Cos’è il risparmio energetico e perché non possiamo più farne a meno
Con la locuzione risparmio energetico, oggi, ci riferiamo alla decisione, quindi alla pratica, di utilizzare meno energia possibile.
Spegnere la luce quando si lascia una stanza.
Staccare gli elettrodomestici quando non ne abbiamo bisogno.
Camminare o andare in bici invece di prendere l’automobile!
Sono tutti esempi importanti di risparmio energetico.
Dunque, famiglie e imprese possono risparmiare elettricità e gas, spendere meno e aiutare l’ambiente?
Si!
Nonostante le “bollette della luce” per gli italiani siano aumentate davvero troppo negli ultimi mesi.
C’è un’altra cosa.
Da vent’anni a questa parte una crescente consapevolezza riguardo a certi temi ha restituito alla questione del risparmio energetico una connotazione etica e morale.
Non possiamo dimenticare che il protocollo di Kyoto risale al 1997.
E questo trattato internazionale, riguardante il riscaldamento globale, ci avvertiva già al tempo delle conseguenze delle attività (dis)umane.
Siamo responsabili della maggior parte dell’incremento della temperatura globale. Avvenuto dalla metà del XX secolo!
Quantificare i danni può rivelarsi deprimente.
Reagire, facendo i conti con la propria impronta ecologica, è quanto di meglio possa capitarci.
Dunque, la tematica del risparmio energetico ha diverse sfaccettature…
Una di queste riguarda la sua particolare importanza in relazione alle agevolazioni.
Quelle che i contribuenti possono ottenere in virtù dei loro “comportamenti” al fine di ridurre i consumi.
Per capire se e come è possibile ottenere tali agevolazioni, l’Agenzia delle Entrate ha definito in maniera specifica il concetto.
In Italia, perciò, rientrano nell’ambito del risparmio energetico tutti gli “interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti”.
Insomma, dai piccoli accorgimenti, agli interventi strutturali del singolo, alle cooperazioni internazionali, lo scopo è avere cura.
Per il pianeta e per il nostro benessere.
Risparmio energetico: definizione e applicazione
In parole povere, per noi tutti, risparmio energetico significa: ridurre produzione e consumi.
Accendiamo un computer, utilizziamo un elettrodomestico, facciamo una doccia calda?
Dobbiamo ricordarci che stiamo consumando energia e generando un impatto sull’atmosfera.
Ecco perché il risparmio e l’efficientamento energetico sono utili.
Specialmente se per soddisfare il fabbisogno viene abbinato l’incremento delle fonti rinnovabili.
Il risparmio può essere ottenuto:
- modificando i processi energetici in modo che ci siano meno sprechi;
- convertendo l’energia da una forma all’altra;
- utilizzando meno servizi;
- scegliendo dispositivi (intelligenti) che richiedono meno energia;
- optando per l’energia sostenibile!
Purtroppo, la maggior parte delle fonti a cui attingiamo nella vita quotidiana sono fonti non rinnovabili. Ma quanto dureranno ancora?
Gli americani ne sanno qualcosa. Con una crisi energetica dopo l’altra ad oscurare la maggior parte degli ultimi tre decenni.
Dalla crisi dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) degli anni ’70, al costo vertiginoso del petrolio e della benzina. La preoccupazione è costante.
La questione energia è sempre presente. Nei discorsi presidenziali, nelle conferenze, nei libri sui disastri ambientali…
Quindi, torniamo a noi!
Nel 2018 gli italiani spendevano (in media) tra i 1.500 e i 2.000 euro l’anno per riscaldare la propria casa.
Una spesa che poteva già essere sensibilmente ridotta grazie agli interventi di efficienza energetica.
Eppure, secondo i dati contenuti nel rapporto Legambiente non è mai stato facile sapere quanto consumi la propria abitazione. (Il titolo è “Basta case colabrodo”)
Nonostante questa informazione dovrebbe essere un diritto sancito per legge.
In Italia, la costruzione dell’82% degli edifici risale a prima dell’entrata in vigore della normativa in materia di efficienza energetica.
Circa il 16,8% delle case residenziali necessita di interventi conservativi e migliorativi.
Ovviamente non solo dal punto di vista energetico! Da qui la definizione di case colabrodo.
Risparmio energetico: legge in Italia
In genere, la valutazione del risparmio energetico deriva da una diagnosi che evidenzia i consumi. Quindi individua le possibilità di conseguire interventi di aumento dell’efficienza.
La norma di riferimento è UNI CEI/TR 11428:2011.
Un esempio di “risparmio” immediato, invece, sta nella sostituzione delle lampadine.
Quelle a LED hanno un consumo pari al 20% delle lampadine ad incandescenza, a parità di energia radiante.
Per risparmiare energia nel riscaldare gli edifici si fa uso di valvole termostatiche, di cronotermostati e si sostituiscono le caldaie.
Possiamo sostituire gli infissi obsoleti e migliorare l’isolamento termico delle pareti.
È con il Decreto Legislativo 192/2005 che l’Italia ha recepito la direttiva 2002/91/Ce.
Questa stabilisce una serie di misure dirette a ridurre il consumo di energia degli edifici presenti sul territorio italiano.
Viene introdotta la Certificazione energetica. Esattamente l’attestato che dovrebbe documentare quanto un edificio spreca o risparmia, in termini energetici.
Successivamente altri disposti legislativi hanno innovato il regime giuridico relativo alla riqualificazione energetica degli edifici.
Risale a marzo 2018 il decreto sul Fondo nazionale per l’efficienza energetica.
Provvedimento che stanziava oltre 180 milioni di euro per la realizzazione di interventi di risparmio energetico, per imprese e pubblica amministrazione.
In molti territori, paradossalmente, non esistono controlli adeguati sugli attestati di classe energetica degli edifici.
Spesso manca chi controlla, mentre la legge imporrebbe di controllare almeno il 2% degli attestati rilasciati. (A Bolzano prevedono il controllo sul 100%)
Addirittura, è possibile acquistare le certificazioni sul web.
E non si tratta di certificazione false…Ma di certificazioni non attendibili! Spesso eseguite in modo improprio o non conforme alle norme.
Tutto ciò, anche se da diversi anni effettuare interventi di riqualificazione ed efficientamento permette di godere delle agevolazioni fiscali. (Gli Ecobonus.)
Dunque, meglio rivolgersi a un tecnico specializzato, che abbia seguito un corretto percorso di formazione!
Bollette “care” e inquinamento
Il nodo della questione “risparmio energetico – bollette – salvaguardia dell’ambiente”, secondo il ministro Cingolani, non è dovuto solamente all’aumento della domanda di energia.
(Con conseguente aumento del costo del gas a livello mondiale.)
Ma anche alle “quote di CO2” introdotte dall’Unione europea con il sistema Ets (Emissions Trading Scheme).
Ogni azienda dovrebbe pagare una quota per tonnellata di CO2 emessa nell’atmosfera a causa dei propri affari. Il principio è: chi inquina paga.
Ad oggi, il “diritto ad inquinare” viene concesso a fronte di 55-56 euro per ciascuna tonnellata di CO2.
Ed in effetti, un grafico pubblicato da Ember climate (think tank indipendente sul clima e la transizione energetica), sembra smentire che la colpa dei rincari sia da attribuire al sistema Ets.
I dati mostrano che il costo del gas è aumentato vertiginosamente, passando da 20 euro per milliwattora a quasi 120.
Mentre l’andamento del costo della CO2 è rappresentabile da una linea piatta.
Al ministro Cingolani ha risposto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. Sottolineando che:
“solo circa un quinto dell’aumento dei prezzi dell’energia può essere attribuito all’aumento dei prezzi della CO2″.
Il problema, a quanto pare, è che si è fatto troppo poco per le rinnovabili.
Infatti in Parlamento, nella voce ambientalista di Rossella Muroni (ex presidente di Legambiente), il ragionamento è semplice.
Se ci fossero più rinnovabili, il costo dell’anidride carbonica sarebbe abbattuto.
Proprio perché con le fonti pulite non occorre acquistare molti “diritti ad inquinare”.
Risparmio energetico: esempio di aziende e cittadini
Dunque: l’energia solare, l’idroelettrica, l’eolica possono aiutarci sul fronte del risparmio energetico!?
Certo! Non a caso l’energia pulita traina la transizione verso l’economia circolare.
Tra l’altro, il mercato delle quote di CO2 istituito dal Protocollo di Kyoto prevede che le imprese ricevano, acquistino e scambino le quote di emissioni.
Quindi, chi non utilizza le quote (particolarmente bravo a ridurre la dispersione di agenti climalteranti) può rimetterle sul mercato.
Un obiettivo allettante per le imprese virtuose. Deterrente per quelle più inquinanti.
Finora gli impianti coperti dallo schema Ets hanno ridotto le proprie emissioni di circa il 35% tra il 2005 e il 2019. L’obiettivo è raggiungere il 43% entro il 2030.
Un altro esempio virtuoso in tema di risparmio energetico arriva dall’India.
Dopo l’istituzione dei National Conservation Awards del 1991, è nato il World Energy Conservation Day.
Che ha assunto una dimensione internazionale dal 2004.
La Giornata Nazionale della Conservazione dell’Energia viene “festeggiata” il 14 dicembre di ogni anno.
Si concentra sul rendere le persone consapevoli del riscaldamento globale e del cambiamento climatico. E promuove gli sforzi verso il risparmio delle risorse.
In Italia, invece, nel 2005 la trasmissione di Radio2 Caterpillar ha indetto per il 16 febbraio la prima giornata nazionale del risparmio energetico. (Giorno dell’anniversario del protocollo di Kyōto)
L’iniziativa prende il nome da Ungaretti e s’intitola “M’illumino di meno”. Quest’anno si terrà l’11 Marzo.
Manifestazione, che nonostante la breve durata, ha ottenuto un riscontro effettivo in termini di risparmio energetico.
Secondo quanto riportato da Terna (società responsabile della trasmissione di energia elettrica in Italia) nei minuti successivi l’avvio dell’iniziativa si verifica un sensibile calo dei consumi.
Il fabbisogno istantaneo di energia registrato è stato di circa 300 MW inferiore nel 2007, di oltre 400 MW nel 2008…
“M’illumino di meno” per il risparmio delle risorse e la sostenibilità
Nella puntata speciale di Caterpillar, sul risparmio energetico e gli stili di vita sostenibili, si raccontano le adesioni più illustri e particolari.
(Tra gli altri: Medici Senza Frontiere, il Fai, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, innumerevoli artisti…)
Durante la campagna radiofonica, il programma racconta le migliaia di adesioni: di scuole, comuni, associazioni e singoli cittadini.
Siamo tutti invitati a ridurre al minimo il consumo. Spegnendo il maggior numero di dispositivi elettrici non indispensabili:
“Creando un momento di simbolico silenzio energetico”.
Intorno alla Giornata si è sviluppato un repertorio di buone pratiche ambientali e scientifiche. Mutate negli anni con i cambiamenti tecnologici ed amministrativi, ma condivise e partecipate dall’intera comunità di ascoltatori.
Nella Giornata sono state spente simultaneamente le maggiori piazze e monumenti d’Italia…
L’eloquenza delle nostre azioni parla chiaro: insieme si può!