Energia rinnovabile in Germania: Energiewende

ASM SET 19/gen/2021
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Cos’è che rende il piano per l’energia rinnovabile in Germania così importante per il mondo?

Fino a poco tempo fa ci si chiedeva addirittura se i tedeschi potessero guidare “il ritiro” dall’uso di energia non rinnovabile e fossili.

Entro questo secolo, infatti, le emissioni di carbonio che surriscaldano il pianeta devono essere annullate.

Gli scienziati ci dicono che ogni nazione, ogni singolo cittadino dovrebbe lavorare per accelerare la transizione energetica se vogliamo evitare il disastro climatico.

Il ruolo della Germania è sempre stato al centro dell’attenzione in quanto leader tra le grandi nazioni industriali.

Così, la quarta economia più grande al mondo, ha promesso da tempo alcuni tra i tagli più aggressivi alle emissioni. Entro il 2020 un taglio del 40% rispetto ai livelli del 1990, ed entro il 2050 almeno l’80%.

Già nel 2014 circa il 27% della sua elettricità proveniva da fonti rinnovabili come l’energia eolica e solare. Il triplo rispetto a dieci anni prima e più del doppio rispetto agli Stati Uniti.

Secondo il cancelliere Angela Merkel la Germania avrebbe chiuso i 17 reattori entro il 2022. Nove sono stati spenti entro il 2015 e l’energia rinnovabile ha potenziato il processo per la transizione.

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La Germania è considerata pioniera di una trasformazione epocale che chiama “energiewende” (rivoluzione energetica).

La rivoluzione parte dai singoli cittadini e dalle associazioni che focalizzano almeno la metà degli investimenti sull’energia rinnovabile. Un’energia sostenibile!

Più di 1,5 milioni di loro, quasi il 2% della popolazione, vende elettricità alla rete energetica da almeno cinque anni. Un esempio importante di quanto possa essere utile sfruttare il concetto di energia circolare.

Approfondiamo il discorso e vediamo cosa è possibile imparare da questo popolo di filosofi e musicisti, dalla terra delle industrie e (ora) delle energie rinnovabili.

Energia rinnovabile in Germania record e obiettivi

E’ successo che il destino di alcune promesse fosse in bilico in alcuni momenti. Ma i tedeschi sono seri e determinati.

Quando una parte della popolazione non ha visto il raggiungimento di alcuni obiettivi nei tempi prestabiliti ha fatto pressione sul governo.

Il paese domandava immediatamente perchè ancora tanta elettricità provenisse dal carbone e non dalle fonti di energia rinnovabile.

Ma la transizione ha una strada lunga da percorrere, lo sappiamo tutti.

In particolare, il settore dei trasporti e del riscaldamento sono quelli da ribaltare. Insieme emettono più anidride carbonica delle centrali elettriche (da energia primaria).

I politici tedeschi, quindi, a volte paragonano l’energiewende allo sbarco di Apollo sulla luna.

Proprio per dare un’idea della dimensione di tale rivoluzione.

L’energiewende richiede tempo, proprio come la più generale transizione energetica globale. Gerd Rosenkranz ha detto:

 “È il progetto per una generazione; ci vorrà fino al 2040 o al 2050, ed è difficile”

L’ex giornalista di Der Spiegel, ora analista all’Agora Energiewende (think tank di Berlino) afferma:

“Se chiedete alla gente in un sondaggio: Volete l’energiewende? Il 90 per cento dice di sì”.

Energia rinnovabile in Germania: Febbraio 2020

Nella stessa maniera in cui la popolazione chiede spiegazioni per eventuali “ritardi” sulla tabella di marcia, ugualmente fa percepire l’orgoglio per le notizie positive.

Ad esempio, il Fraunhofer ISE (con i suoi circa 1.100 dipendenti) ha molto pubblicizzato in Twitter le cifre record delle energie rinnovabili in borsa, nel 2020.

E’ il più grande istituto di “ricerca solare” in Europa e fornisce un monitoraggio aggiornato del settore energetico tedesco attraverso il sito web Energy Charts.

Nel febbraio 2020, su un totale di 45,12TWh generati dal settore energetico tedesco, 27,63TWh (61,2%) sono stati prodotti da fonti di energia elettrica rinnovabile.

In più l‘Istituto per i sistemi di energia solare (ISE), ha anche dimostrato che l’energia eolica ha fornito quasi la metà dell’elettricità del paese durante lo stesso mese.

Per i tedeschi è stata una grande soddisfazione sapere che queste percentuali potevano raccontare di una enorme produzione (netta) di elettricità pubblica che aveva evitato l’utilizzo di energia non rinnovabile.

La flotta tedesca è composta da impianti fotovoltaici ed eolici. Combinati tra loro hanno fornito (prima parte dello scorso anno) circa 92,6 TWh rispetto agli 80,1 TWh della prima metà del 2018.

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Le due rinnovabili si piazzano al primo posto tra le fonti del mix energetico tedesco generando più elettricità di lignite e carbone insieme (circa 79,4 TWh).

Il record eolico di 20,80 TWh (45,8% dell’energia elettrica rinnovabile) supera quello precedente (34,7%) stabilito nel marzo del 2019.

Non ci sorprende che la produzione di energia elettrica da fonte eolica possa arrivare a fornire regolarmente circa il 60% dell’energia per il Paese.

La nuova legge sulle energie rinnovabili

Il Bundestag e il Bundesrat hanno approvato una legge che eliminerà gradualmente l’uso del carbone nel paese in meno di due decenni come parte di una tabella di marcia per ridurre le emissioni di carbonio.

Il ministro dell’Economia Peter Altmaier ha detto:

“L’era dei fossili in Germania si conclude in modo irrevocabile con questa decisione”

Il ministro dell’Ambiente Svenja Schulze l’ha definito

“un grande successo politico per tutti coloro che hanno a cuore il futuro rispettoso del clima dei nostri figli e nipoti”

Il pacchetto legislativo ha due caratteristiche principali. Stabilisce una via legale per la graduale riduzione delle emissioni, al più tardi entro il 2038. E mira a supportare le economie regionali che saranno colpite dal “phaseout”.

Le regioni produttrici di carbone nei land tedeschi avranno accesso a 40 miliardi di euro (45 miliardi in dollari) per assorbire l’impatto della transizione energetica rapida.

Questi fondi dovrebbero anche essere destinati alla:

  • ristrutturazione delle economie regionali
  • riqualificazione dei lavoratori
  • espansione delle infrastrutture locali

Una compensazione finanziaria è prevista, poi, per gli operatori delle centrali a carbone che devono far fronte a perdite in seguito al phaseout precoce.

La Germania e il piano per l’energia rinnovabile elettrica

L’approvazione dell’emendamento per la legge sulle fonti energetiche rinnovabili (EEG) è arrivata il 17 dicembre scorso.

La legge, entrata in vigore il 1° gennaio 2021, sostituisce la legge EEG del 2017.

Nei suoi primi dieci anni di vita, la Erneuerbare-Energien Gesetz (EEG) ha innescato una crescita senza precedenti delle energie rinnovabili nel settore dell’elettricità.

Questa legge rispondeva al bisogno di integrare il sistema di scambio di quote di emissione ed ha contribuito in modo significativo al raggiungimento dell’obiettivo della Germania. Ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020.

Oltre a guidare una significativa espansione delle energie rinnovabili, i benefici dell’EEG hanno superato di gran lunga i costi e di conseguenza la legge è diventata un caso di studio per molti altri paesi.

Il ministro tedesco per l’ambiente ha addirittura anticipato l’obiettivo di generare l’intero approvvigionamento energetico della Germania da energie rinnovabili entro il 2050.

Per raggiungere questo obiettivo l’EEG sta evolvendo ulteriormente. In particolare, per quanto riguarda l’integrazione economica delle energie rinnovabili nel mercato interno europeo dell’elettricità e l’integrazione tecnica dell’elettricità rinnovabile nel sistema.

Fonti rinnovabili in Germania

Nel suo percorso di trasformazione (energiewende) la Germania ha compreso grazie ai fatti quali passi effettuare e ha proseguito sempre con grande maturità.

Nel 2016, Quartz (organizzazione giornalistica internazionale) citava i dati del think tank tedesco Agora Energiewende.

(Il “think tank” è definibile come “serbatoio di pensiero”, un gruppo, tendenzialmente indipendente dalle forze politiche, che si occupa di analisi delle politiche pubbliche)

Quartz riportava che il clima a favore e i venti forti di una domenica nel maggio 2016 avevano visto le centrali eoliche, solari e idroelettriche produrre 54,6GW di energia. Circa l’80 per cento dei 68,4GW di energia consumata in tutto il paese in quel momento.

Con le fonti rinnovabili che producevano così tanta energia, alcune centrali convenzionali furono temporaneamente disattivate.

Sfortunatamente, le centrali rinnovabili non possono alimentare l’intero paese per tutto il tempo necessario. E un altro fattore da considerare è quello per cui le aziende che utilizzano molta elettricità non operavano al loro normale ritmo essendo domenica.

Rimane il fatto che il “bel tempo” aveva provocato un’improvvisa impennata delle rinnovabili e questo ha provocato anche un’ondata di ottimismo per tutti i sostenitori dell’energia pulita.

Record energia rinnovabile in Germania 2019 e 2017

Un altro record nazionale fu stabilito il 30 aprile 2017. Una sostanziale parte di quella giornata vide l’85% di tutta l’elettricità consumata in Germania, prodotta da fonti rinnovabili.

Energia eolica, solare, da biomasse e idroelettrica furono protagoniste.

Patrick Graichen dell’Agora Energiewende Initiative dice che fu una combinazione di clima ventilato e soleggiato al nord e caldo al sud.

Graichen afferma che giorni come il 30 aprile diventeranno “completamente normali” entro il 2030. Quando l’Energiewende del governo federale, inizierà a raccogliere realmente i frutti degli investimenti fatti sulle risorse energetiche rinnovabili dal 2010.

La politica energetica tedesca è stata oggetto di frequenti attacchi da parte dei media, soprattutto da parte di chi ha i suoi interessi nei combustibili fossili, che sarebbero “quasi felici” di vederla fallire.

Tuttavia, la cancelliera Angela Merkel è una convinta sostenitrice del progetto e anche l’opinione pubblica tedesca la sostiene fermamente.

A confermare le potenzialità dell’energia rinnovabile in Germania, ricordiamo un’altra interessante notizia.

Anche il “cattivo tempo” ha incrementato la produzione di energia eolica.

Lo ha riportato l’associazione di pubblica utilità BDEW analizzando la prima metà del 2019.

Bundesverband der Energie und Wasserwirtschaft (a Berlino) è un’organizzazione aziendale tedesca per l’industria dell’energia e dell’acqua. Quest’organizzazione supporta la politica energetica tedesca ed è un sostenitore dei progetti di libero mercato.

A quanto pare i primi sei mesi del 2019 hanno fatto registrare un ulteriore record, grazie all’utilizzo delle fonti rinnovabili, con una quota del 44% nel consumo di energia elettrica rinnovabile.

Identità ed energia rinnovabile in Germania

I sistemi energetici del mondo stanno cambiando. L’energia rinnovabile è passata da una tecnologia di nicchia all’adozione su larga scala, in molti paesi del mondo.

E mentre tutto ciò sta creando enormi opportunità per uno sviluppo pulito, i sistemi energetici devono affrontare numerose sfide sistemiche.

Molti Paesi stanno lottando con le complessità tecniche, economiche e politiche della trasformazione. Tuttavia, la comprensione di questi processi e di queste sfide è essenziale per prendere decisioni politiche e garantire una transizione fluida verso un sistema energetico sostenibile.

Agora Energiewende, think tank che sostiene la rivoluzione energetica in Germania, cerca di dare una mano proprio in questa direzione.

Questo gruppo cerca di sviluppare strategie basate sull’evidenza per assicurare il successo della transizione in tutto il mondo.

Come thinktank indipendente e apartitica si impegnano a condividere le conoscenze con gli stakeholder politici, economici e del mondo accademico.

La mission è consentire un produttivo scambio di idee, specialmente nei paesi a medio reddito con sistemi energetici in rapida crescita.

Il loro programma internazionale è in continua crescita con un team “motivato, multilingue, e impegnato”.

La sostenibilità nel DNA

Quando parliamo dell’energia rinnovabile in Germania non possiamo dimenticare il mito su cui i tedeschi basano la loro origine.

Dicono di essere venuti “dal cuore oscuro e impenetrabile della foresta”. Questa leggenda risale a Tacito, che scrisse delle orde teutoniche che massacravano le legioni romane. Poi il mito fu arricchito dai romantici tedeschi dell’800.

Secondo l’etnografo Albrecht Lehmann, dopo gli sconvolgimenti del XX secolo, il mito è rimasto una delle fonti stabili per l’identità tedesca.

La foresta era il luogo in cui i tedeschi si recavano per ritrovare la loro anima, un’abitudine che li predisponeva inevitabilmente alla cura dell’ambiente.

Dunque, quando alla fine degli anni Settanta le emissioni dei fossili (e relative piogge acide) furono viste come causa di morte per le foreste tedesche, l’indignazione invase la nazione.

La minaccia del “Waldsterben” (morte della foresta) provocò riflessioni profonde simili a quelle dell’embargo petrolifero (1973).

I tedeschi hanno poco petrolio e poco gas a disposizione, ma anche quando il governo e i servizi pubblici hanno spinto per l’energia nucleare, molti si sono mostrati contrari.

Nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, con un paese da ricostruire, c’era stato poco spazio per mettere in discussione l’autorità o il passato.

Dagli anni Settanta, invece, la ricostruzione è completa e una nuova generazione mette in discussione quella che aveva iniziato e perso la guerra.

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