Raccolta differenziata plastica: come farla correttamente?

ASM SET 4/ago/2021
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“Raccolta differenziata plastica”. È solo di questo che vorremmo occuparci e preoccuparci osservando l’indicazione sul bidone apposito?

Ma non è così. Anche perché in genere nei contenitori in cui gettiamo questo materiale possiamo aggiungere il metallo.

Evidentemente è stata usata questa strategia per semplificare la vita a molti di noi.

In realtà, quello della plastica è un problema da non sottovalutare. Speriamo che arrivi un giorno in cui non avremo più bisogno di produrne o utilizzarla.

Nel frattempo, dovremmo riconoscere che è possibile estrarre valore dalla raccolta differenziata della plastica. E non solo.

Da tutti quegli oggetti e prodotti che attraverso il riciclaggio e il riuso possono farci recuperare “energia”.

Aiutando a risparmiare denaro e a soddisfare gli obiettivi ecologici e sanitari.

Sapevate che la gestione inadeguata dei rifiuti nelle “discariche aperte” dei Paesi in via di sviluppo è ciò che spesso porta i rifiuti di plastica ad entrare nei fiumi e nei mari?

Sono solo 20 i fiumi del mondo che hanno portato al 67% dei rifiuti di plastica finiti negli oceani nel 2017.

Questo fatto è particolarmente grave nei paesi dell’Asia, dove l’86% dei rifiuti di plastica sono entrati nell’oceano nel 2015.

Allora, diventa poco opportuno lamentarci dei sistemi di raccolta differenziata che abbiamo deciso di adottare da queste parti…!?

Forse qualche passo avanti l’abbiamo fatto.

E neppure incolpare i paesi in via di sviluppo per questi rifiuti o lasciarli ad occuparsene da soli parrebbe essere la soluzione più adatta.

I nostri ecosistemi marini sono tutti interconnessi. Quindi, anche se facciamo finta che l’inquinamento da plastica sia un problema di altri paesi, i rifiuti finiranno comunque sulle nostre coste e nei nostri ecosistemi marini.

Il futuro che vogliamo costruire è nelle nostre mani e la grande sfida da affrontare sembra essere quella della cooperazione.

Raccolta differenziata plastica: Italia

La raccolta differenziata della plastica nelle varie regioni (o comuni) del nostro Paese ha un funzionamento più o meno omogeneo.

In effetti, gli schemi di raccolta dei rifiuti sono un primo passo essenziale in qualsiasi processo di gestione dei cosiddetti “scarti”. Giocano un ruolo chiave nella sua performance complessiva.

Determinano la composizione dei flussi di rifiuti e quindi la loro idoneità per le operazioni di pretrattamento, selezione e recupero a valle.

Inoltre, schemi efficienti, approvati e sostenuti dalle politiche territoriali, aiutano a risolvere “eventuali problemi” legati ai rifiuti.

Ci sono molti schemi di raccolta dei rifiuti in Europa.

In alcuni casi catturiamo solo i rifiuti di plastica, in altri la plastica insieme ad altri materiali.

come fare la raccolta differenziata della plastica

Ad ogni modo, questi schemi condividono lo stesso obiettivo: massimizzare il recupero dei materiali riciclabili e recuperare valore dai rifiuti.

Sottraendo questa preziosa risorsa alla discarica.

Inoltre, allineando la gestione dei rifiuti alle politiche della green economy, allo sviluppo nell’utilizzo di energie rinnovabili e alle metodologie delle infrastrutture a valle, otteniamo successo su diversi fronti.

Per esempio, miglioriamo le prestazioni ambientali e la gestione dei costi.

Cosa si può mettere nella raccolta differenziata della plastica?

Di seguito un elenco che si riferisce, esclusivamente, alla raccolta differenziata della plastica.

  • Flaconi per detersivi, igiene della casa e della persona
  • Imballaggi delle confezioni di acqua, bibite, rotoli di carta
  • Imballaggi a bolle per elettrodomestici
  • Buste di pasta, riso, patatine, cioccolatini, caramelle ecc
  • Imballaggi adoperati per il confezionamento dei capi di abbigliamento
  • Blister e involucri sagomati
  • Vaschette per il confezionamento di gelato, frutta e verdura
  • Vaschette in plastica delle uova
  • Reti per frutta e verdura
  • Bottiglie in plastica
  • Confezioni e vaschette in plastica o polistirolo per alimenti
  • Piatti e bicchieri in plastica (anche sporchi, purché svuotati)
  • Grucce in plastica per abiti
  • Pellicole per alimenti
  • Cassette in plastica
  • Tappi

Ricordate che piatti e bicchieri in materiale biodegradabile fanno parte della raccolta dei rifiuti organici.

E soprattutto che nelle città in cui viene effettuata la raccolta differenziata porta a porta, la raccolta della plastica può avvenire nel medesimo cassonetto adibito alla raccolta del vetro.

Bisogna verificare, quindi, le indicazioni stabilite per il Comune di appartenenza.

Un altro elenco, per indicare alcune tra le cose da non inserire con la plastica:

  • Giocattoli
  • Attrezzi da cucina
  • Penne
  • Posate in plastica
  • Piatti e bicchieri in plastica rigida
  • Tubi da giardinaggio
  • Accendini
  • Piccoli elettrodomestici
  • Bastoncini adoperati per mescolare le bevande
  • Bacinelle
  • Squadrette e righelli
  • Tastiere e mouse
  • Cd musicali e custodie
  • Sedie in plastica
  • Sottovasi
  • Siringhe
  • Occhiali

Naturalmente, oltre alla raccolta differenziata domestica, un’adeguata raccolta di rifiuti plastici industriali e commerciali, aiuta a garantire il massimo recupero di un altro importante flusso di materiali.

Che non finirà in discarica grazie a chi si prenderà cura di gestire una corretta selezione.

Per chi volesse saperne di più riguardo a riciclo creativo e icone o simboli “misteriosi” che trovate su ogni genere di prodotti, vi invitiamo a dare un’occhiata ad alcuni dei nostri articoli nella sezione “Ricicliamo”.

Come smaltire correttamente la plastica?

Perché è così importante fare la raccolta differenziata della plastica? E di tutto ciò che non utilizziamo più!

Per smaltimento, in realtà, dobbiamo intendere l’insieme delle politiche e metodologie volte a gestire l’intero processo dei rifiuti.

Dalla produzione alla destinazione finale. In cui è coinvolta la fase di raccolta, trasporto e trattamento (smaltimento o riciclaggio).

Fino al riutilizzo dei materiali di scarto…nel tentativo di ridurre gli effetti dell’impronta ecologica e sulla salute umana.

La differenza tra utilizzare le tecnologie che smaltiscono i rifiuti (nel senso che, per esempio li inceneriscono) e la possibilità del riciclaggio, è evidente.

E ci è ben nota grazie alla diffusione delle pratiche ispirate dall’economia circolare.

Riciclare permette di conservare il materiale per riutilizzarlo in altri prodotti. E la separazione alla fonte, se effettuata il prima possibile (a casa, nelle aziende…) è un’azione cruciale per un riciclaggio ottimizzato.

I rifiuti che non sono stati separati alla fonte sono difficili (o addirittura impossibili) da riciclare.

Infatti, il riciclaggio è fattibile solo se i flussi di materiali sono omogenei.

Smistare i rifiuti che sono stati mescolati, non è solo tecnicamente molto difficile, ma anche più costoso. E porta ad un riciclaggio meno “competitivo”.

Dunque, la raccolta differenziata della plastica “alla fonte” permette di migliorare la qualità del materiale riciclato. Diminuisce il numero di interventi a posteriori.

Consigli per “raccolta differenziata plastica”

Per una corretta raccolta differenziata della plastica (e di altri materiali), alcuni suggerimenti da tenere presente.

  • Schiacciate bottiglie e contenitori in modo da ridimensionare i volumi;
  • Un errore da non fare commettere è quello di utilizzare sacchetti in plastica per gettare la carta;
  • Anche se i contenitori di plastica sono sporchi è meglio gettarli nella plastica, purché non includano residui solidi o consistenti;
  • È opportuno conferire contenitori di plastica puliti;
  • Il Tetra Pak e tutti i poliaccoppiati, tubi in gomma, giocattoli, flaconi in plastica contenenti prodotti tossici, infiammabili e nocivi…non fanno parte della raccolta differenziata della plastica.

I prodotti in plastica che non sono imballaggi o sono costituiti da “plastica dura” spesso seguono un diverso percorso di smaltimento:

  1. gli oggetti di piccole dimensioni (come giocattolini, piccoli imbuti, vasellame, custodie per cd, spazzolini, fiori finti, pettini ecc,) riguardano il contenitore dell’indifferenziato;
  2. oggetti di grandi dimensioni (come giocattoli, sedie e tavoli da giardino, vasi in plastica, attrezzature sportive e ginniche, annaffiatoi, terrine ecc,) devono essere conferiti esclusivamente presso i centri di raccolta.

Negli uffici uno dei problemi maggiori è rappresentato dall’utilizzo di plastica monouso, meglio scegliere alternative sostenibili!

  • Utilizzare borracce al posto delle bottigliette di plastica;
  • Sostituire con prodotti composti da biopolimeri compostabili o carta al posto di piatti, posate e bicchieri monouso;
  • Privilegiare prodotti sfusi anziché confezionati nella plastica (per esempio, frutta e verdura locale per contribuire alla riduzione degli imballaggi).

Le aziende, per facilitare il tutto, dovrebbero predisporre contenitori ad hoc posizionandoli in punti di raccolta “comodi”.

Ricordate che toner e cartucce esaurite delle stampanti non vanno nella plastica ma in appositi contenitori destinati a questo tipo di rifiuti.

Raccolta plastica: un piccolo gesto per il nostro futuro

Allora, quando pensiamo alla raccolta differenziata della plastica, il primo pensiero da collegare naturalmente è proprio quello del riciclare.

Attualmente, un metodo che rappresenta quasi l’unica forma di riciclaggio della plastica in Europa è il riciclaggio meccanico.

Ovvero, la trasformazione dei rifiuti di plastica in materie prime secondarie o prodotti. Senza modificare significativamente la struttura chimica del materiale.

In linea di principio, tutti i tipi di materiali termoplastici possono essere riciclati meccanicamente, con poco o nessun deterioramento della qualità.

Questo metodo è utile per più del 99% delle quantità riciclate.

I benefici ambientali derivanti dalla sostituzione del materiale vergine, generalmente, superano l’onere ambientale delle operazioni di raccolta, selezione, trasporto e riciclaggio.

Mentre, i costi di tali operazioni possono essere superati dai potenziali ricavi della vendita.

Un po’ come accade quando scegliamo di utilizzare energia sostenibile in sostituzione delle fonti non rinnovabili.

La plastica e i rifiuti contenenti plastica che non possono essere riciclati meccanicamente in modo sostenibile (secondo gli standard richiesti dal punto di vista economico e ambientale) costituiscono una risorsa preziosa per altre soluzioni di recupero.

Come il riciclaggio a materia prima e il recupero energetico.

Lo scopo è sempre lo stesso: massimizzare il recupero dell’energia e delle risorse incorporate.

Raccolta differenziata plastica: la percezione di una questione fondamentale

Voi che tipo di percezione avete riguardo alla raccolta differenziata della plastica? Dei danni che può produrre?

E delle opportunità fornite dal riciclaggio?

La grande sfida da superare (non solo nei paesi in via di sviluppo) riguarda in prima linea i consumatori e la gestione dei loro rifiuti.

Comunque, poco a poco, anche la produzione aziendale sta iniziando a fare i conti con il fatto che le persone chiedono di trovare “soluzioni”. E cercano le giuste alternative.

Nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, il tasso di riciclaggio è relativamente basso rispetto alla media delle nazioni sviluppate.

Per esempio, solo il 9% della spazzatura è stata differenziata e riutilizzata in Indonesia nel 2019.

In altri paesi, come la Cina, i dati recenti non sono disponibili. Anche se ci sono dichiarazioni di tassi di riciclaggio che raggiungono il 22% nel 2014.

Ma, anche questi dati sono notevolmente inferiori a quelli di tanti altri paesi.

Il primo fattore importante che influenza il comportamento riguardo a differenziata e riciclaggio (da parte dei consumatori) è l’accessibilità ai servizi.

I consumatori che hanno un facile accesso al riciclaggio (come la raccolta differenziata sul marciapiede che si trova in molte parti del Nord America) hanno il 25% di probabilità in più di riciclare.

Purtroppo, anche se questi schemi di raccolta sono utili, spesso non sono presenti in molte zone dei paesi in via di sviluppo…e neanche in Italia!

Gestione dei rifiuti ed economia verde

C’è chi sostiene che, non solo la raccolta differenziata della plastica, ma in generale i rifiuti, potrebbero diventare un business redditizio. Piuttosto che un problema costoso.

Katharina Kummer Peiry, titolare della società di consulenza Kummer Ecoconsult.

Andreas R. Ziegler, professore all’Università di Losanna.

Jorun Baumgartner, Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Svizzera).

Hanno riflettuto su queste possibilità nel libro “Waste Management and the Green Economy”.

“Potremmo creare opportunità di business e posti di lavoro verdi mentre si protegge l’ambiente? Questo potrebbe ridurre il commercio illegale e il riciclaggio improprio di rifiuti pericolosi, rendendo le alternative legittime più attraenti?”

Affrontando queste domande, il libro esamina la gestione dei rifiuti ecologicamente sana come un driver nella transizione verso la green economy.

Si discute su come questa transizione sia sfidata da limitazioni tecniche, ambienti normativi deboli e mancanza di incentivi finanziari.

L’analisi approfondisce il legame tra la gestione dei rifiuti e un’economia verde.

Identifica gli elementi chiave di un solido quadro giuridico e politico globale attraverso cui affrontare queste sfide.

Gli autori notano che l’attuazione e l’applicazione coerenti sono cruciali. Completano l’esame della situazione affrontando le questioni legali e politiche, con contributi sugli aspetti tecnici ed economici.

Tenendo conto della natura interdisciplinare del problema e offrendo una prospettiva dall’Asia. Dove le sfide della gestione dei rifiuti così come le possibili opportunità sono particolarmente significative.

Grazie alla padronanza interdisciplinare, ai contributi tratti dagli esempi e dal mondo accademico, il libro è definito come una risorsa per accademici e professionisti nelle aree del diritto, della politica e dell’economia.

Fornisce spunti per i funzionari pubblici impegnati nella politica dei rifiuti, agli operatori del settore privato impegnati nella gestione dei rifiuti e nello sviluppo sostenibile.

Ed infine, alle organizzazioni non governative impegnate nella protezione ambientale e negli sforzi per la riduzione della povertà.

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