla?

Davvero il ciclo di incontri potrebbe portare al cambiamento sistemico?

La soluzione: una “nuova normalità” sostenibile

Alle sue critiche Halle fa seguire –soluzioni– che propone a fondamento della creazione di una nuova normalità.

Un cambiamento trasformativo nel modo in cui affrontiamo la conservazione.

Come lo realizziamo?

Bisogna rendere inaccettabili le attività irreversibilmente dannose verso la natura. Come succede per il lavoro minorile o la schiavitù.

Per costruire tale normalità, la domanda pubblica di cambiamento deve raggiungere un punto in cui diventa politicamente impossibile da ignorare.

Quindi occorre raccontare una nuova storia: rinvigorente!

Basata sul fatto che, nella maggior parte dei casi, la perdita di biodiversità può essere invertita con le conoscenze e le tecnologie esistenti. Il che può essere fatto ad una frazione dei costi che si avrebbero lasciando collassare i sistemi naturali.

La prospettiva di riportare la natura in salute deve ispirare ed eccitare. Questa narrazione può mobilitare le persone per un’azione globale travolgente a tutti i livelli.

Secondo lui, niente accadrà senza una domanda pubblica sostanziale e organizzata.

Quindi afferma che abbiamo bisogno di più movimenti di azione civica, come gli scioperi del clima o l’Extinction Rebellion, ma questi devono essere incanalati per sostenere azioni risolute e positive.

Altrimenti rischiano di dissiparsi, di diventare violenti, di essere screditati.

Teniamoci pronti per i fuochi d’artificio.

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