“Gas energia sostenibile”: un ponte per il futuro?

ASM SET 5/gen/2021
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Gas energia sostenibile: troppo bello per essere vero!?

Partiamo dalle basi.

Come funziona l’energia sostenibile?

Il concetto di sostenibilità fu chiarito innanzitutto dalla Commissione Brundtland delle Nazioni Unite, nel 1987.

Sostenibile dovrebbe essere la capacità della società odierna di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere le possibilità delle prossime generazioni di fare altrettanto.

Essere in linea con questa definizione, significa che i nostri sistemi (politici, economici, sociali) dovrebbero valorizzare e implementare specifiche modalità di produzione dell’energia.

Questo tipo di tecnologie dovrebbero avere sempre minore impatto sui delicati equilibri che consentono “la vita del pianeta”.

L’energia sostenibile è uno strumento essenziale per raggiungere tale meraviglioso obiettivo.

Nel mondo questo tema viene affrontato a vari livelli e le soluzioni dipendono molto dal contesto di riferimento.

In generale, comunque, quello che stiamo cercando di fare a livello planetario è ridurre passo dopo passo la necessità di sfruttare l’energia non rinnovabile, concentrando l’attenzione su “fonti pulite”.

Tra le fonti cui attingiamo per usufruire di risorse migliori rispetto ai tradizionali combustibili fossili, un posto speciale lo ha acquisito il gas.

Lo sguardo sempre più attento alle strategie che potenzialmente permettono di superare la sfida dell’inquinamento, ha portato singoli individui, aziende e governi ad immaginare che il gas possa essere di grande aiuto.

L’acceso dibattito, in atto da tempo, riguarda proprio l’opportunità di considerare il gas energia sostenibile: ma in che senso?

Il gas naturale potrebbe essere un “fossile di transizione” che in ogni caso dovrà cedere il passo all’energia rinnovabile. In molti si chiedono se stia sbarrando la strada verso il futuro auspicato, anche nel caso dell’energia rinnovabile in Italia.

La promessa della nascita di posti di lavoro e gli appetibili benefici economici, si scontrano inevitabilmente con le preoccupazioni per rischiosi effetti ambientali e sanitari, causati dallo sfruttamento del gas.

Gas energia sostenibile: com’è possibile?

Considerare il gas energia sostenibile non distrae per niente dalla realtà, di fatto si tratta di un combustibile fossile, proprio come il carbone e il petrolio.

Ma l’idea che prende piede è che questo potrebbe essere utilizzato come “ponte” per la transizione energetica (ed economica).

È importante sottolineare, a questo punto, che sia le energie rinnovabili, sia le migliori tecnologie progettate per produrre energia sostenibile non sono sempre sicure, al 100%, per l’ambiente.

Un esempio, tra gli altri, sono le dighe che sfruttano l’acqua in movimento come fonte rinnovabile.

Ma la costruzione delle dighe può danneggiare la fauna e incredibili sforzi possono rivelarsi vani.

Tuttavia, non bisogna sottovalutare i livelli, le possibilità di ingegnarsi nel trovare risoluzioni adeguate sono praticamente infinite.

E poi…c’è impatto e IMPATTO.

Le fonti rinnovabili generano un’impronta abbastanza leggera sull’ambiente. Sicuramente diversa rispetto all’energia non rinnovabile.

Per questo motivo valorizzare le strategie per produrre energia (altamente) sostenibile è come comprare un biglietto globale per la terra del futuro: più pulita, meno inquinata, “ecologica”.

Utilizzare il gas nella forma di energia rinnovabile, a quanto pare è possibile e può essere un grande contributo per lo scopo di decarbonizzare l’Europa e non solo!

A proposito dell’Europa esiste uno studio condotto da Guidehouse (ex Navigant) secondo il quale il nostro “vecchio continente” avrebbe un potenziale di 270 miliardi di metri cubi di idrogeno e biometano che, utilizzati nelle infrastrutture esistenti, consentirebbero di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050.

La ricerca è stata commissionata dal consorzio europeo Gas for Climate.

Gli studiosi affermano che si potrebbero risparmiare 217 miliardi di euro l’anno, prevedendo un minimo contributo del gas e costi accessibili sia per le famiglie che per le imprese.

Il gas “pulito” potrebbe, non solo essere trasportato, stoccato e distribuito grazie ad infrastrutture per il gas già presenti, in più questa risorsa potrebbe essere integrata con le rinnovabili.

Così si ridurrebbero anche i costi per la decarbonizzazione.

L’energia e i suoi mille volti

Torniamo a ripetere la formula “gas energia sostenibile”…come fosse un mantra, quasi nella speranza che ripetendo le parole che ci stanno a cuore la situazione possa cambiare radicalmente.

La realtà è un’altra ma non troppo distante dalle condizioni ideali. Il gas, infatti, potrebbe diventare il partner favorito per la produzione di energia rinnovabile, attraverso un mix energetico sostenibile.

Già adesso viene considerato importantissimo per “l’economia delle emissioni”.

Grazie al concetto di energia circolare e allo sviluppo del biometano, per esempio, si trasforma gradualmente in una forma di energia rinnovabile.

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Impianto biometano

Questa fonte è programmabile ed è il risultato della digestione anaerobica delle biomasse agricole e di vari rifiuti organici.

Sappiamo che una delle idee più rivoluzionarie dell’energia circolare è quella di applicare principi “naturali” a condizioni umane. In natura non esistono rifiuti e l’uomo trae spunto da questo fantastico modello.

Perciò nasce la gassificazione termica di residui legnosi, l’idrogeno ricavato da elettricità rinnovabile, il metano sintetico prodotto dall’idrogeno rinnovabile…e così via!

La propaganda sul gas naturale nasce soprattutto dal grande potenziale che ha di ridurre le emissioni. Grazie ad esso si potrebbe eliminare il carbone come fonte principale di energia elettrica e il diesel come prevalente carburante degli autocarri.

Ma soprattutto, il gas rappresenta un potenziale completamento per l’utilizzo di energia rinnovabile.

Attraverso di esso si fornirebbe una copertura per l’intermittenza dell’energia prodotta attraverso fonti rinnovabili. In parole povere, quando non soffia il vento o non splende il sole, se gli accumulatori di rinnovabili non fossero presenti o fossero “scarichi”, si potrebbe ricorrere a questa ulteriore possibilità.

Sicuramente, in questa fase di transizione potrebbe rappresentare una valida alternativa: quasi fosse una riserva (di carbonio) ad impatto relativamente basso, per i periodi di picco di utilizzo dell’energia.

Non sarebbe una opzione migliore, invece del ruolo da protagonista (24 ore su 24) di energia non rinnovabile?

Così il gas darebbe un grande contributo alla transizione energetica.

Il dibattito (sempre) aperto

La domanda sorge spontanea: perché il gas? (visto che si tratta comunque di un combustibile fossile)

Questo è uno dei temi chiave dell’attuale dibattito.

Il fatto è che il gas naturale, rispetto ad altri combustibili fossili, si avvicina al 50% in meno di emissioni di carbonio.

Fonte ISPRA – 2019

Offre grandi riduzioni nelle emissioni di SOx e NOx (acidi gassosi corrosivi che minacciano l’ambiente marino) e di altri inquinanti come il carbonio nero, il mercurio e l’arsenico.

In più, grazie a questo fossile esiste la possibilità di un minore spreco di acqua nelle centrali elettriche.

Il passaggio dal carbone al gas è stato un tema crescente anche per l’abbondante capacità di infrastrutture presenti (come già detto) dei gasdotti, perchè offrono percorsi efficienti per il mercato.

La flessibilità intrinseca delle linee di gas interconnesse implica, in effetti, una rete di distribuzione che può evitare la necessità di costruire nuove reti elettriche.

Tale rete consentirebbe trasferimenti al di là delle frontiere e potrebbe essere utilizzata come sistema di stoccaggio a breve termine per l’energia elettrica in eccesso prodotta da fonti rinnovabili.

Le implicazioni, quindi, sono profonde anche in termini di investimenti. Tutto ciò prevede una maggiore attenzione ed un accurato utilizzo degli impianti e delle infrastrutture di esistenti, invece della creazione di nuove infrastrutture.

Secondo molti sostenitori, esiste la possibilità di un futuro da protagonista (a medio-lungo termine) per il gas naturale.

Ma evidentemente a patto che l’industria del gas abbracci senza riserve la transizione energetica e si associ alle energie rinnovabili per produrre prodotti privi di carbonio.

Dunque, alle considerazioni e alle riflessioni sul modo in cui il gas naturale può sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili devono corrispondere riflessioni e considerazioni sul fatto che il gas resta “semplicemente” complementare alle energie rinnovabili.

“Gas energia sostenibile” nello studio Unece

La Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (Unece) nel 2019 ha strutturato un documento intitolato “How natural gas can support the uptake of renewable energy”

Il tema del documento si concentra su una delle questioni considerate più immediate per il gas naturale: il suo rapporto con le energie rinnovabili.

I documenti sono tre.

il secondo affronta la capacità, che il gas potrebbe avere, di sostituire altri fossili e il terzo ci immerge nella prospettiva in cui il gas potrebbe accedere a nuovi mercati e opportunità.

Il gas ha sicuramente un ruolo importante nell’affrontare la sfida del cambiamento climatico.

Secondo lo studio, il contributo più importante che il gas può dare è nella forma di gas “verde” o “blu” ( in gran parte o totalmente decarbonizzato).

Abbandonando quindi l’utilizzo che riguarda la produzione di energia elettrica o la possibilità di essere sfruttato come materia prima per i prodotti petrolchimici.

Se davvero fosse questo lo sviluppo cui si tende, avremmo bisogno di spingere nella direzione di progressi significativi a livello tecnologico. Ma anche di investire nella “cattura” e nello stoccaggio del carbonio.

Inoltre, lo sviluppo e l’adattamento delle infrastrutture permetterebbe di far fronte alle necessità dei nuovi combustibili, in particolare dell’idrogeno.

I documenti, di cui sopra, che inducono a tali riflessioni, sono stati scritti nell’ambito del progetto “Percorsi per l’energia sostenibile” come contributo per i traguardi climatici…ma non solo.

L’obiettivo principale è molto più ampio ed è da comprendere nella dimensione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile dell’ONU per il 2030.

Strutturata e proposta nel 2015, momento in cui tutti i membri dell’ONU hanno adottato all’unanimità i 17 Goal per lo Sviluppo Sostenibile.

Quindi l’Unece, da una parte cerca di affrontare il tema dei ruoli che il gas potrebbe svolgere nella transizione energetica.  Ma il contesto è da inquadrare nell’ambito della sostenibilità, della decarbonizzazione, del contesto sociale ambientale…economico.

“Gas energia sostenibile” per la transizione energetica

L’emergenza climatica ha creato una situazione per cui tutta l’attenzione si è concentrata su specifiche questioni, tra le quali:

  • la necessità di decarbonizzare il pianeta il più rapidamente possibile
  • la produzione e il consumo di energia
  • il bisogno di sviluppare sistemi energetici sostenibili, efficienti ed accessibili
  • la necessità di affrontare l’inquinamento atmosferico

Gli sforzi che stiamo attuando per affrontare ognuno di questi problemi sicuramente sono d’aiuto per la risoluzione delle altre problematiche. E’ una questione complessa e ad ogni livello esistono connessioni e intrecci di cui avere cura.

Nulla può essere dato per scontato ed è noto anche che ciascun obiettivo ha una sua peculiarità.

Per cui, i Paesi che partecipano all’attuazione dell’Agenda 2030 sanno che ogni traguardo può variare in base alle fasi. Così come le priorità dei governi nazionali, delle principali città, o delle zone rurali dipendono dal contesto e dalle dinamiche in trasformazione.

L’industria del “gas energia sostenibile” sostiene di poter contribuire in modo significativo per l’energia sostenibile e per la decarbonizzazione.

Ma mentre viene sottolineato che il gas naturale emette meno carbonio rispetto ad altri fossili, costituendo una logica alternativa per la produzione di energia, l’industria deve confrontarsi con un paio di questioni:

  • nelle zone più industrializzate bisogna affrontare la concorrenza commerciale sempre più determinata da parte delle energie rinnovabili
  • l’opposizione sociale per il fatto che si tratta di un combustibile fossile che (comunque) inquina

Strategie e scelte complesse

Il gas potrebbe essere un ponte da valorizzare, è vero.

Ma questa attrattiva verso una fonte di combustibile fossile “meno inquinante”, potrebbe ridurre i sostanziali vantaggi che giungerebbero nel caso in cui fossimo unicamente concentrati sulle rinnovabili?

Alcuni ricercatori del “Massachusetts Institute of Technology” hanno rilevato che negli Stati Uniti il gas potrebbe essere una minaccia che rallenta lo sviluppo delle energie rinnovabili.

“Il gas è un grande vantaggio per gli Stati Uniti nel breve termine, per i prossimi decenni”

E’ questo ciò che afferma l’economista del MIT Henry Jacoby, uno degli autori dello studio. E aggiunge:

“Ma è così attraente che minaccia altre fonti di energia di cui alla fine avremo bisogno”

Per questo il dibattito prosegue, con sempre nuovi sviluppi da riconoscere … e valutare.

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