Cartone pizza differenziata: come disfarsene correttamente?

ASM SET 6/set/2021
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Tre parole che danno l’idea di essere una la conseguenza dell’altra: cartone pizza differenziata.

La pizza, lo sappiamo bene, è diventata un’abitudine alimentare per gli italiani e nel mondo. Fa praticamente parte della dieta mediterranea. Perché è realizzata con ingredienti speciali…che le hanno permesso di entrare nell’Olimpo delle eccellenze.

Tanto che quella napoletana, ogg,i è riconosciuta dall’Unione Europea come “Specialità tradizionale garantita” (STG).

Una ricerca di mercato ha rilevato che il 22% della popolazione la consuma almeno una volta a settimana.

Durante i campionati di calcio, poi, riafferma costantemente la sua natura conviviale.

Su 36 milioni di consumatori abituali la metà compra pizza da asporto. Oppure ordina una consegna a domicilio.

Viene consumata quasi sempre con altre persone (96.5%), in particolare con familiari e amici, ma anche con colleghi di lavoro.

Ma, divagazioni apparte, questi dati ci portano a riflettere su un fatto. Quando si compra una pizza e la si mangia nella propria abitazione, a casa arriva anche il cartone.

Quindi, più la pizza è un’abitudine alimentare più dovremo acquisire cura nello smaltimento di eventuali imballaggi. Per chi si stesse chiedendo dove si getta il cartone della pizza, “differenziata” è la parola d’ordine.

In realtà, oggi, con le politiche della green economy in atto, “differenziata” dovrebbe essere la parola d’ordine in tante circostanze. Se non altro, per tutte quelle che riguardano i rifiuti. Che pur essendo scarti, non vanno sprecati.

Chi desidera effettuare in maniera scrupolosa la raccolta dei rifiuti quotidiani, fa innanzitutto i conti con le modalità proposte dal comune (o dal municipio) di appartenenza.

Sia nel caso la raccolta avvenga porta a porta, sia nell’eventualità in cui ci si debba recare personalmente ai cassonetti o alle piattaforme, destinati allo smaltimento (corretto).

Dove va buttato il cartone della pizza sporco? E quello pulito?

Secondo le linee guida per un buon smaltimento dei rifiuti, la carta per alimenti deve essere finalizzata al riciclo. Non fa eccezione il cartone pizza: differenziata è meglio che sprecata! …potrebbe diventare un nuovo motto.

Abbiamo già raccontato nell’articolo sulla raccolta differenziata della carta che ne esistono molti tipi.

La carta non è tutta uguale e certe volte, purtroppo, va buttata nell’indifferenziato. Per esempio nel caso degli scontrini.

Possiamo differenziare i sacchetti del pane e della frutta, il cartone che fascia le uova e gli yogurt. E anche gli imballaggi ondulati, proprio come quello della pizza.

Per smaltire in modo corretto il packaging da asporto di pizze e focacce, è necessario controllare sostanzialmente le condizioni del cartone.

Quindi, bisognerà fare delle distinzioni a seconda che il cartone sia completamente pulito oppure sia sporco.

Se il cartone è privo di residui di pizza, allora possiamo gettarlo nel contenitore della carta e differenziarlo insieme ad essa.

Nel caso in cui il cartone fosse, invece, sporco di olio o di altri ingredienti, allora bisognerà separare il coperchio. Di solito è la parte che resta pulita e si può gettare nella carta.

La parte del contenitore imbrattata di cibo va inserita nel bidone indifferenziato. Solo se certificato compostabile può essere conferito nel bidone dell’umido.

Lo stesso faremo per eventuali residui alimentari.

Se nel proprio comune di appartenenza non dovesse essere ancora attivo il servizio di raccolta della spazzatura umida, potrebbe comunque finire nell’indifferenziato.

È sempre utile appiattire bene il cartone, prima di gettarlo negli appositi contenitori. Per diminuirne visibilmente il volume e favorire il futuro processo di compostaggio.

Differenziata e ambiente

Dunque, per il cartone della pizza, differenziata è una parola che dovrebbe richiamare alla mente alcune operazioni.

I contenitori sono solitamente realizzati in cartone o cartoncino. E spesso riportano sopra di essi quei simboli che ne indicano la possibilità di riciclo.

È necessario, però, fare attenzione.

Come accennato, la possibilità di conferire nella raccolta della carta i contenitori della pizza, vale solo per le porzioni di essi che risultano completamente pulite.

E mentre con i contenitori di plastica e di vetro è abbastanza semplice rimuovere residui di cibo, sporco o unto, non è lo stesso per i cartoni della pizza.

Così come può accadere con il tetrapack riciclabile, ma soprattutto con tovaglioli e fazzoletti di carta. O ancora, con analoghi dispositivi usa-e-getta, di cui sarebbe opportuno evitare il più possibile l’utilizzo.

L’obiettivo, in questo periodo di transizione ecologica, resta sempre quello di diminuire la quantità di rifiuti prodotti quotidianamente. Da ciascuno di noi e dalle nostre famiglie.

Bisogna avere cura, il più possibile. Porzioni di carta non completamente pulite possono rovinare un’intera partita di carta destinata ad essere riciclata.

Affinché il processo possa avvenire senza problemi, quindi, fate attenzione a destinare ai contenitori per la raccolta della carta esclusivamente materiali selezionati correttamente e puliti.

Dove si butta il cartone della pizza a Napoli?

Cartone della pizza: differenziata o non differenziata? Va considerato come un rifiuto destinato all’umido? Forse è idoneo al cassonetto del cartone? Quale scelta è quella giusta?

I dubbi relativi alla differenziata sorgono, anzi, sono frequenti. E spesso non è chiaro quale sia la procedura corretta per: gettare cosa, in quale bidone, quando.

Capita spesso. Per esempio, i dubbi sono diffusi riguardo all’alluminio, al tubetto del dentrificio…

A Napoli l’azienda Asia, che si occupa della gestione dei rifiuti, ha selezionato una serie di domande frequenti (Faq) rispondendo con molta semplicità.

Ve ne presentiamo alcune molto utili.

1 I cartoni della pizza unti vanno messi nel non riclabile?

FALSO: i cartoni della pizza devono essere riciclati nell’umido quando molto unti e/o con residui di cibo. Quando invece sono puliti e non contaminati con il cibo possono essere riciclati nella carta. (Piccole macchie di unto sono tollerabili);

2 È inutile fare la raccolta differenziata a casa. Tanto poi dopo “mischiano tutto insieme”.

FALSO: ASIA certifica e garantisce che ogni rifiuto correttamente differenziato dal cittadino viene raccolto e conferito separatamente presso un impianto autorizzato al recupero nel rispetto delle norme ambientali.

Ogni automezzo ASIA in servizio viaggia con una documentazione dei materiali raccolti e dell’impianto dove andrà a scaricare. “Chi mette in giro false voci cerca solo delle scuse per non impegnarsi civilmente nella raccolta differenziata”

3 Se trovo una campana piena posso lasciare il sacco della differenziata a terra?

FALSO: abbandonare un qualsiasi rifiuto a terra è contrario alla legge. Occorre recarsi alla campana più vicina disponibile e segnalare ad Asia, attraverso i canali dedicati, la presenza della campana piena.

Non solo il cartone della pizza va differenziato, ma tutto ciò che utilizziamo per l’asporto

L’evoluzione del packaging

Il contenitore della pizza, per una differenziata che migliora costantemente, esiste già.

Materie prime di qualità, quindi, vengono utilizzate sia nel contenuto da mangiare che per l’imballaggio. Ciò avviene grazie al “salvapizza”.

Un contenitore da asporto in cartone, frutto della efficace sperimentazione condotta a più mani.

Da Comieco, dai produttori di imballaggi in cartone, dai maestri della pizza e dai produttori delle materie prime.

Un’indagine condotta da AstraRicerche per Comieco, ha confermato che mangiare la pizza all’interno delle mura di casa è un’abitudine per 9 italiani su 10. Con una media di almeno 1 volta a settimana per il 22,4%.

La metà degli intervistati teme però che la qualità della pizza da asporto non sia come quella desiderata? Magari a causa del tempo che passa dalla cottura al consumo…In questo senso il contenitore è considerato molto importante, dal 45% degli intervistati.

È l’imballaggio, infatti, a contribuire al prolungamento della fragranza di un alimento, perché rimanga fresco e buono come appena fatto.

Annualmente in Italia vengono prodotti 450 milioni di cartoni pizza per il mercato estero e circa 170 milioni per quello interno.

A innovare e migliorare la qualità di questo imballaggio, ci ha pensato un pool di esperti. IPI – Gruppo Seda, Future Brand, Enzo Coccia Maestro Pizzaiolo, Annalisa Spa, Antico Molino Caputo.

In collaborazione con Comieco lo hanno realizzato e presentato innanzitutto a Napoli.

Nella strutturazione del salvapizza, quindi, particolare attenzione è stata dedicata alle possibilità di riciclo del contenitore usato.

Il cartone salvapizza, infatti, può essere facilmente diviso in due parti: la parte superiore, quella non intaccata da sugo e mozzarella, può essere facilmente staccata e finire tra i materiali ‘buoni’ da riciclare.

Cartone della pizza ecologico? Comieco

Il cartone della pizza, differenziata o meno, secondo Comieco deve esse ecologico.

Il salvapizza, perciò, è un elemento innovativo. Soprattutto se si pensa che, secondo l’85,3% degli intervistati utilizza il cartone come piatto per mangiare la pizza.

Ben 1 italiano su 6 butta il cartone nella raccolta indifferenziata e il 70,6% lo butta, invece, nella raccolta differenziata della carta.

Amelio Cecchini, presidente Comieco, afferma:

“la filiera cartaria è un punto di eccellenza di questo sistema.”

Oltre che un perfetto modello di economia circolare. che ha storicamente fatto del recupero e riciclaggio la risposta alla strutturale carenza di materia prima vergine, del nostro Paese.

In 20 anni, la raccolta differenziata è passata da 1 a oltre 3 milioni di tonnellate. Con un tasso di riciclaggio, nel comparto dell’imballaggio, superiore all’80%.

Quindi, oltre gli obiettivi previsti dalla nuova normativa europea al 2025. E in linea con l’obiettivo dell’85% previsto per il 2030.

Risultati importanti! Raggiunti grazie ad una filiera e ad un sistema industriale che ha saputo innovare anche sul versante delle tecnologie.

Cartone pizza: differenziata e riciclaggio alla ribalta insieme a biodegradabile e compostabile

Non solo per il cartone della pizza! La differenziata e i procedimenti per il riciclaggio, sono essenziali per qualsiasi tipo di imballaggi.

Sempre più spesso ordiniamo cibo d’asporto o usufruiamo del servizio di delivery. Ormai è di moda!

Ovviamente, smaltire i contenitori è la conseguenza diretta di tale consumo.

Quindi, con la stessa cura che adottiamo per il cartone pizza, dovremmo agire per il resto dei contenitori.

Nel caso delle vaschette di plastica, queste vanno, ovviamente gettate nel contenitore per la differenziata plastica.

Accade sempre più spesso, però, grazie ad una maggior attenzione per l’ambiente e la sotenibilità, che la ristorazione preveda, per l’asporto, packaging riciclabile. Ma, soprattutto, contenitori biodegradabili e compostabili.

Il concetto di biodegradabilità si differenzia da quello di compostabilità. È biodegradabile ciò che si decompone in circa 6 mesi, grazie alla luce solare e agli agenti fisici naturali e non inquina.

Sono compostabili, invece, quei materiali che, non solo sono biodegradabili, ma anche disintegrabili in meno di tre mesi. Trasformandosi in compost, cioè in concime naturale.

Dunque, se ci si imbatte in sacchetti o vaschette di plastica biodegradabile e compostabile (bio plastiche), queste vanno gettate nella raccolta dell’umido domestico.

Se fossero gettate nell’indifferenziata non si farebbe altro che sprecare un’importante risorsa. La bio plastica è sempre riconoscibile. Perché presenta un logo che ne decreta tale caratteristica.

Le confezioni biodegradabili che vengono utilizzate per il cibo da asporto sono, ad esempio, quelle in PLA.

Polimero derivante dalla lavorazione degli zuccheri del mais, della barbabietola ed altri elementi naturali.

Ottime anche le vaschette in cellulosa, biodegradabili. Che si possono anche mettere in forno per scaldarne il contenuto. Una valida alternativa alla plastica.

Ma anche le carte alimentari, che servono a contenere il cibo stile “street food” e si smaltiscono direttamene nell’umido.

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