Inquinamento atmosferico: cos’è e come danneggia la nostra salute
Andiamo immediatamente al dunque. Nelle città italiane? L’inquinamento atmosferico è un problema.
Anzi, un grosso problema!
A sottolinearlo, ancora, un report (2021) di Legambiente. Nell’ambito della campagna Clean cities.
Questo studio “Mal’aria di città” si basa sulle rilevazioni effettuate da 238 centraline. Collocate nei 102 capoluoghi di provincia italiani.
Perché in nessuno di essi i livelli di inquinamento atmosferico sono compatibili con i valori fissati dall’Oms?
E nel resto del mondo?
Secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) il 99% della popolazione urbana non respira aria buona.
Dunque, nel nostro amato pianeta: le città con aria salubre non esistono più.
Non solo in Italia!
La quasi totalità della popolazione mondiale respira aria con quantitativi di agenti inquinanti. Ben superiori ai limiti fissati.
A spiegarlo è un vasto studio condotto, appunto, dall’Oms. Hanno analizzato i dati di più di seimila città presenti in 117 nazioni.
Conclusione? Viviamo in luoghi insalubri.
(E non è la “scoperta dell’acqua calda”!)
Sono i giovanissimi i più colpiti.
Lo racconta in un’intervista Roberto Dal Negro. Pneumologo, già responsabile del Cesfar. (Centro nazionale studi di farmacoeconomia e farmacoepidemiologia respiratoria a Verona.)
“Sono bambini e adolescenti a pagare il prezzo più alto dell’inquinamento atmosferico”.
Non finisce qui.
Il mix di sostanze chimiche presente in numerosi prodotti di uso comune (nel cibo e nell’ambiente) rende problematico lo sviluppo cerebrale dei bambini durante la gravidanza.
Quindi? Beh, l’inquinamento concorre a diminuire le -capacità cognitive complessive- della popolazione del mondo occidentale.
Lo spiega uno studio pubblicato a febbraio dalla rivisita scientifica Science.
Qualcos’altro!?
Sì! L’esposizione all’inquinamento atmosferico può aggravare i disturbi mentali.
È la conclusione cui è giunto un gruppo di ricercatori. Conducendo una ricerca (la più approfondita finora) su 13mila pazienti londinesi.
Allora, adesso procediamo con ordine.
Che cosa si intende per inquinamento atmosferico?
L’inquinamento atmosferico è…
Per esempio, ciò che i cittadini milanesi accolgono nelle loro case spalancando le finestre. In particolare, a gennaio dello scorso anno.
Tale quantità di smog ha concesso un bel primato alla città lombarda.
Milano si è spartita con Dacca (Bangladesh) e Delhi (India) il podio delle città più inquinate del mondo.
Qualcuno sperava di trovare sollievo in campagna? Purtroppo, è rimasto molto deluso.
In pratica, i principali indiziati dell’inquinamento atmosferico in campagna: sono gli allevamenti intensivi.
Le filiere dell’agricoltura e l’allevamento, infatti, emettono in atmosfera l’ammoniaca.
Questa, combinata con gli ossidi d’azoto (NOx) prodotti dai motori di auto e camion, si trasforma in sale d’ammonio. Uno dei componenti principali delle polveri sottili…
(A spiegarlo è Sandro Fuzzi. Ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima al Consiglio nazionale delle ricerche. Cnr-Isac).
Cos’è l’inquinamento atmosferico!? Ciò che ha reso le città di Lahore e New Delhi invivibili.
A dicembre, per settimane!
E non solo c’è stato un lockdown (con le scuole chiuse!) …ma, si sta abbassando di anni la “speranza di vita”.
Inquinamento atmosferico è ciò che viene misurato dall’Oms attraverso 3 parametri fondamentali.
NO2 (biossido di azoto), PM10 e PM2,5 (polveri sottili).
Il biossido di azoto è quello emesso, per esempio, dalle vetture diesel.
Ed è lui il protagonista della ricerca sui londinesi. (Pubblicata sul British journal of psychiatry.)
Un aumento relativamente contenuto dell’esposizione al biossido di azoto (pari a 15 µg/m³) ha incrementato:
- del 32% il rischio di aver bisogno di terapie;
- del 18% quello del ricovero in ospedale.
In effetti, sappiamo che gli inquinanti atmosferici hanno potenti proprietà infiammatorie.
Quindi, si ritiene che l’infiammazione sia un fattore scatenante dei disturbi psicotici.
Inquinamento atmosferico: conseguenze
Le conseguenze dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, per gli organismi viventi, sono sempre più studiate e certe.
In modo particolare per quanto riguarda le polveri sottili PM2,5.
Capaci di penetrare in profondità nei polmoni e raggiungere i vasi sanguigni. Provocando problemi cardiovascolari, cerebrali e respiratori.
Di nuovo, a raccontarlo e ribadirlo, è l’Oms.
Il rapporto è stato pubblicato a pochi giorni dalla Giornata mondiale della salute.
Quest’anno intitolata “Il nostro Pianeta, la nostra salute”.
Esattamente per sottolineare il legame esistente: tra le condizioni sanitarie dell’umanità e la tutela di ambiente, natura e biodiversità.
Maria Neira, direttrice del dipartimento Ambiente dell’Oms, ha affermato:
“Dopo essere sopravvissuti ad una pandemia, è inaccettabile continuare a registrare sette milioni di decessi evitabili e innumerevoli anni di buona salute perduti a causa dell’inquinamento dell’aria.”
Poi, ha continuato:
“…troppi investimenti finiscono ancora a settori responsabili di tale situazione, anziché a quelli che garantirebbero un ambiente salubre”.
Soffrire di asma, infezioni bronchiali, danni ai polmoni.
Ecco -solo alcune- delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico.
Bronchiti e tosse persistente, anche in Italia sono patologie acute e croniche in aumento.
Soprattutto nelle nuove generazioni. Certi veleni arrivano a provocare mortalità precoce…
L’esposizione al particolato, cancerogeno, al biossido di azoto e all’ozono troposferico, è costata la vita -nella nostra Italia- a ben 76.200 persone in un solo anno (2019).
In uno studio pubblicato su Lancet, siamo primi in Europa per mortalità da smog!
Dunque, l’Oms propone una serie di azioni concrete per cambiare la situazione.
Dall’adozione di norme nazionali che impongano limiti ferrei alla dispersione di agenti inquinanti, al sostegno per la transizione ecologica.
Innovazione per trasporti, sistemi di riscaldamento, nelle cucine e nell’illuminazione.
È necessario investire nell’edilizia verde, migliorare la gestione dei rifiuti industriali e urbani. Ridurre l’uso di inceneritori o ancora prevenire incendi e deforestazione.
Il mix di sostanze nocive e le “zone di sacrificio”
L’inquinamento può assumere diverse forme. C’è l’inquinamento atmosferico, causato soprattutto dalla combustione di fonti fossili (energia non rinnovabile).
Quindi fabbriche e settore dei trasporti.
Poi c’è l’inquinamento della terra.
Quello delle acque…dovuto all’uso di metalli pesanti e sostanze chimiche (e tossiche). Che distruggono la fertilità e la ricchezza di questi elementi.
Beh, l’inquinamento causato dalle sostanze chimiche: fa più morti del Coronavirus.
Un rapporto approfondito sul tema viene pubblicato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Si punta il dito contro:
- l’estrazione di materie prime
- la produzione di sostanze chimiche e pesticidi.
Conseguenza dell’inquinamento: nove milioni di morti premature all’anno.
Si tratta di un bilancio nettamente superiore rispetto alle morti causate direttamente dal Coronavirus (5,9 milioni secondo i dati Worldometer).
Eppure, mentre la pandemia ha smosso l’attenzione di tutti i governi, gli attuali approcci alla gestione dell’inquinamento e delle sostanze tossiche “sono un totale fallimento”.
Secondo David Boyd, relatore delle Nazioni Unite su diritti umani e ambiente.
Il rapporto è intitolato “The right to a clean, healthy and sustainable environment: non-toxic environment”.
La produzione di sostanze chimiche è raddoppiata tra il 2000 e il 2017. Probabilmente raddoppierà entro il 2030. Triplicherà entro il 2050!?
La maggior parte di questa crescita si verificherà nei paesi in via di sviluppo.
Dove già si concentrano quelle che Boyd chiama “zone di sacrificio”.
Luoghi in cui le persone subiscono le conseguenze più devastanti per la loro salute.
Tra le zone di sacrificio c’è anche una città italiana. Taranto!
Lì, l’acciaieria ex-Ilva:
“ha messo in pericolo la salute della popolazione, violando i diritti umani e generando ingenti volumi di inquinamento atmosferico tossico.”
Mentre la bonifica del sito è stata posticipata al 2023, la fabbrica ha continuato a lungo a funzionare.
Generando malattie respiratorie e cardiache, cancro, condizioni neurologiche debilitanti e mortalità prematura.
Inquinamento atmosferico: rimedi?
Ormai, il negazionismo climatico è fuori moda! Qui si tratta della nostra salute. Del modo in cui vorremmo vivere la nostra vita. L’inquinamento atmosferico che produciamo è un suicidio.
Estrazione di combustibili fossili, produzione di plastiche, agricoltura industriale. A causa di queste attività, gli inquinanti tossici presenti in atmosfera sono ovunque.
Dalla vetta dell’Himalaya alle Fosse delle Marianne.
Poi, la distruzione del verde degli ultimi decenni, per fare spazio alle colate di cemento, ha fatto il resto.
(Ne abbiamo raccontato nell’articolo sulla cementificazione selvaggia.)
“Gli esseri umani sono esposti a sostanze tossiche attraverso la respirazione, cibo e bevande, attraverso il contatto con la pelle e attraverso il cordone ombelicale nell’utero.”
Studi di biomonitoraggio rivelano la presenza nel nostro organismo di residui di pesticidi, ftalati, ritardanti di fiamma.
Sostanze perfluoroalchilate e polifluoroalchilate. Metalli pesanti e microplastiche.
Le sostanze tossiche si trovano anche nei neonati!
E c’è un fatto paradossale, secondo Mr Boyd. (Relatore delle Nazioni Unite. Autore del rapporto citato sopra).
Un quarto del carico globale di malattie è attribuito a fattori di rischio ambientale evitabili. Se solo si agisse a livello politico con strategie di prevenzione e controllo!
Come correre al riparo? (Dai picchi di esposizione al particolato d’inverno e dall’ozono troposferico d’estate?) Non rimane che chiuderci in casa?
“Al momento non abbiamo altro modo di difendere e tutelare i più piccoli. In mancanza di interventi strutturali, nelle aree più inquinate, non ci sono alternative.”
Conferma il pneumologo Dal Negro.
Lui ha osservato, da medico, un aumento delle patologie.
Specie nella pianura Padana. Infatti, la conformazione geografica favorisce la stagnazione degli inquinanti.
“Il costo sanitario è davvero molto alto. Occorrono azioni di protezione verso le persone più fragili e interventi drastici sull’ambiente.”
Sarebbe molto meno costoso. Sicuramente, rispetto al danno che stiamo procurando alle nuove generazioni.