Polistirolo dove si butta? Scopri la soluzione rapida ed ecologica

ASM SET 14/set/2021
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Contenitori e imballaggi che preservano con efficacia l’integrità di prodotti e alimenti? Leggeri, economici, che non incidano sui costi di spedizione? Polistirolo: dove si butta è la domanda immediatamente conseguente.

Va gettato insieme alla plastica. Ma, non sempre…

Il polistirolo, detto anche polistirene, è il polimero dello stirene. Un idrocarburo aromatico.

Di sicuro questo linguaggio tecnico non è chiaro per tutti. Ed in certi casi serve per lo più a chi è del mestiere.

Comunque, esiste un codice identificativo per il corretto riciclaggio del polistirene.

Proprio per non lasciare spazio a dubbi.

Mentre, per semplificare la questione, possiamo dire che il polistirolo non è altro che un materiale plastico.

È stato scoperto per la prima volta nel 1839, da Eduard Simon, uno speziale berlinese.

Il termine polistirolo ci fa immediatamente venire in mente gli imballaggi bianchi e leggerissimi. Quelli che avvolgono elettrodomestici e tanti altri prodotti di largo consumo.

Però, in quel caso si tratta di polistirolo espanso. Che si presenta in forma di “schiuma” bianca ed ha il peso di una piuma. Spesso modellato in sferette.

Invece, molti oggetti che noi consideriamo “di plastica”, sono realizzati in polistirolo.

Quindi, anche se ne abbiamo già parlato in un articolo precedente (“Dove buttare il polistirolo? Risolvi il grande enigma”)…abbiamo pensato che sarebbe stato opportuno approfondire il discorso.

Dove si butta il polistirolo del gelato…?

È importante scoprire il polistirolo, dove si butta, ma soprattutto: che cos’è!

Perché!?

Se non possiamo riconoscerlo, come facciamo a buttarlo nel posto giusto?

O magari a riutilizzarlo consapevolmente?

È facilissimo riconoscere che la vaschetta da asporto del gelato è in polistirolo.  E generalmente quelle vanno gettate nella plastica.

Poi, le applicazioni del polistirolo sono innumerevoli e a volte sorprendenti.

Viene impiegato in moltissimi modi, non solo per creare gli imballaggi che conosciamo bene.

Quali sono le principali applicazioni?

Dobbiamo innanzitutto ricordare che possiamo trovarlo anche come polistirolo espanso.

Vediamo alcuni modi in cui viene trasformato. Lo troviamo sotto forma di:

  • imballaggi;
  • pannelli isolanti;
  • posate e piatti di plastica;
  • involucri per le uova;
  • barattoli per yogurt;
  • contenitori di CD e DVD;
  • porta targhe;
  • modellini in plastica;
  • provette e micropiastre di polistirene (nei laboratori di analisi e ricerca);
  • rasoi usa e getta;
  • classici involucri per carne, pesce e alimenti freschi.

Molti di quei prodotti che naturalmente pensavamo fossero realizzati in plastica, in realtà sono fatti di polistirolo.

Ed è questa consapevolezza a darci la risposta alla domanda: dove si butta il polistirolo?

Nella raccolta differenziata della plastica, che in genere è associata a quella dei metalli.

Il consiglio, in ogni caso, è sempre lo stesso.

Controlliamo il codice identificativo sulla confezione. Quando c’è, potremo essere certi che si tratta di polistirolo.

Se non fosse presente, acquisendo più informazioni, potremo comunque riconoscerlo.

Dove si butta il polistirolo: Hera, Fasda e il sostegno per l’ecologia

Il Fasda (Fondo integrativo di Assistenza Sanitaria per i dipendenti dei Servizi Ambientali), Hera (azienda multiservizi di Bologna) e tanti altri, si impegnano per i cittadini. Per informare sul polistirolo, dove si butta e come comportarci con la raccolta differenziata.

La domanda è sempre la stessa. Ma spesso le risposte possono essere diverse.

In moltissime città, come accennato, la raccolta differenziata della plastica viene effettuata insieme ad altri materiali.

Per esempio, insieme all’alluminio. In quello che viene definito il sacco “multimateriale”.

Dunque, il polistirolo e il polistirolo espanso, essendo assoggettati ai prodotti in plastica, devono essere conferiti nel sacchetto della plastica o del multimateriale.

Ma sempre tenendo presenti le indicazioni del comune di residenza.

In alcuni comuni, vengono fatte specifiche distinzioni.

Per esempio, tra il polistirolo espanso, utilizzato per gli imballaggi o in edilizia. E quello con il quale si realizzano i prodotti usa e getta, le vaschette e gli involucri alimentari.

Quindi, potremmo dire che:

  • il polistirolo per imballaggio va buttato nella raccolta indifferenziata;
  • il polistirolo per usi alimentari, invece, nella plastica.

Piatti e bicchieri monouso, posate, vaschette alimentari, devono essere pulite per rimuovere residui di cibo. Poi, possono essere gettati nella plastica.

Nel dubbio, meglio consultare il sito dell’azienda responsabile della raccolta differenziata. Nel municipio, comune o regione di residenza.

Polistirolo dove si butta: Roma

Prendiamo come esempio una grande città. In cui i cittadini possono avere più di “qualche” difficoltà a gestire la raccolta differenziata. Per chi si stesse chiedendo: dove si butta il polistirolo a Roma?

L’amministrazione della Capitale avverte attraverso il sito dedicato che il polistirolo da imballaggio andrà conferito nei Contenitori Blu.

Riferendosi ai bidoni per imballaggi in plastica e metallo:

  • bottiglie, vasetti e barattoli di plastica;
  • buste e sacchetti di plastica;
  • piatti e bicchieri di plastica usa e getta;
  • lattine per bevande, vaschette e fogli in alluminio;
  • scatolame di metallo per alimenti;
  • tappi di plastica e di metallo;
  • bombolette spray;
  • gusci e barre di polistirolo.

Poi l’avviso: “nei municipi VI e X dove è già attiva la nuova raccolta Porta a Porta, la plastica va nel contenitore giallo, non più blu”.

Ma perché è così importante differenziare il polistirolo? Innanzitutto, essendo un derivato del petrolio (energia non rinnovabile), da anni è sotto la lente di ingrandimento degli scienziati. Anche perché potenzialmente cancerogeno.

Ne esistono diverse tipologie:

  • cristallo (-PS),
  • espanso sintetizzato (EPS),
  • espanso estruso (XPS)
  • antiurto (HIPS).

Questo materiale ci accompagna nella vita di tutti i giorni ed è riciclabile al 100%.

Come tale, è un nostro diritto/dovere conferirlo nel giusto bidone.

Quindi, i contenitori per alimenti in polistirolo, anche a Roma si possono smaltire insieme alla plastica.

Dove si butta il polistirolo in casa? E quello delle grandi aziende?

Ma le altre tipologie di polistirolo vanno differenziate con il supporto di apposite isole ecologiche. Per agevolarne la selezione e il riciclo.

E quando il Comune non è dotato di un’isola ecologica, va buttato nel sacco dell’indifferenziata. Il che non gioca a nostro favore. Bisogna sempre considerare che viviamo nel periodo di transizione verso le politiche della green economy!

Dove butto le vaschette di polistirolo della carne?

Dalla domanda generica: dove si butta il polistirolo? Ad una più specifica: dove butto le vaschette di polistirolo della carne? Il passo è davvero breve.

Introdotti dall’industria come imballaggi, i prodotti in polistirolo hanno conosciuto sempre più successo per contenere oggetti e alimenti.

Oggi è normale dover gestire nel quotidiano questo tipo di rifiuti.

Allora, vediamo nello specifico il polistirolo alimentare.

Le cosiddette “vaschette” che troviamo nel reparto carne/formaggi dei supermercati sono costituite da un tipo di polistirolo adatto al contatto con gli alimenti.

Riconoscibile grazie alla sigla PS o PS 06. Come abbiamo detto, questo va gettato nella stessa pattumiera differenziata che utilizziamo per raccogliere la plastica.

Basta che prima di buttarlo sia sciacquato velocemente e ripulito da residui di cibo. (Senza sprecare acqua.)

Verifichiamo anche che non vi siano fogli o etichette di alluminio. Nel caso vanno accuratamente tolte.

Il polistirolo da imballo che troviamo a protezione di elettrodomestici o comunemente usato come imballaggio di tanti prodotti spesso è destinato ai bidoni dell’indifferenziata. A meno che non esistano centri di raccolta nei comuni che “ecologicamente” li hanno previsti.

In più, il polistirolo da imballo, quando prodotto in grandi quantità (per esempio nelle aziende) diventa un rifiuto ingombrante ed è bene munirsi di cassonetti di grandi dimensioni.

Oltre, poi, a chiedere che il recupero venga effettuato direttamente dagli incaricati della nettezza urbana.

Aziende e polistirolo: dove si butta in grandi quantità?

Come devono procedere le attività economiche industriali, artigianali, commerciali e agricole che si ritrovano a maneggiare grandi quantitativi di polistirolo? Dove lo buttano loro?

A livello aziendale lo smaltimento del polistirolo assume delle caratteristiche particolari.

La legge impone alle imprese che hanno a che fare con grossi quantitativi di imballaggi di effettuare lo smaltimento con sistemi di tracciabilità.

Per scongiurare il pericolo di inquinamento dovuto all’abbandono o all’incendio del polistirene. E per ridurre l’impatto ambientale.

Se prodotto da un’impresa, il polistirolo è considerato un rifiuto speciale. E la sua gestione è affidata ad aziende private autorizzate dalle autorità competenti al trasporto e allo smaltimento dei rifiuti.

La normativa sullo smaltimento dei rifiuti speciali è contenuta nel d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, in particolare nella parte IV. L’articolo 182 del decreto chiarisce che lo smaltimento in discarica rappresenta l’ultima spiaggia.

Bisogna farvi ricorso solo laddove non fosse possibile il recupero inteso come riutilizzo e riciclo.

Stando all’allegato D del decreto è responsabilità del produttore del rifiuto attribuire il corretto codice CER partendo dal processo che l’ha originato. E non dal rifiuto stesso.

Ai sensi dell’articolo 183 del d.lgs. 152/06 l’azienda produttrice ha un anno di tempo per smaltire i rifiuti. La mancata osservanza degli adempimenti comporta severe sanzioni.

Come si effettua lo smaltimento?

Per lo smaltimento del polistirolo le imprese devono contattare un gestore autorizzato al ritiro dei rifiuti speciali. Che si occupi di tutte le fasi della loro gestione: trasporto, analisi, gestione documentale, avvio agli impianti di smaltimento o di recupero.

La tracciabilità dei rifiuti ha inizio nel momento in cui essi vengono prodotti. Il primo passo consiste nella classificazione del rifiuto perché da essa dipende la corretta gestione dello stesso.

Il polistirene prodotto viene raggruppato in un’area definita “deposito temporaneo”, in attesa che venga raccolto e trasportato presso gli impianti di trattamento.

Quando si parla di smaltimento del polistirolo a livello d’impresa, poi, è necessario avere una documentazione che attesti l’avvenuto smaltimento.

Per questo le aziende che si trovano costrette a smaltire il polistirolo hanno l’obbligo di tenere il registro di carico e scarico. Un documento ambientale sul quale annotare le caratteristiche qualitative e quantitative del rifiuto entro 10 giorni dalla sua produzione.

La responsabilità dell’azienda produttrice termina quando riceve la quarta copia del FIR (formulario di identificazione dei rifiuti) che accompagna il trasporto.

Ma, poiché il polistirolo non è classificato tra i rifiuti pericolosi, non vi è alcun obbligo nei confronti del SISTRI.

Quello che accade nell’ambiente “Tutto Intorno a noi” è davvero nelle nostre mani.

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