Green Week di Parma: un bilancio della manifestazione
Da oltre dieci anni la firma “Green Week Parma” supporta la necessità di affrontare i temi legati alla green economy.
Green Week Parma è promossa da Fondazione Symbola con ItalyPost e Corriere della Sera-Buone Notizie. In collaborazione con il Comune di Parma.
Quest’anno la manifestazione è stata divisa in due parti.
Nei primi tre giorni è stato previsto un tour alla scoperta delle “Fabbriche della Sostenibilità”. Gli esempi imprenditoriali più virtuosi.
Poi, il vero e proprio Festival della Green Economy. Che ha visto protagonisti i più importanti esponenti dell’economia, della finanza, e delle istituzioni.
Ovviamente quelli attenti ai temi della sostenibilità.
Tra questi, il Premio Nobel 2021 per la chimica, David MacMillan.
Maxine Bédat, teorica dell’insostenibilità del fast fashion con il nuovo libro, Unraveled.
Lo chef tristellato Massimo Bottura. E il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Bruno Tabacci.
Tre giorni di convegni, dibattiti e incontri.
“Perché la transizione ecologica non si realizza da soli.”
Questo il messaggio fondamentale, lanciato all’unanimità.
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Green week Parma 2022
Com’è nata la Green Week Parma?
Sull’onda degli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea.
Fin dal 2011 l’iniziativa si è inserita e affiancata alla svolta intrapresa con la presidenza di Ursula von der Leyen.
“Riformare i paradigmi dell’economia comunitaria per far fronte alla crisi climatica e a quella della biodiversità.”
Lo afferma Marco Onida. Senior Expert-Team Leader Forest della direzione generale per l’Ambiente della Commissione europea.
Questo obiettivo diventa ancora più importante quando vengono stanziati i fondi del Next Generation EU.
Importanti risorse che i Paesi possono e devono sfruttare rispettando alcuni paletti. Tra cui il “principio del non nuocere all’ambiente”.
Quindi, nessuna misura inserita in un piano per la ripresa e la resilienza deve arrecare danno agli obiettivi ambientali.
Dello stesso avviso è anche Ermete Realacci. Presidente di Fondazione Symbola e del Comitato tecnico scientifico del Festival della Green Economy.
È lui a sottolineare la correlazione tra chi, negli ultimi anni, si è impegnato nelle tematiche della sostenibilità e la crescita economica.
“Chi oggi pensa che difendere l’ambiente non significhi proteggere l’economia è rimasto indietro.”
A quanto pare, le aziende che non si impegnano nel green, oggi sono più deboli sul mercato.
Non è un caso che le imprese italiane, che da decenni operano in direzione della sostenibilità siano delle superpotenze europee nell’economia circolare. Ma anche nell’ecodesign o nell’agricoltura.
Se Italia ed Europa non investono sulle rinnovabili, non creano innovazione. E potrebbero definitivamente perdere il treno della crescita.
Come cambiano, dunque, le aziende?
Con un impegno, messo nero su bianco. Da parte di imprenditori e imprese.
Per dare forza e visibilità all’urgenza di procedere verso un mondo più pulito. E con meno diseguaglianze.
E così, è stato siglato il «Manifesto delle mille imprese green».
Manifesto delle mille imprese “verdi”
Il Manifesto presentato alla Green Week Parma è un documento che ribadisce come la svolta verde debba essere trasversale a tutte le filiere del Made in Italy.
Dalla moda all’agroalimentare, passando per la logistica e l’automotive.
In qualsiasi settore si intervenga, le imprese firmatarie si posizionano in prima fila rispetto al target europeo di azzerare le emissioni di Co2 entro il 2050.
Aziende che lavoreranno investendo in energie rinnovabili. Riprogettando i prodotti così da renderli a basso impatto climatico.
Nella prima giornata della Green Week sono stati affrontati anche i temi relativi alla geopolitica e alla crisi energetica.
In molti hanno ricordato l’importanza del -sistema Europa- per uscire dall’emergenza.
Secondo gli esperti la politica energetica non può però che essere europea. Non può essere nazionale, nè regionale.
Non a caso il tema delle autorizzazioni per le rinnovabili bloccate è un problema a livello regionale.
Un assetto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza punta a superare.
Green week Parma: la borsa premia la sostenibilità
Perché secondo la Green Week sostenibilità e crescita vanno di pari passo?
Lo ribadisce Realacci.
“Le aziende che investono in sostenibilità performano meglio delle altre. Parliamo di circa un terzo delle imprese italiane che si collocano tra quelle che innovano di più, esportano di più, producono più posti stabili”.
Un grosso aiuto nella svolta green può quindi arrivare dalle imprese.
Allo stesso tempo in questi ultimi anni, le aziende più responsabili stanno letteralmente volando in Borsa.
Per la felicità degli investitori, che si trovano ampiamente ripagati per aver scelto la strada della finanza sostenibile.
È anche la tesi di una importante analisi del Financial Times.
Il fatto che le strategie Esg ottengano performance migliori sui mercati, secondo loro, è fuori da ogni dubbio.
E si tratterebbe di un trend particolarmente evidente soprattutto nei paesi emergenti.
L’indice MSCI Emerging Markets Leaders, che include 417 aziende che hanno alti punteggi Esg, dalla crisi finanziaria del 2008-2009 ha sistematicamente superato il benchmark MSCI Emerging Markets.
A livello globale, poi, la situazione sarebbe la stessa.
Abbiamo, quindi, gli strumenti per uscire dalla crisi.
Anche da quella energetica!
Gianni Vittorio Armani (ceo di Iren) per esempio, pensa alle rinnovabili ma anche ai rifiuti.
Già oggi è possibile gestire l’umido con impianti moderni e creare biogas.
Solo dall’umido urbano si può arrivare a una riduzione del 5% del consumo di gas tradizionale in Italia.
Infine, anche le banche possono fare la loro parte. Questo, secondo Roberto Ghisellini, condirettore generale Crédit Agricole Italia.
“Bisogna però specializzarsi, conoscere le filiere, accompagnare le aziende nella trasformazione dato che oggi il pricing del credito è già legato ai parametri di sostenibilità”.
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