Imprese ed Economia Circolare: ecco chi e come fa impresa sostenibile

ASM SET 25/ott/2020
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Tassello fondamentale della rivoluzione contemporanea, in tre parole: imprese economia circolare!

Tre termini, neppure una frase che sembri avere senso, eppure un supporto inestimabile per la sostenibilità ambientale.

Quanto lavoro, quanta fatica…quanto valore in queste “imprese”.

Il percorso per rendere un’azienda circolare, in genere, inizia da un piccolo cambiamento e poi travolge tutto.

Cambiamento che avviene prima “nella testa di qualcuno”.

Click! E l’ingranaggio comincia a funzionare in modo diverso.

Archimede, nel conoscere l’economia circolare, avrebbe detto: Eureka!!!

Per gli imprenditori, l’impatto iniziale non deve essere semplicissimo.

Ci si trova ad affrontare continuamente sfide importanti quando si è responsabili di una realtà aziendale, piccola o grande che sia.

Inoltre, i meccanismi circolari da poter mettere in moto sono molteplici e c’è una notevole differenza nell’impostazione dei progetti.

Un conto è iniziare sapendo cosa si intende per economia circolare, un’altra condizione è quella in cui bisogna “trasformare” qualcosa che esiste già.

Unica certezza: per le imprese economia circolare significa benefici e opportunità da sviluppare.

Su questo tema Legambiente e il Laboratorio Manifattura Digitale dell’Università di Padova, nel 2017, hanno strutturato una ricerca.

Dalla loro collaborazione è nato uno studio sulle aziende italiane che fanno economia circolare.

L’obiettivo, fin dall’inizio, è stato l’approfondimento delle motivazioni e dei risultati che sono stati conseguiti dalle imprese, attraverso l’economia circolare. Ma si è indagato anche sulle difficoltà nel processo di transizione da lineare a circolare.

Come funziona l’economia circolare? Come accelerare la transizione? Oltre ai casi pratici da cui trarre ispirazione, l’argomento si approfondisce nei libri di economia circolare, per poi seguire i principi basilari proposti come toolkit dalla Ellen Macarthur Foundation.

È possibile accedere ai finanziamenti erogati dall’Europa ed entrare nel circuito anche attraverso le varie associazioni che hanno come mission quella di sostenere la circolarità attraverso i loro servizi alle imprese.

Imprese economia circolare: modelli, principi, casi concreti

Esistono molti casi di “economia circolare in Italia”. Quasi una targa, un marchio di cui andare fieri.

Progetti innovativi in linea con la circolarità e le pratiche di “Corporate Social Responsibility”.

Cosa sono? Parliamo di questioni etiche inevitabilmente implicate nella strategia che un’impresa sceglie di attuare per il suo sviluppo.

Fino a poco tempo fa la “Responsabilità Sociale d’Impresa” poteva essere vista come atto volontario, ma da una decina d’anni è tutto cambiato.

Il peso dell’approccio soggettivo dell’impresa è stato ridotto, grazie anche alla teoria degli Stakeholder e viene richiesta maggiore adesione a quei principi promossi da organizzazioni internazionali quali OCSE e ONU.

Tra l’altro, la Costituzione italiana all’articolo 41 recita:

“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”

È la nostra cultura!

Dunque, l’impresa economia circolare, oltre a garantire gli standard previsti dal CSR (collegati al rispetto dei diritti umani e sociali) si impegnano a:

  1. ridurre gli sprechi
  2. ottenere più valore dai prodotti
  3. ridurre le emissioni dannose per l’uomo e il pianeta

Inoltre, anche secondo la commissione Europea, l’approccio circolare consentirebbe vantaggi economici e accesso ai “beni” per molte più persone nel mondo.

Tutto ciò può avvenire seguendo diverse direzioni, ogni impresa dovrebbe avere la possibilità di perseguire il modello circolare, applicandolo nel modo più efficace al proprio settore di business.

In sintesi, è possibile delineare 5 modelli da cui trarre beneficio attraverso lo sviluppo di idee circolari:

  1. Prodotti che diventano servizi (leasing/noleggio)
  2. Lunga vita ai prodotti (recupero e ricondizionamento)
  3. Trasformazione (componenti da riutilizzare)
  4. Riciclo (e tecnologie del riciclaggio)
  5. Consumo condiviso (piattaforme di scambio e condivisione)

Leggi anche: Economia circolare esempi

Aziende che fanno economia circolare: casi pratici

Quali sono i settori che possono aderire al progetto economico circolare? Tanti. Tutti!

Se decidessimo di non “sprecare” parole in merito al settore agro/alimentare, potremmo andare direttamente all’elenco e citare: il settore tessile, la mobilità, il turismo, l’edilizia. Volendo tralasciare tutto ciò che riguarda le energie rinnovabili e le tecnologie innovative connesse al mondo green.

In realtà, non c’è nulla che si possa trascurare o sottovalutare quando si parla di imprese che sanno cosa si intende per economia circolare e s’impegnano ad attuarla.

Potremmo chiamarli “eroi” dell’epoca moderna.

Imprese economia circolare: Frosta

Cominciamo col citare un’azienda del mercato dei surgelati: Frosta. Dalla biodiversità all’economia circolare, il progetto “Frosta amica della natura” ha come obiettivo quello di proteggere l’ambiente.

L’azienda è impegnata nel ricercare e sviluppare prodotti e processi di produzione ad impatto Zero.

Tradotto nella pratica:

  1. produzione etica e responsabile
  2. trasparenza di filiera e tracciabilità dei surgelati
  3. selezione e lavorazione “genuina” (metodi di coltivazione e pesca sostenibili, zero additivi)
  4. etichette trasparenti
  5. pack sostenibili

Vaillant: azienda di economia circolare

L’azienda Vaillant, leader nella fornitura di sistemi intelligenti per la casa, si impegna per la sostenibilità ambientale attraverso: il progetto SEEDS, il manifesto programmatico The Green Evolution e la campagna promozionale per rottamare caldaie vecchie/inefficienti.

Gli obiettivi:

  1. Riduzione delle emissioni di CO2 del gruppo per il 25%
  2. Zero incidenti
  3. Efficienza nello sviluppo dei prodotti

Ogni cliente sostituendo la sua caldaia avrà sette anni di garanzia e contribuirà alla crescita degli alberi all’interno delle aree protette nel Parco del Ticino (Lombardia) e  nella Valle dell’Aniene (Lazio).

Grazie a questo progetto, cambiare caldaia significa riduzione dei consumi energetici, dei gas serra e della CO2 in atmosfera.

L’inquinamento atmosferico è tra i maggiori responsabili delle malattie respiratorie e cardiovascolari nel mondo, oltre ad aggravare il cambiamento climatico in atto.

Un piccolo gesto quello di piantare alberi, ma essenziale per noi e l’ambiente.

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Ellen Mac Arthur (Mac Arthur Foundation)

Il toolkit RESOLVE per le imprese

Nel percorso che separa le aziende dall’economia circolare si incontrano barriere di ogni sorta. Per questo motivo la Ellen MacArthur Foundation cerca di portare il concetto di Economia Circolare ad un livello accessibile per chiunque.

Così nasce “Resolve framework”, insieme di 6 attività per abilitare la transizione, che richiede un approccio “passo dopo passo”.

Anche la quantità di informazioni sull’economia circolare (in fermento) va veicolata in maniera efficace.

La fondazione propone questo strumento sintetico, con vari modelli di business proposti, al fine di aumentare la permanenza del valore nel ciclo di vita per tutto il tempo possibile.

Lo scopo è quello di minimizzare l’approvvigionamento da risorse vergini, abbattere i consumi, eliminare gli sprechi.

Questo approccio può essere utile per chi desideri avviare progetti pilota ma anche come prima presa di coscienza per chi non abbia mai sentito parlare di Economia Circolare.

RESOLVE:

  1. RE = RIGENERARE. Agire utilizzando fonti rinnovabili come input per energia e materia, prevedendo il reinserimento nell’ecosistema (come: biomasse reimmesse nella biosfera). Modelli di riferimento: Nespresso ed Hankook.
  2. S = (share) CONDIVISIONE. Riuso, mercato di “seconda mano” e nuovi business che creano valore con prodotti accuratamente progettati per durare ed essere utilizzati da più utenti. Imprese di questo tipo: BlaBlaCar, Airbnb, Patagonia.
  3. O = OTTIMIZZARE.  Migliorando continuamente le performance di prodotti e servizi, attraverso le nuove tecnologie e la riduzione degli sprechi in tutte le fasi. Un modello: “Toyota Environmental Challenge 2050”
  4. L = (loop) CIRCOLARE. Tenere le risorse dentro il ciclo di vita attraverso strategie circolari come rimanifattura, riciclaggio, digestione anaerobica. Da conoscere: Dell, Renault, Catterpillar.
  5. V = VIRTUALIZZARE. Sfruttando le tecnologie, rendendo digitale quanto prima era fisico (libri, musica, shopping…) Aziende: Kindle, Netflix, Zalando.
  6. E = (exchange) SCAMBIO. Utilizzare nuovi materiali, tecnologie e prodotti/servizi per trasformare pratiche desuete con modalità circolari. Adidas, 100% plastiche riciclate entro il 2024

Pandemia, economia e opportunità circolari

Accelerare la transizione verso l’economia circolare e ridurre le emissioni è la chiave per favorire anche la migliore ripresa post Covid che possiamo augurarci.

In merito allo scenario mondiale, ancora la Ellen MacArthur Foundation mette a punto documenti fondamentali per l’analisi delle politiche e degli investimenti.

Vengono individuati cinque settori dell’economia implicati in maniera sostanziale per la ripartenza economica e le relative opportunità di investimento: costruzioni, moda, cibo, trasporti, packaging.

Tornando al quadro che emerge dallo studio, presentato nel rapporto “L’economia circolare nelle imprese italiane e il contributo di industria 4.0” anche Legambiente e l’Università offrono spunti per programmare azioni e interventi efficaci.

Il focus viene posto su vari modelli di business e ne emerge che l’economia circolare risponde al desiderio di crescere, considerando però le pressioni cui le risorse (non infinite) vengono sottoposte.

Lo studio mostra risultati chiari rispetto alle motivazioni che muovono il cambiamento: da una parte il forte orientamento sociale evidenziato nella filosofia delle imprese, dall’altra le esigenze che variano per i mercati di riferimento.

Alla domanda essenziale: essere circolari conviene? I risultati ottenuti dallo studio rispondono: assolutamente sì!

Tra l’altro essere circolari non è un’opportunità riferita solo alla questione economica e/o reputazionale. Nella ricerca congiunta, è appurato che ad aumentare grazie alla filosofia circolare è anche la motivazione del personale impegnato sul lavoro.

Le tecnologie (come quelle legate all’industria 4.0) possono supportare e favorire l’economia circolare in particolare per la capacità di conoscenza (misurazione, tracciabilità) e monitoraggio dei processi e dei prodotti.

Infine il marketing, nel passaggio alla circolarità, si configura come strumento necessario per:

“colmare il gap tra finalità di accrescimento del valore del prodotto e capacità del mercato (consumatori) di riconoscere il maggior valore connesso a processi di innovazione (di prodotto e processo)”

Investimenti essenziali per ripensare “il consumo” e il fare impresa.

Effetto economia circolare su: imprese, ambiente e persone. Invito a partecipare

Una piccola riflessione sullo sperpero di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, denunciato pochi giorni fa durante la “Giornata mondiale dell’alimentazione”.

Non vogliamo fermarci agli aspetti di natura etica, anzi, anche in virtù di questi vorremmo comprendere insieme le dimensioni di questa sfida.

Guardiamo in faccia alla realtà: lo spreco alimentare comporta costi esorbitanti per tutto e tutti. Non solo in termini di energia e materia.

A livello soltanto domestico e considerando solo l’Italia, indovinate un pò?  Sono più di 2 milioni di tonnellate di cibo edibile, quello che sprechiamo in un anno.

A livello economico? Quasi 12 miliardi di euro.

A livello globale? Lo spreco del cibo arriva sulla soglia di un terzo della produzione. Sappiamo che gli alimenti costano terra fertile, acqua, emissioni e… rifiuti.

Contemporaneamente a tutto ciò: una persona su nove, rimane DENUTRITA.

Un minuto di silenzio per ciascuna di esse.

Mentre riflettiamo, possiamo scoprire che la Fao e l’Ispra nel lavorare contro lo spreco suggeriscono di agire attraverso:

  1. il supporto alle reti alimentari locali e solidali (soprattutto piccola scala ed ecologiche)
  2. la tutela per l’agricoltura contadina e l’accesso alla terra
  3. il supporto all’agro ecologia e all’agro biodiversità
  4. progetti di agricoltura sociale e urbana
  5. l’opposizione agli illeciti
  6. il sostegno e lo sviluppo delle attività di ricerca

Per concludere con una buona notizia, ulteriori esempi di economia circolare: la città di Milano, lavorando per cinque anni, proponendo menu scolastici innovativi, ha ridotto gli sprechi e tagliato del 20% le emissioni equivalenti di CO2.

Il miglior risultato a livello internazionale, una buona notizia nella giornata mondiale dell’alimentazione.

Volere è potere.

Leggi anche: Rapporto sull’economia circolare in Italia 2020

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