Carta stagnola dove si butta? Scopri la soluzione rapida ed ecologica

ASM SET 6/ott/2021
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Il mondo è pieno di false friends? Nella raccolta differenziata può capitare! Per esempio, la carta stagnola dove si butta a dispetto del nome?

Non nella raccolta di carta e cartone.

Va nel contenitore dei metalli!

Dopo essere stata accuratamente sciacquata.

La carta stagnola viene chiamata “carta” semplicemente perché assomiglia ad un foglio.

Ma è di alluminio ed è riciclabile: al 100%.

Dovremo, quindi, conferirla con i suoi simili. Proprio come per le lattine, non ci sono dubbi.

Sono materiali che vanno a riempire il bidone di metalli e alluminio.

La carta stagnola potrà essere gettata assieme alla plastica in Comuni come Roma e Milano.

Oppure insieme al vetro in altre città, come ad esempio Bologna.

Quello che possiamo fare, in qualunque momento sorgano dei dubbi, è informarci sul sito del Comune di residenza.

Così da fare -davvero- la differenza.

Chiunque ami cucinare utilizza molto spesso la carta stagnola.

Perché è un materiale insostituibile, che serve non solo per conservare gli alimenti. In molti casi si rivela più utile di un coperchio in fase di cottura.

Quindi, chiunque si sarà chiesto almeno una volta nella vita: la carta stagnola dove si butta?

Nell’ottica di una efficace raccolta differenziata e considerando le responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro pianeta, le risposte a questo tipo di domande vanno diffuse e condivise.

Carta stagnola sporca: dove si butta

Non c’è niente di male nell’avere dei dubbi, anzi, molto spesso sono i punti interrogativi a modificare positivamente le cose. Sapere dove si butta la carta stagnola (e tutti gli altri prodotti di cui usufruiamo) ci permette di promuovere il riciclo delle risorse naturali.

Di dare il nostro contributo alla salvaguardia dell’ambiente.

Come funziona il riciclo di questo materiale?

Innanzitutto, dovremmo sempre avere come riferimento le linee guida della raccolta differenziata!

La carta stagnola è un materiale riciclabile al 100%? Questo significa che è molto preziosa ai fini del recupero.

Può succedere che il bidone in cui gettarla non sia sempre lo stesso. E non solo perché la situazione può modificarsi in base al comune in cui ci troviamo.

Dovremmo sempre tenere in considerazione lo stato del materiale!

In che senso?

Il bidone diventa quello giusto in base a due fattori principali.

Se la carta stagnola è pulita (anche con piccoli residui di olio o sugo): deve essere conferita nella raccolta dei metalli/alluminio.

Quando la carta stagnola è sporca: le norme per la raccolta differenziata prevedono che questi fogli, aventi residui di cibo solido, vengano gettati nel secco indifferenziato.

Ma, abbiamo visto che l’alluminio è un materiale totalmente riciclabile, per cui sarebbe un grave spreco conferirlo nel bidone dell’indifferenziato.

È chiaro che la cosa migliore da fare resta una. Ripulire al meglio la carta stagnola sporca, eliminando ogni residuo di cibo.

In questo modo eviteremo di doverla gettare nel secco e potremo promuovere le ormai diffusissime pratiche dell’economia circolare.

Almeno ogni volta che ci è possibile.

Dove si butta l’alluminio alimentare? Nessuna confusione

A volte le regole per la raccolta differenziata possono risultare complicate. Ma se alla domanda: “dove si butta la carta stagnola” rispondiamo “dipende”, un motivo c’è.

Anzi, ce ne sono vari!

Abbiamo visto che non tutti i comuni gestiscono lo smaltimento di rifiuti nello stesso modo.

Molto dipende dalle attrezzature e dalla tecnologia a loro disposizione.

Sul territorio italiano non esiste un’unica regola su dove vadano buttate (per esempio) le lattine, le vaschette e la carta stagnola.

Abbiamo visto che a Milano e Roma, i cittadini vengono invitati a gettare l’alluminio insieme alla plastica.

A Bologna, le lattine vengono smaltite insieme al vetro.

Dove si butta la carta stagnola se scopriamo che da un “rottame” si produce energia?

C’è da dire, poi, che il caso dell’alluminio alimentare e delle vaschette che si usano per il forno o il freezer è l’esempio calzante.

Quando sporchi (incrostati) di cibo è opportuno buttarli nel secco indifferenziato. Se possibile ripulirli o leggermente unti, possiamo smaltirli nei metalli. Ma sempre secondo le regole del comune.

Questa differente gestione del rottame può non essere d’aiuto per la raccolta di un materiale così prezioso. Eppure, quando ci rendiamo conto che in termini ambientali è essenziale, niente risulterà troppo complesso.

Basterà una veloce ricerca su internet ed informarsi su come il proprio comune è attrezzato nello smaltimento del rottame.

Ecco che avrete trovato il cassonetto giusto dove buttare qualsiasi cosa.

Carta stagnola: dove si “butta” il suo valore…dipende da noi

Dove si butta la carta stagnola una volta scoperto il suo valore?

Molto probabilmente non la butteremo più finché possiamo a riutilizzarla.

L’alluminio risulta essere davvero abbondante in natura. Si ricava principalmente a partire dalla bauxite.

O meglio, dalla bauxite si ricava un ossido di alluminio, l’allumina.

Quindi, è da questo che produciamo il cosiddetto “alluminio primario”.

Tale processo, però, è molto dispendioso dal punto di vista energetico. E il costo dell’alluminio dipende inevitabilmente da quello dell’energia utilizzata.

In Italia? La produzione di alluminio primario è economicamente insostenibile.

In parte manca la materia prima da trasformare. Ma soprattutto, l’energia ha un costo talmente elevato da non renderne conveniente la produzione.

Il maggior produttore di alluminio primario nel mondo è la Cina.

Sappiamo, però, che l’alluminio presenta il vantaggio di essere facilmente riciclabile a partire da quello che comunemente definiamo “rottame”.

E dal punto di vista qualitativo l’alluminio secondario non ha niente da invidiare all’alluminio primario. In più, il vantaggio è che il suo costo di produzione è meno della metà di quello dell’alluminio primario.

Possiamo comprendere facilmente che per un paese come l’Italia, dare nuova vita alla carta stagnola è essenziale.

Una tesi che viene confermata dai dati. In Italia si producono circa 400000 tonnellate all’anno di alluminio secondario e il 75% dell’alluminio circolante in Italia è di origine secondaria.

Ci piazziamo, infatti, al secondo posto per produzione di alluminio secondario in Europa. Dopo la Germania.

Per farci un’idea di cosa si possa fare riciclando l’alluminio, pensate che con circa:

  • 40 lattine, è possibile costruire una moka;
  • 800 lattine, è possibile costruire il telaio di una bicicletta.

Alla luce di questi dati non possiamo che supportare l’impegno per una adeguata raccolta e un’opportuna gestione di questo materiale.

Perché è così importante l’alluminio?

Ci chiediamo spesso, per molti prodotti (come per la carta stagnola) dove si butta? Perché le risorse che la natura ci offre sono preziose per tutti noi.

L’alluminio ha ormai assunto grande importanza in molti settori.

Tra tutti sicuramente quello dei trasporti, dell’edilizia, l’elettrico e il packaging.

L’alluminio presenta alcune proprietà inaspettate. Che lo rendono adatto a molteplici scopi.

È un ottimo conduttore e viene utilizzato per i cavi elettrici.

Presenta una resistenza molto elevata in relazione al suo peso e ciò lo rende utile nel campo dell’edilizia.

Riciclarlo non costa praticamente nulla, ma è importante per la nostra società.

Alcuni esperti si sono soffermati a studiare gli errori più comuni e le possibili soluzioni per aiutare i cittadini a fare una raccolta differenziata corretta.

Perché tutti sappiamo che, per esempio gettare prodotti senza residui di cibo aiuta la raccolta differenziata e permette di evitare la formazione di muffe e batteri tra i rifiuti.

Ma a volte è più semplice gettare “tutto” nell’indifferenziato…

Non commettere errori aiuta coloro che si occupano della raccolta e del riciclo. Evita che interi cassonetti vengano compromessi. E così potremo ottenere nuovi materiali dagli scarti, di maggiore qualità.

Cosa gettare, quindi, nel bidone dell’alluminio? Scatolette, bombolette spray, tappi a vite delle bottiglie d’olio o d’acqua e…carta stagnola! (Ma non le bombolette che riportano i simboli della nocività del prodotto).

A livello mondiale, attualmente, il 35% del fabbisogno mondiale di alluminio è soddisfatto da alluminio riciclato.

Carta stagnola: dove si butta o…come si ricicla

Ci siamo chiesti dove si butta la carta stagnola ed ora è tutto più chiaro. Resta un altro dubbio da dissipare.

Riciclando l’alluminio si corre il rischio di produrre scorie saline pericolose per la salute?

No.

Questa possibilità riguardava i vecchi procedimenti di riciclaggio dell’alluminio. Con la tecnologia moderna questo rischio non esiste più.

L’alluminio e i suoi derivati sono perfetti per la raccolta differenziata e per il riciclo…ma non solo.

C’è una novità di cui non tutti sono al corrente.

Il chimico Ahmed Osman ha creato un processo che permette di riciclare la stagnola usata. Grazie ad un catalizzatore e al riciclo, potremmo produrre un biofuel più ecologico e più economico.

Secondo una ricerca della Queen’s University di Belfast, nel Regno Unito vengono gettate annualmente tra i rifiuti circa 20.000 tonnellate di fogli di alluminio, ed il problema nel recupero è legato soprattutto all’uso che se ne fa la prima volta.

Mentre le lattine possono essere portate in impianti di trattamento, pulite e riprocessate, i fogli impiegati nel settore alimentare sono solitamente contaminati e possono danneggiare i macchinari dell’impianto.

La maggior parte, quindi, è scaricata in discarica o incenerita.

Ma questo problema potrebbe non esistere più.

Lo scienziato ha lavorato su un nuovo processo di cristallizzazione per la dissoluzione del foglio di stagnola in soluzioni acide e la conservazione fino a formare singoli cristalli.

Questi possono essere impiegati come materiale di partenza del catalizzatore, in ossido di alluminio che accelera le reazioni di produzione dell’etere dimetilico. Un biocarburante pulito e non tossico.

Dai “rottami” all’ecologia.

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