Carta cioccolatini raccolta differenziata: dove metterla?
Non è detto che sappiamo cosa fare con la carta dei cioccolatini: raccolta differenziata? Sembra la strada da percorrere in ogni caso.
Riciclo? È sempre una speranza per chi ha a cuore le attuali politiche per l’ambiente della green economy.
Riutilizzo? Un po’ difficile nel caso di un piccolo involucro come quello dei cioccolatini.
Ma mai darsi per vinti.
In questo periodo si sente molto parlare di transizione (energetica, economica…). E chiunque cerca di essere attento rispetto al tema della “propria” impronta ecologica.
È soprattutto questa consapevolezza diffusa che porta a chiedersi “dove, come, perché” gettare nell’immondizia un prodotto.
Tubi di Pringles (e patatine varie), cartone della pizza…plastica sporca…carta cioccolatini: la raccolta differenziata è una risposta seria alla questione dei rifiuti.
Quando poi si avvicinano le feste tradizionali (come la Pasqua o il Natale), la situazione sembra peggiorare.
Calendari dell’avvento? Carta da regalo? Carta delle uova di Pasqua. Sono in cima alla lista di domande frequenti poste a chi gestisce i rifiuti.
Una tra le questioni fondamentali è: cosa è riciclabile? Cosa non lo è?
Per quanto riguarda la carta dei cioccolatini, nella raccolta differenziata ha un posto ben preciso: lo stesso bidone dei metalli.
Rispetto a cosa è riciclabile o meno, basterebbe attenersi alle quattro macrocategorie di materiali.
- Plastica
- Metalli (vaschette, vassoi, lattine…)
- Carta (cartoncino)
- Vetro.
C’è, poi, chi dagli “scarti” genera una possibilità creativa.
Tra gli altri, l’artista figurativa Chiodino, che afferma:
“riutilizzare materiali grazie alla fantasia è un processo terapeutico, ci permette di recuperare parti di noi stessi”
Nessun dubbio sulla carta dei cioccolatini: raccolta differenziata da semplificare
Se tendiamo ad avere dubbi, per esempio sulla carta cioccolatini, raccolta differenziata e riciclo diventano pratiche complesse e faticose da svolgere.
Per il singolo individuo e per la società. Per le aziende e la pubblica amministrazione.
Così, alcune organizzazioni hanno deciso di supportare il momento di “transizione” con opuscoli e guide che possano essere tenuti a portata di mano.
Almeno finché serve.
Il WWF ha dato vita ad un vademecum intitolato “Dove lo butto?”.
In generale, comunque, si tratta di elenchi in cui vengono citati materiali, oggetti e prodotti.
Tipici delle feste, utilizzati raramente o topic nelle domande frequenti.
Per suggerire, al momento opportuno, il corretto smaltimento. A volte complicato, spesso semplicemente sconosciuto.
Ad esempio: non tutti sanno “che fine deve fare” la carta del panettone. Dipende!
A volte è biodegradabile, altre volte va buttata nell’indifferenziata. Così come: le candele consumate, i gusci di cozze e vongole, le ghirlande dorate.
Le carte lucide o argentate per i pacchetti, i nastri e le coccarde. I tovaglioli di carta colorati e i tappi di finto sughero di vini e spumanti.
Inoltre, attraverso i suoi suggerimenti, il WWF punta a focalizzare l’interesse delle persone sulla riduzione del consumo di plastica usa e getta.
D’altronde esistono alternative valide e durevoli.
Nei vari opuscoli, poi, siamo sempre incoraggiati ad acquistare oggetti con imballaggi ridotti, evitando “overpackaging”.
Perché non sostenere i negozi che vendono prodotti alla spina come detergenti per la cura della casa e della persona?
Queste soluzioni ci consentono di ridurre notevolmente i rifiuti e lo spreco.
Una regola generale, per chiarire i dubbi sulla carta cioccolatini, la differenziata in generale e il riciclo? Esiste.
Vale per plastica, il vetro e i metalli.
Ad essere riciclati sono gli imballaggi. E solo i materiali che finiscono puliti, nel bidone giusto.
Dove si butta la carta argentata dei cioccolatini?
Per neutralizzare qualsiasi confusione sulla carta dei cioccolatini nella raccolta differenziata.
Definiamo meglio: cosa sono gli imballaggi?
Le confezioni, le scatole, le pellicole e le vaschette. Le bottiglie, i barattoli, i vasetti e i flaconi.
Tutto ciò che contiene, protegge e consente il trasporto dei prodotti che compriamo.
Bicchieri di vetro o giocattoli di plastica (di certe dimensioni) vanno nella raccolta indifferenziata.
A tutti capita di trovarsi con un oggetto in mano chiedendosi:
“dove lo butto?”
Questo è il primo passo per una buona raccolta differenziata.
Molte guide propongono elenchi dei principali prodotti che si trovano nelle nostre case. Per un corretto smaltimento di quegli oggetti che avendo esaurito le loro funzioni, possono diventare rifiuti.
In genere sono in ordine alfabetico e riportano un simbolo accanto.
Ecco una serie di articoli su cui spesso ricade l’attenzione:
Tubi di Pringles standard. Attualmente non sono riciclabili.
Carta da regalo e biglietti glitterati o brillanti. Attualmente non sono riciclabili perché ci sono troppe sostanze chimiche e componenti sulla carta. Eliminando la parte glitterata e la colla, si può mettere l’altra metà nel riciclaggio.
La cosiddetta “carta stagnola” dei cioccolatini. Dicevamo sopra, se è pulita e asciutta può essere riciclata.
Calendari dell’Avvento. Riciclabili a condizione che non siano ricoperti di glitter o con la pellicola incollata. Separate la plastica dal cartone.
Cartone pizza e contenitori da asporto. Dipende…date un’occhiata anche ai simboli del riciclo!
Vestiti inutilizzati? Riciclabili, ma non nel bidone di casa. Dovremo portarli nei siti di raccolta locali o al bidone apposito.
Vecchi apparecchi elettrici o lucine delle feste? Non nei cassonetti domestici. Sicuramente al centro di riciclaggio più vicino.
Batterie, o qualsiasi oggetto con batterie all’interno, ad esempio telefoni o giocattoli. Sempre al centro di riciclaggio locale. O magari in un punto di raccolta adatto, nei negozi o nei supermercati.
La carta dei cioccolatini nella raccolta differenziata: e se fosse un prodotto biodegradabile?
“Carta cioccolatini raccolta differenziata”: in questo articolo sta diventando un mantra.
Beh, sicuramente è uno spunto per riflettere su quanto un piccolo oggetto possa condurci a fare la differenza…
E se il cioccolato fosse avvolto nel cioccolato?
Questa è l’idea che è saltata nella testa di James Cropper, forse proprio mentre si chiedeva dove gettare questa o quella cartaccia.
E adesso possiamo “assaporare” il successo del riciclaggio. Perché da qualche tempo, i gusci dei semi di cacao vengono trasformati in carta.
Un’innovazione che potrebbe salvare le bucce di una quantità come 3,5 milioni di tonnellate di semi di cacao prodotti ogni anno.
L’esperimento del produttore di carta britannico apre la strada a milioni di cioccolatini da avvolgere e vendere nello stesso materiale da cui provengono.
Il guscio del cacao rappresenta circa il 12% del frutto.
Quindi la fabbricazione della carta, proveniente dagli scarti del processo di produzione del cioccolato, potrebbe rappresentare una svolta significativa. Per le industrie alimentari e di imballaggio.
Questo bio-riciclaggio, inoltre, a differenza di altri processi di riciclaggio del cacao, non necessita di bruciare o degradare le fibre del guscio di cacao.
E la carta marrone chiaro “finita” utilizza il cacao come colorante naturale. Evitando la necessità di coloranti artificiali.
Tutto ciò ha portato James Cropper e l’azienda Barry Callebaut ad una nomination al Luxepack in green Award e una vittoria ai Pro Carton ECMA Awards 2013.
Il prodotto finito è costituito prevalentemente da fibre di cellulosa non sbiancate, provenienti da colture sostenibili.
Presenta un contenuto del 10% di gusci di cacao. E i materiali di scarto del cacao vengono consegnati alla cartiera in sacchetti impastabili.
Possono essere incorporati nel processo di produzione della carta. Senza la necessità di ulteriori trattamenti.
Recuperare materiali e creatività: per un futuro equo e sostenibile
Se siete alla ricerca di ulteriori chiarimenti su “carta cioccolatini”, raccolta differenziata, riciclo…e recupero dei materiali c’è qualche altra regola importante.
Dovremmo provare a “ridurre il volume” dei rifiuti.
Non è certamente il caso di quella piccola stagnola che avvolge un dolcetto.
Ma per tutto il resto, bisognerà schiacciare gli imballaggi prima di metterli nel bidone della differenziata.
Per quanto riguarda i contenitori del latte in tetrapack, per esempio, va appiattita la superficie laterale, invece di schiacciarli dal tappo verso il fondo.
Per facilitarne l’identificazione in fase di riciclo.
Cerchiamo di separare al meglio le varie componenti di un imballaggio. Eliminando dove possibile gli elementi estranei al materiale principale (finestre, etichette, punti metallici, etc).
E non mettiamo i contenitori uno dentro l’altro. Per garantire la riconoscibilità negli impianti di selezione.
Se a tutto questo sommiamo un po’ di creatività (come suggerito dall’artista Chiodino) le soddisfazioni non tarderanno ad arrivare.
Phil Wild (dell’azienda Cropper) afferma:
“Riutilizzare il materiale di scarto primario dell’industria del cacao e del cioccolato, riflette quanto lontano possiamo spingere le capacità”
Riferendosi ad una cartiera all’avanguardia, all’esperienza e alla carta stessa.
Il risultato è un prodotto semplice che potrebbe fornire un punto di partenza per altre industrie. Per considerare i materiali di scarto come una risorsa da utilizzare, piuttosto che un problema da “smaltire”.
Oggi l’azienda è rinomata a livello globale per le carte da imballaggio utilizzate da marchi esclusivi.
Artisti, gallerie e musei utilizzano le sue tavole (da incorniciare o archivio) insieme ad una gamma di materiali convenzionali per l’arte.
Oltre a ciò, James Cropper sviluppa prodotti avanzati basati sul carbonio e su altre fibre. Che giocano un ruolo chiave per nuovi approcci e architetture nei settori automobilistico e aerospaziale.
Tutto merito della creatività…e di qualche dubbio in più sulla carta dei cioccolatini da differenziare.