Agricoltura sinergica: una via per l’abbandono di pesticidi esiste

ASM SET 4/apr/2022
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Perché quando diciamo “agricoltura sinergica” sappiamo che si tratta di un’evoluzione (alimentare e produttiva) alla portata di tutti?

In realtà, lo abbiamo visto in alcuni dei nostri approfondimenti!

Esistono molte opportunità per scegliere di nutrirsi in modo sano.

Ma l’agricoltura sinergica ribadisce innanzitutto un concetto. E con grande determinazione!

Dobbiamo abbandonare l’uso di prodotti chimici e pesticidi.

L’esigenza, la priorità…è quella di un’agricoltura diversa da quella attuale (concentrata sulla grande distribuzione).

Abbiamo bisogno di un’agricoltura che metta al centro la conservazione della biodiversità e delle risorse naturali.

Che faccia i conti con le conseguenze dei cambiamenti climatici.

Che ci consenta di applicare la sapienza accumulata di generazione in generazione.

E il bello è: che tutto ciò è possibile!

Grazie all’agricoltura sinergia, ma anche a tutti quei modelli di coltivazione che rientrano nella sfera di un’agricoltura sostenibile.

Non facciamo di tutta l’erba un fascio.

Il fatto è che, non a caso, quando facciamo riferimento: al kilometro zero, all’agricoltura biodinamica, a quella naturale… sappiamo di partire dagli stessi principi di base.

Avere cura degli ecosistemi e fare attenzione a ridurre il più possibile la nostra impronta ecologica!

Per questo, evitare l’uso di pesticidi è fondamentale.

Non a caso stiamo transitando dall’economia lineare a quella circolare.

Non a caso stiamo scegliendo di passare dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.

Tutto, Intorno a Noi, sta cambiando.

Perché abbiamo capito che per il nostro benessere, l’economia è importante, ma non può essere l’unico scopo della vita.

Infatti…è un’economia sostenibile l’obiettivo a cui mirano i governi di tutto il mondo.

(Di cui il sistema alimentare è parte essenziale, meglio ribadirlo!)

Agricoltura sinergica: perché sta cambiando il nostro approccio

L’agricoltura sinergica nasce dall’adattamento al clima mediterraneo dell’agricoltura naturale.

Ancora una volta, scopriamo che osservare con cura il mondo che ci circonda, ci permette di andare incontro ai nostri bisogni fondamentali.

Partiamo da un esempio recente.

Il 2021 si è rivelato un altro anno difficile per l’agricoltura del nord e del centro Italia.

Con temperature sottozero per intere nottate a primavera inoltrata.

Solo all’assessorato regionale dell’Emilia-Romagna sono pervenute 3.423 domande di indennizzo. Per i danni dovuti alle gelate di marzo e aprile.

Complessivamente si tratta di oltre 230 milioni di euro.

Purtroppo, non si è trattato di una sfortunata coincidenza. Anche queste sono le conseguenze del riscaldamento globale.  

Evitare i pesticidi non risolverebbe il problema? Beh, soltanto passo dopo passo si raggiunge la meta!

Attualmente, gli inverni più miti fanno fiorire le piante in anticipo.

Poi le temperature crollano improvvisamente in primavera.

Vengono distrutti gran parte dei raccolti di albicocche, susine, ciliegie, pesche.

Insomma, il mondo agricolo non ha altra scelta se non quella di attrezzarsi per fenomeni simili. Destinati a diventare la norma.

Le diverse filiere sono chiamate ad attrezzarsi per prevenire l’impatto dei cambiamenti climatici. E ad affiancarle, in Italia, c’è il progetto Life Ada.

Non si tratta di “formarsi” sullo schema dell’agricoltura sinergica. Piuttosto, di avere una preparazione sul campo tale da progettare strategie (sostenibili).

Life è lo strumento finanziario dell’Unione europea. Dal 1992 ha cofinanziato oltre 5.500 progetti legati a: ambiente, biodiversità e clima.

Ada è un acronimo che significa Adaptation in agriculture.

L’intento?

Aumentare la capacità di adattamento degli agricoltori tramite:

  • una maggiore conoscenza degli scenari climatici;
  • strumenti per prendere decisioni strategiche;
  • pianificazione coerente a livello regionale;
  • garanzia di assicurabilità nel lungo termine.

Siamo partiti dall’Emilia-Romagna come regione pilota. Nel lungo termine potrebbe coinvolgere 242mila agricoltori in tutt’Italia.

Quanti e quali sono i principi su cui si basa l’agricoltura sinergica?

Passiamo dunque ad approfondire il tema dell’agricoltura sinergica attraverso i suoi principi.

Perché, come spiega la project manager di LifeAda (Stefania Faccioli): un piano di adattamento non si improvvisa!

E ciascuno ha il diritto/dovere di scegliere gli strumenti migliori secondo le necessità.

Gli agricoltori sanno benissimo a cosa vanno incontro. Perché lavorano la terra e vedono con i loro occhi l’impatto del clima.

“Oggi, però, il fatto di prepararsi in anticipo non è così scontato. Serve un cambiamento culturale”.

Un cambiamento che parte anche dall’eliminazione dei pesticidi.

L’agricoltura sinergica? Si basa su quattro principi.

Con lo scopo di realizzare una forma di agricoltura in armonia con la natura e non inquinante.

  1. Minima lavorazione del suolo. La terra “lavora da sola”, attraverso la penetrazione delle radici e l’attività di microrganismi, insetti, lombrichi e altri piccoli animali.
  2. Nessun concime di sintesi. Poiché il suolo è ricco di microorganismi che conservano e aumentano la fertilità e che potrebbero essere danneggiati.
  3. Nessun diserbo. Perché le erbe indesiderate vanno solamente controllate, non eliminate.
  4. Nessuna dipendenza dai fitofarmaci di sintesi. Se la natura viene curata con componenti organiche, mantiene più facilmente il suo equilibrio.

L’agricoltura sinergica funziona. E senza pesticidi!

È un metodo di coltivazione rivoluzionario, elaborato a partire dagli anni ’80 dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip (1938-2003)

Metodo rivoluzionario perché lavora con le dinamiche di fertilità naturali del suolo.

In sostanza ciò significa che il suolo migliora e poi mantiene la sua fertilità:

  • se un certo numero di piante vengono piantate densamente in esso;
  • se si usa la pacciamatura per “imitare” lo strato di foglie e compost che si forma spontaneamente.

Fukuoka (con l’agricoltura naturale) ha concretamente sperimentato e dimostrato che l’agricoltura può essere praticata rispettando la dinamica degli organismi viventi.

Sin dagli anni ’30 del secolo scorso.

Ecco perché dobbiamo/possiamo eliminare i pesticidi.

Agroecologia, sostenibilità e cambiamenti climatici: uno studio

Anche il centro di ricerca indipendente Iddri dà ragione ai principi su cui si basa l’agricoltura sinergica.

Tentando di fare il quadro dell’attuale sistema agricolo, offre un paio di alternative plausibili.

Una nuova agricoltura è possibile. Basata sicuramente sull’agroecologia e sull’eliminazione di pesticidi/fertilizzanti di sintesi!

Ad affermarlo è il loro studio intitolato “Ten years for agroecology” (Dieci anni per l’agroecologia).

Oggi l’agricoltura è uno dei settori che contribuiscono maggiormente alle emissioni di gas serra.

Circa il 10% secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente.

L’agricoltura sinergica per evitare pesticidi e supportare la sostenibilità!

Quindi risulta evidente!?

Per rispettare l’Accordo di Parigi e ridurre gli impatti sul suolo e sulle risorse naturali, il comparto deve puntare alla decarbonizzazione.

Quali sono le azioni da compiere secondo i ricercatori?

Prima di tutto sarà necessario scegliere comportamenti alimentari basati su regimi più salutari.

Riducendo i consumi di prodotti di origine animale almeno del 40% rispetto ad oggi.

Prediligendo una maggiore quantità di fibre, frutta e verdure stagionali.

Ne abbiamo parlato anche nell’articolo “Allevamenti intensivi e impatto ambientale: inchiesta completa”.

Perché l’agricoltura sinergica è sostenibile?

Per capire ancora meglio la connessione tra sostenibilità e agricoltura sinergica ci basta pensare a quanto insegna la medicina olistica.

Così, sarà più semplice riflettere sulla questione dei pesticidi.

Quando parliamo di sostenibilità, di agricoltura sinergica… di olismo (anche di economia circolare!) stiamo parlando di una ricerca di equilibrio.

Tra diverse dimensioni…

Per la medicina olistica, se le dimensioni emotiva, sociale, fisica e spirituale sono in equilibrio, da quest’armonia armonia nasce la “guarigione”.

E nell’alimentazione “naturale” (biologica, sinergica, biodinamica…) il concetto di olismo si esprime bene.

Innanzitutto, una buona alimentazione lavora sull’intero individuo. Potenzia il sistema immunitario, agisce sul “terreno” dell’organismo e non sul singolo organo.

L’alimentazione (e la coltivazione) biologica ci insegnano a riconoscere e valorizzare tutte le componenti dell’alimento.

E soprattutto il loro prezioso effetto sinergico, ovvero: l’armonia tra le sue singole parti.

Dunque, la natura conferma l’importanza di una visione olistica della realtà.

Prendiamo uno dei frutti più comuni sulle tavole, la mela.

La sua pectina, contenuta soprattutto nel torso e nella buccia, abbassa il tasso di colesterolo del sangue. Lo dimostrano autorevoli ricerche.

Le stesse ricerche però ci raccontano che la pectina estratta dalla mela (per essere somministrata) non è altrettanto efficace.

In pratica: mangiare una mela tutta intera funziona più che somministrare il suo principio attivo isolato.

Questo perché la pectina del frutto agisce in sinergia con la sua vitamina C. E con tutte le altre componenti!

(Compreso il profumo.)

Cosa c’entra il discorso dei pesticidi?

Nessun utilizzo di prodotti chimici significa più sostanze benefiche nei cibi.

Ed anche minor impatto ambientale e spreco di risorse.

Singole parti di un tutto che fa bene… “fanno bene al tutto”.

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