Transizione energetica: cos’è e a che punto siamo
Coscienza ambientale, sfruttamento consapevole di risorse, uso prevalente di fonti di energia rinnovabili. Possiamo usare molte altre definizioni di questo tipo, ma l’argomento principale è la transizione energetica verso un mondo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Siamo tutti quanti parte di una trasformazione volta ad eliminare gradualmente la nostra dipendenza dalle fonti energetiche fossili, esauribili e inquinanti.
Transizione energetica: cos’è
Definizione: “La transizione energetica è il passaggio dall'utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili e fa parte della più estesa transizione verso economie sostenibili attraverso l'uso di energie rinnovabili, l'adozione di tecniche di risparmio energetico e di sviluppo sostenibile”. (da Wikipedia)
Tutti i Paesi Europei stanno introducendo direttive comunitarie che mirano a rendere più ‘green’ e sostenibile la produzione industriale, il riscaldamento residenziale e le proiezioni suggeriscono che l’Europa potrebbe liberarsi del tutto dei combustibili fossili entro il 2050, cioè nei prossimi 30 anni.
L’indagine Bloomberg New Energy Finance (New Energy Outlook 2019) proprio sul tema della transizione energetica, sostiene che eolico e fotovoltaico saranno le energie del futuro: la proiezione dice che costituiranno circa metà del mix elettrico mondiale nel 2050. Perché proprio fotovoltaico ed eolico? Grazie alla continua ricerca ed evoluzione dei prodotti, alle installazioni e soprattutto ai prezzi sempre più popolari che consentono a queste tecnologie di entrare anche nelle scelte d’impianto residenziale.
A che punto siamo con la transizione energetica?
Innanzitutto, la sensazione è che sia una strada obbligata: d’altra parte il risultato dello sfruttamento intensivo delle risorse energetiche fossili e non rinnovabili ha portato all’esaurimento delle risorse energetiche e alti livelli di inquinamento ambientale e atmosferico.
Quindi nessuno sta lavorando o pianificando soluzioni alternative. Il passaggio da vecchie fonti di energia non rinnovabili a quelle rinnovabili dovrebbe avvenire attraverso la progressiva sostituzione degli impianti di produzione o la loro conversione.
Trovano pienamente un senso logico, in questo contesto, tutte le forme di incentivazione legate agli interventi edilizi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici sia residenziali che industriali o produttivi. Migliorando l’efficienza energetica, infatti, si riduce lo sfruttamento di risorse e – a livello globale – l’inquinamento.
Attualmente, nel mondo, le fonti fossili sono ancora protagoniste (all’80%) dei consumi globali di energia.
Dopo l’Accordo di Parigi del 2015: siglato da 197 Paesi che esprimevano la volontà di intraprendere azioni rapide ed efficaci finalizzate a rallentare i cambiamenti climatici, solo 157 Paesi hanno definito i propri obiettivi nazionali.
L’Unione Europea sta incentivando attivamente e sta finanziando investimenti pubblici e privati finalizzati alla decarbonizzazione per ridurre le emissioni di CO2 e finalizzati alla ricerca e l’occupazione nel settore delle energie rinnovabili.
Tuttavia, l'indice Ispred, elaborato da Enea per monitorare a transizione del sistema energetico verso la decarbonizzazione, ha registrato nel 2019 un calo per il quarto anno consecutivo (-8%), a causa della sostanziale stazionarietà delle fonti rinnovabili e di un livello dei prezzi più elevato dell'anno precedente.
L’Italia, con il Piano Energia e Clima, si è data come termine il 2025 per raggiungere la decarbonizzazione della produzione energetica nel nostro Paese. Questo significa che il carbone sarà eliminato come fonte di produzione di elettricità.
Difficoltà della transizione energetica
I punti di debolezza sono principalmente due:
- Aleatorietà e imprevedibilità delle fonti: le fonti di energia rinnovabili sono strettamente correlate alle condizioni ambientali. La disponibilità di vento, luce o acqua non sono costanti.
- Stoccaggio: rendere la produzione elettrica stabile senza usare le fonti fossili significa dotarsi di sistemi che risolvono l’instabilità delle fonti naturali, conservandone scorte sufficienti ad affrontare i problemi. Le risorse rinnovabili hanno certamente il pregio di rigenerarsi, ma ciò non vuol dire che siano sempre a disposizione: la biomassa, ad esempio, impiega del tempo per rigenerarsi.
Abbiamo fatto un'indagine sui consumi energetici delle famiglie. Vuoi sapere cos'è venuto fuori? Scarica il pdf.