Intelligenza Artificiale Una rivoluzione che cambia la vita, con qualche interrogativo

ASM SET 25/mar/2024
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Nel panorama della tecnologia moderna, pochi sviluppi hanno avuto un impatto trasformativo e rivoluzionario quanto l'IA, l’intelligenza artificiale.

Definita come la capacità delle macchine di imparare e agire in modo autonomo, l'IA sta radicalmente cambiando ogni aspetto della nostra vita quotidiana, dall'assistenza sanitaria alla mobilità urbana, dall'industria alla finanza.

Questa rivoluzione del secolo promette di portare cambiamenti senza precedenti, ridefinendo il modo in cui interagiamo con il mondo e tra noi stessi.

 

Gli utilizzi dell’IA

 

Uno dei vantaggi più significativi dell'IA sta nella sua capacità di analizzare enormi quantità di dati in tempi rapidi e con una precisione sorprendente. Questa capacità è stata sfruttata in settori come la medicina, dove l'IA può analizzare immagini diagnostiche, identificare pattern e suggerire trattamenti personalizzati con una precisione che sfida quella degli esseri umani. Le diagnosi infatti sono più veloci e accurate, consentendo una cura più tempestiva e efficace per i pazienti.

Le sue applicazioni, però, si estendono a una vasta gamma di altri settori. Nell'industria manifatturiera, ad esempio, l'IA è utilizzata per ottimizzare i processi produttivi, ridurre i costi e migliorare la qualità dei prodotti.
Nei trasporti, i sistemi di guida autonoma basati sull'intelligenza artificiale promettono di rendere le strade più sicure e di ridurre soprattutto il numero di incidenti causati dall'errore umano, riducendo persino l’impatto ambientale.
Nel settore finanziario, gli algoritmi analizzano i mercati, individuano opportunità di investimento e gestiscono rischi in modo più efficiente di qualsiasi trader umano. Ma forse uno dei maggiori vantaggi dell'IA è la sua capacità di adattarsi e migliorare nel tempo. Attraverso il machine learning e il deep learning, i sistemi di IA possono imparare dai dati e dagli errori passati, raffinando continuamente le proprie capacità e adattandosi a nuove sfide.

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Questa capacità di apprendimento “a ciclo continuo” rende l'intelligenza artificiale incredibilmente versatile e adatta a una vasta gamma di applicazioni, dalle chatbot che migliorano l'assistenza clienti alle macchine che automatizzano compiti complessi in ambito aziendale.

 

 

In Italia accoglienza a braccia aperte

 

Secondo i dati 'dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia l’utilizzo dell’IA sta crescendo in modo esponenziale. Nel 2023 raggiunge i 760 milioni di euro segnando un segno positivo del 52%, investimenti che riguardano principalmente soluzioni di analisi e interpretazione testi per ricerca semantica, di classificazione, sintesi e spiegazione di documenti o agenti conversazionali tradizionali, mentre sono ancora limitati al 5% (38 milioni di euro) i progetti di Generative AI. Sei grandi imprese italiane su dieci hanno già avviato un qualche progetto di Intelligenza Artificiale, almeno a livello di sperimentazione, ma ben due su tre hanno già discusso internamente delle applicazioni delle Generative AI e tra queste una su quattro ha avviato una sperimentazione (il 17% del totale).

Indubbiamente attorno all’argomento c’è molta attenzione ed interesse, tant’è vero che il 98% degli italiani sa di cosa si tratta e un italiano su quattro ha una conoscenza medio-alta. È indubbio comunque che siano molti coloro che si dimostrano scettici rispetto agli eventuali effetti negativi sul mondo del lavoro, temendo che si possano perdere posti di lavoro. In realtà, con i dati demografici che indicano una continua crescita della percentuale di invecchiamento, l’automazione attraverso l’IA potrebbe diventare una soluzione possibile alla mancanza di manodopera attiva.

Si calcola che da qui a 10 anni, le nuove capacità delle macchine potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone in Italia.

 

I dubbi su privacy e aspetti socio-economici

 

Nonostante i suoi numerosi vantaggi, l'IA solleva dunque, come ogni nuova tecnologia, anche questioni, oltre di natura occupazionale, anche etica e sociale. Dalla privacy dei dati alla sicurezza informatica, dalla perdita di posti di lavoro tradizionali, alla disuguaglianza, l'adozione diffusa dell'IA pone sfide che richiedono una riflessione approfondita e una regolamentazione oculata.

L’IA ad esempio può essere utilizzata per sorvegliare le persone, raccogliendo dati personali senza consenso. È essenziale dunque garantire che l'IA venga utilizzata in modo responsabile e etico, nel rispetto dei valori fondamentali della società, soprattutto se va a sostituire in modo sostanziale l’apporto umano, il suo ingegno, produzione e creatività, oltre alla sua professionalità.

 

L’impatto sull’ambiente

 

L'IA richiede grandi quantità di energia, acqua e materiali per funzionare, soprattutto nelle fasi di addestramento e di apprendimento automatico. Vengono utilizzati nella fase di apprendimento unità di elaborazione grafica (GPU) e unità di elaborazione tensoriale (TPU) che consentono operazioni complesse in tempi rapidissimi ma che inevitabilmente utilizzano enormi quantità e consumo di energia e la realizzazione dei data center, le mega strutture che ospitano server e infrastrutture di rete, hanno contribuito all’aumento di impronta di carbonio dell’industria che li produce. Non solo. Secondo uno studio dell'Ocse, la domanda di IA farebbe aumentare il prelievo d'acqua a un valore compreso tra 4,2 e 6,6 miliardi di metri cubi entro il 2027, ossia circa la metà della quantità consumata ogni anno dal Regno Unito.

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Inoltre, l'addestramento di un'intelligenza artificiale generativa potrebbe generare circa 280 tonnellate di anidride carbonica, grossomodo cinque volte le emissioni di un’automobile nel suo intero ciclo di vita, compresa la produzione.

 

La nuova regolamentazione europea

 

Per questo il Parlamento europeo si è subito attivato per dotare i Paesi aderenti di una nuova normativa, la prima al mondo, che regoli l’uso dell’intelligenza artificiale al fine di garantire una maggiore tutela e sicurezza nel suo utilizzo, stabilendo soprattutto regole chiare per la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini.

Un esempio è il controllo sui sistemi di classificazione biometrica, sull'estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o da registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso al fine di creare banche dati di riconoscimento facciale, con l'intenzione di escludere tutti quei sistemi che manipolano il comportamento umano o sfruttano le vulnerabilità delle persone, ad eccezione delle forze dell’ordine che possono usufruirne per i servizi di ricerca di persone scomparse o eventuali attacchi terroristici.

Inoltre è vietato l’uso dell’IA per la manipolazione comportamentale cognitiva di persone o gruppi vulnerabili specifici: ad esempio giocattoli attivati vocalmente che incoraggiano comportamenti pericolosi nei bambini.

Questi sono gli usi definiti dall’Unione Europea a “rischio inaccettabile”. Si parla invece di “alto rischio” per i sistemi di intelligenza artificiale che influiscono negativamente sulla sicurezza o sui diritti fondamentali e sono suddivisi in due categorie:

1) I sistemi di intelligenza artificiale utilizzati in prodotti soggetti alla  direttiva dell’UE sulla sicurezza generale dei prodotti che includono giocattoli, aviazione, automobili, dispositivi medici e ascensori.

2) I sistemi di intelligenza artificiale che rientrano in otto aree specifiche dovranno essere registrati in un database dell'UE:

  • identificazione e categorizzazione biometrica di persone naturali
  • gestione e funzionamento di infrastrutture critiche
  • istruzione e formazione professionale
  • occupazione, gestione dei lavoratori e accesso all'autoimpiego
  • accesso e fruizione di servizi privati essenziali e servizi pubblici e vantaggi
  • forze dell'ordine
  • gestione delle migrazioni, asilo e controllo delle frontiere
  • assistenza nell'interpretazione e applicazione legale della legge

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