Dove si butta il legno: Scopri la soluzione rapida ed ecologica
Visto che questa parte del sito (ricicliamo) si sta arricchendo di contenuti, sarà più semplice per tutti immaginare dove si butta il legno.
Si tratta di un materiale ampiamente utilizzato.
Con il legno realizziamo mobili, cassette per contenere i vini, per la frutta e gli ortaggi dei negozi di fruttivendoli…
Poi ci sono i pallet, che risultano molto utili anche per il riciclo creativo dell’arredamento. Per esempio, nell’area relax del giardino o come pavimentazione ecologica esterna.
Dove si butta il legno, quindi, nel caso in cui non possiamo o non abbiamo tempo per riciclarlo?
Questo materiale così prezioso, che al naturale può essere adeguatamente riciclato, bisogna inserirlo nel percorso più corretto. Quello atto al recupero.
Non possiamo permetterci di buttarlo nel bidone dell’indifferenziata o del secco residuo. Sarebbe davvero uno spreco esagerato.
Attualmente esistono due soluzioni:
- portare il legno ai cassonetti appositi, ovvero all’ecocentro. Nell’isola ecologica del proprio comune di appartenenza, viene poi gettato in un contenitore che, in genere, reca la scritta “legno”.
- nei comuni dove è permesso, si può chiamare un numero specifico per il ritiro dei rifiuti ingombranti. Telefonando al servizio di “Ritiro rifiuti ingombranti” potremo prendere un appuntamento e il legno sarà prelevato direttamente a domicilio. Secondo il calendario della raccolta differenziata settimanale del comune in cui vivete.
Dove si butta il legno: differenziata ed altre possibilità
Cosa arriva, di solito, nell’isola ecologica dove si butta il legno?
In genere gli ecocentri si riempiono di cassette per frutta e verdura, piccoli contenitori, casse di vino, mobili, pallet e altri imballaggi di legno. Ma anche porte e altri infissi, cassettine per i formaggi, casse, bobine…
Il legno può essere utilizzato per molte funzioni differenti. È resistente e dura nel tempo!
Un vantaggio da non sottovalutare è che abbiamo a che fare con un materiale sicuramente eco sostenibile.
Tranne nel caso in cui venga ricavato a seguito di un intensivo disboscamento. Una pratica che dovrebbe essere bandita! Poiché causa diversi danni alla natura, a noi e all’ambiente che ci circonda. (Esistono numerose inchieste a tal proposito).
Dunque, nel momento in cui lo buttiamo, il legno riciclato viene spesso utilizzato per ottenere prodotti di qualità. In effetti è un materiale molto versatile.
Siccome i rifiuti del legno possono provenire da differenti “canali” ogni trattamento per il riciclo dipende dalla tipologia di rifiuto.
Polvere prodotta dai falegnami (anch’essa scarto!), sezioni di legno, prodotti della foresta, avanzi, mobili e costruzioni.
La raccolta di questo materiale si effettua sempre nei centri autorizzati, con l’ausilio di specifici contenitori. Dove le persone portano travi e bancali, oltre che cassette e mobili.
E proprio nell’industria dei mobili, il legno che viene riciclato è molto gradito.
A quanto pare possiamo utilizzarlo per la realizzazione di un ottimo arredo. Come divani o anche mensole e cassettiere.
Lo adoperiamo anche nell’edilizia verde. Per la produzione di pasta cellulosica atta all’utilizzo in cantiere.
Un po’ come abbiamo visto per alluminio e metalli, anche questo materiale può avere nuova vita…se smaltito nel modo corretto.
Dove si butta il legno: Milano, Napoli, Roma…i comuni italiani!
Le regole dei comuni, per stabilire dove si butta il legno, sono da tenere sempre a mente.
In ogni comune è prevista una specifica raccolta del legno (presso le isole ecologiche o a domicilio).
Abbiamo detto che esiste il servizio di ritiro, dei materiali che non sono compresi nel famoso calendario della raccolta differenziata settimanale. Quindi da concordare su prenotazione.
Ricordiamoci che per effettuare il corretto smaltimento del legno bisogna seguire le regole del proprio comune di residenza. Ogni organizzazione potrebbe avere alcune regole differenti.
Inoltre, è molto importante sapere che il legno può essere classificato in base ai trattamenti subiti. Perché ne cambiano le possibilità di riciclo e recupero.
Esistono, quindi, varie sigle e certificazioni ma il “simbolo riciclo” PEFC (o FSC) per esempio, indica che il legno viene ricavato da aree boschive trattate in modo responsabile.
Questo procedimento è in linea con le attuali politiche della green economy anche se esiste da anni.
In più, permette di individuare i legni su cui non sono stati usati trattamenti aggressivi o prodotti chimici dannosi per l’ambiente.
Infatti, sebbene il legno sia un elemento naturale, vernici e colle non lo sono. Quindi bisogna pensare ad una loro eventuale presenza per capire come riciclarli.
Il legno va nell’organico?
Quando ci chiediamo dove si butta il legno ci interroghiamo sul suo smaltimento.
Abbiamo visto che molti rifiuti del legno vengono trasformati nuovamente in legno, per poi essere adoperato in tanti altri modi.
L’imballaggio che più di tutti ci ritroviamo a dover smaltire è sicuramente il pallet. Così come le cassette della frutta e della verdura.
Ci sono dei luoghi in cui le cassette della frutta possono, ad esempio, essere gettate insieme ai rifiuti umidi. Ma solo perché il loro legno è compostabile.
Questa opportunità dipende, naturalmente, dalle disposizioni del comune di appartenenza.
Il legno degli alberi può anche essere arso. Ma anche le potature degli arbusti e delle siepi, insieme agli sfalci da giardino, possono essere sicuramente compostati!
Insieme ad alcuni rifiuti umidi.
Il legno, riciclato così, evita che il compostaggio dell’umido emani un cattivo odore. Con questo mix possiamo ottenere un ottimo terriccio.
In realtà, il legno derivato dagli sfalci e dalle potature rappresenta un capitolo a parte.
Sulla base di una legge del 2006, questo tipo di spazzatura rientra nei rifiuti urbani.
In particolare, ci riferiamo ai rifiuti vegetali come quelli che provengono da aree verdi quali giardini, parchi e aree cimiteriali.
L’articolo 185 della legge, invece, afferma che sono esclusi dalla normativa sui rifiuti: la paglia, certi tipi di potature e altro materiale agricolo o forestale e naturale, non pericolosi.
Questi possono essere utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da biomassa.
Restano invece rifiuti speciali, se derivano da attività lavorative, come ad esempio quella del giardinaggio professionale.
Dove si butta il legno… oppure: come riutilizzarlo?
Dunque, dove si butta il legno, possiamo gettare gli sfalci e le potature come componenti del compost casalingo? Ci stiamo riferendo all’opportunità del riutilizzo, più che del riciclo.
Opportunità di cui ci racconta da tempo l’economia circolare.
Le foglie, i piccoli rami e le radici possono essere anch’essi collocati nella compostiera e divenire quell’ottimo terriccio di cui accennavamo. Perfetto per concimare il prato o semplicemente nutrire il terreno.
Se gli scarti sono di grosse dimensioni, si possono trasformare in “cippato”. Ovvero, legno ridotto a scaglie, attraverso la lavorazione di ramaglie e tronchi.
Avremo però bisogno di un attrezzo che si chiama biotrituratore. Il cippato, così ottenuto, può essere inserito nella compostiera.
Con gli sfalci si può anche pensare di ottenere “carburante” per la stufa di casa.
Per autoprodurlo c’è di nuovo bisogno del biotrituratore. Questo non fa altro che sminuzzare gli scarti delle potature riducendoli finemente.
Il legno da lavorare deve, però, essere ancora verde e non già secco, altrimenti il macchinario potrebbe danneggiarsi.
Autoproducendo questo combustibile si ha un notevole risparmio economico e la possibilità di averlo sempre a disposizione.
Il legno prodotto dalla potatura è un legno “puro”, che non è stato trattato per trasformarlo in mobili o in altri oggetti.
Se abbiamo grossi rami o grosse quantità, possiamo pensare di bruciarlo come legna da ardere nel nostro camino o in quello di un amico. Risparmiando sull’acquisto della legna per l’inverno.
L’idea di riutilizzare il legno, invece d’incenerirlo, è sicuramente quella più “sostenibile”.
Perché il legno è un’ottima materia prima.
Il legno scartato, ma ancora utilizzabile, può servire anche per realizzare pannelli.
Insomma, può essere più efficace darlo a qualcuno che lo possa impiegare meglio di noi.
Come nel caso di negozi appositi, che possono essere quelli dei rigattieri, o dei falegnami (se ancora ne conoscete qualcuno…).