Pensi a una tesi sulla Green Economy? 3 motivi per scriverla

ASM SET 3/lug/2021
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Un percorso di studi sta per giungere al termine o…è appena iniziato!? Forse sai che sul tema della green economy, tesi, ricerche e sbocchi lavorativi raccontano di un futuro diverso.

Di un mondo che torna a vivere ogni volta che percorriamo incuriositi le tappe fondamentali della sua esistenza…

Chi sceglie la green economy come pilastro portante nella tesi di laurea, desidera sicuramente concentrarsi sulla comprensione delle soluzioni possibili.

Basta pensare un attimo alla sua definizione.

Tra le altre, quella fornita dalla Green Economy Coalition (2011) racchiude in poche parole il suo immenso significato.

“Un’economia resiliente che fornisce una migliore qualità di vita per tutti entro i limiti ecologici del pianeta”.

Beh, la storia dell’umanità rincorre gli ideali di bellezza, verità e bene da tempo immemore.

E parlare di green economy può richiedere di sviluppare un discorso che gira intorno a tali principi. Consapevolmente o ingenuamente, per passione o anche “per gioco”.

Si tratterà, comunque, della verità che cerchiamo nei prodotti biologici, sani e nutrienti.

Del benessere che accompagna una passeggiata in luoghi “non inquinati”.

Della bellezza che soddisfa la mente quando pensiamo di poter accedere ad una crescita sostenibile (Bruntland,1987):

“processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali”

Si, perché green economy e sviluppo sostenibile perseguono gli stessi obiettivi: di equità e giustizia. Sociale e ambientale.

Fin qui i tre motivi che avevamo promesso sono andati moltiplicandosi, senza volerlo!

Proviamo a scovare insieme i più adeguati alle esigenze personali.

Il mondo della green economy è incredibilmente vasto.

Green economy: tesi di laurea

Si fa presto a dire: argomento scelto! Green economy, tesi stabilita, domanda approvata, relatore confermato…

E la bibliografia!? L’indagine preliminare? La ricerca dei materiali? Il piano di lavoro!!!

Iniziano a farsi strada le mille preoccupazioni che accompagnano la maggior parte degli studenti (a qualsiasi età).

Per non parlare del blocco che può sopraggiungere quando ci troviamo faccia a faccia col foglio bianco. Da utilizzare, prima o poi.

Niente paura!

Se hai capito qual è la molla che ti ha spinto a scegliere green economy -e sviluppo sostenibile- come argomento della tesi, ti basterà partire da lì.

tesi sulla green economy perché scriverla

Allora, facciamo qualche passo indietro. Torniamo ai motivi.

Perché non iniziare da qualcuno degli “esami green” che in te ha suscitato particolare interesse?

Oppure, potremmo prendere come riferimento l’esempio di chi prima di noi ha già scritto di green economy? Tesi, dottorati, studi in qualsiasi settore sono disponibili, sia online che in biblioteca.

Forse potresti trarre ispirazione persino dalla storia dell’azienda sostenibile che si trova “a pochi metri da casa”.

Intanto, adesso, diamo un’occhiata alle motivazioni di alcuni colleghi italiani.

Così, per ora, restringiamo il campo.

Green economy: tesi dall’università di Torino, in collaborazione con la città

La dottoressa Giorgia Cocco, nel 2018, incentra l’introduzione alla tesi sulle conseguenze drammatiche del cambiamento climatico.

Sottolineando che questo è originato soprattutto dall’attività antropica e che i danni ricadranno, infine, sull’uomo.

Il corso di Laurea è Magistrale, in Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio.

Il titolo è “Enti territoriali e formazione alla green economy: progetto APP VER ed esperienze eco-innovative nel settore della ristorazione.”

La candidata studiava presso il Dipartimento di Economia e Statistica (Torino). Sarà per questo che introduce il tema della responsabilità delle scienze economiche. La responsabilità di:

“individuare e tracciare la via del cambiamento, impostando per il futuro prossimo un mutamento di paradigma economico.”

Vede tali riflessioni riassunte nel concetto di economia verde. Nel suo carattere lungimirante.

Nella sua tesi risultano come azioni prioritarie:

  • l’intervento delle istituzioni pubbliche territoriali;
  • la progettazione;
  • la diffusione della formazione alla green economy.

Ci racconta che in quest’ottica è nata APP VER – Apprendere per Produrre Verde.

Progetto transfrontaliero finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Interreg V-A Francia Italia Alcotra (2014-2020).

Soggetti capofila e attuatore son:o la Città Metropolitana di Torino e l’Istituto di Ricerche Economico Sociali (IRES) del Piemonte.

Scopo ultimo del progetto? Favorire il proliferare della green economy e il suo crescente radicamento nella società.

Con gli strumenti offerti da APP VER si desidera assicurare l’educazione alla sostenibilità e la conseguente moltiplicazione dei cosiddetti green jobs.

Quindi impostare:

“un vero e proprio cambiamento culturale”.

Quali saranno i motivi dietro questa tesi?

Proviamo ad estrapolarli:

  1. supportare gli sforzi della società finalizzati a una correzione dei comportamenti;
  2. salvaguardia delle generazioni future;
  3. benessere e soddisfazione derivanti dagli investimenti sul proprio territorio.

“La Green Economy” alla Luiss di Roma

La studentessa Gaia di Francesco, nel 2016, ha studiato presso il dipartimento di Impresa e Management. Introduce la sua tesi sulla green economy cominciando col presentare i danni provocati nel tempo dall’attività industriale.

Poi spiega come le imprese, “rendendosi conto”, abbiano cercato di limitare i danni orientandosi alla trasformazione. Per esempio in aziende ecosostenibili.

Impegnandosi anche nella responsabilità sociale d’impresa. Espone, quindi, un breve excursus sulle politiche utili a tale scopo.

La green economy è il cuore pulsante della tesi. L’argomento viene affrontato evidenziando il modo in cui possa risultare un valido strumento.

“Non solo per risanare le ferite ambientali provocate, ma anche per dare una risposta secca alla crisi globale dei nostri tempi.”

L’economia sostenibile e l’utilizzo di risorse rinnovabili vengono contestualizzate come un trend.

Non una moda passeggera. Piuttosto, un valore indispensabile, diffuso tra le imprese più celebri.

Viene sottolineato l’uso del web come strumento prezioso. Che può risolvere problemi comuni tra le aziende con idee valide ma prive di strumenti finanziari valevoli.

Viene preso in esame il caso della start-up conosciuta come “Blablacar”.

Ed infine, la candidata, ribadisce come la sharing economy abbia contribuito ad evolvere la mentalità del consumatore medio.

Le motivazioni dopo una rapida lettura:

  1. l’importanza dell’innovazione sociale e tecnologica nelle aziende;
  2. la sensibilità verso i temi ambientali;
  3. la promozione del piacere di viaggiare condividendo energia e spese.

Tesi sulla sostenibilità ambientale

Come anticipato, scrivere una tesi sulla green economy significa anche parlare di sostenibilità.

Il titolo della prossima è: “Alla ricerca della sostenibilità: lo sviluppo dell’agricoltura dall’unità d’Italia alla green economy”.

Gianluca Parodi presenta l’elaborato finale per il Dottorato di ricerca in economia e statistica agroalimentare nel 2013. All’università di Bologna.

Il dottore analizza alcune delle attività di ricerca svolte durante i tre anni precedenti.

La ricerca è improntata, dal punto di vista della politica economica, sull’analisi storica dello sviluppo nel settore agricolo.

Nonché, sui cambiamenti avvenuti contemporaneamente, nel contesto socioeconomico e territoriale in Italia.

Vengono prese in particolare considerazione le tematiche legate ai consumi e alla dipendenza energetica.

Incentra la tesi sullo sviluppo Green nel settore agroalimentare. Ed inevitabilmente l’attenzione ricade sulla produzione di fonti di energia sostenibile.

Sulle politiche implementate a livello comunitario e nazionale. Sul cambiamento nelle abitudini dei consumatori e sull’acquisto dei prodotti biologici.

La Green Economy è vista, di nuovo, come:

“fattore di sviluppo e opportunità per uscire dall’attuale contesto di crisi economico-finanziaria.”

Una crisi, già al tempo, definita strutturale e di carattere duraturo.

Affiancata dalla problematica ambientale dovuta al modello produttivo tradizionale. Fortemente dipendente da combustibili fossili, ovvero, da risorse non rinnovabili.

Infine, la necessità di cambiare paradigma produttivo è inquadrata nell’ottica della mitigazione del cambiamento climatico e degli impatti socioeconomici negativi.

Quindi, in termini di sicurezza internazionale e di emergenza umanitaria.

E ancora, il signor Parodi, propone di riferirsi all’utilizzo di tecnologie alimentate da energia rinnovabile, anche da parte delle organizzazioni di intervento nei contesti di emergenza!

Questo dottorato è davvero esplicito. Negli scopi dell’attività di ricerca, sono racchiusi tutti motivi della scrittura.

Per esempio:

  1. fornire una risposta Green a problematiche esacerbate dall’impatto umano;
  2. agire con determinazione nel sostenere le proprie tesi;
  3. offrire strumenti di verifica “sul campo”, a livello nazionale ed internazionale.

Comunicare la sostenibilità: tesi green e sviluppi possibili

Valentina Trevisan ci racconta di Green Economy nella tesi per il corso di Strategie di Comunicazione.

All’Università di Padova nel 2017.

Già il titolo è eloquente.

Il Made in Italy si tinge di green. Comunicare la sostenibilità ambientale delle imprese italiane.”

Secondo lei la post-modernità è caratterizzata dalla nascita di una figura divergente: il consumatore sostenibile.

Per questo le imprese propongono nuovi prodotti e servizi. In linea con le esigenze di questa figura.

Prodotti di qualità, che durino a lungo e siano ecosostenibili.

A quanto pare l’utente sa che tale prodotto avrà un costo più elevato, ma è cosciente che la scelta è un investimento per il suo futuro.

La figura prende le sembianze di un investitore più che di un consumatore.

Che tenta di adottare uno stile di vita green. Riduce gli sprechi, impara a riciclare, a riparare e a riutilizzare.

In pratica, abbiamo capito cos’è l’economia circolare e l’abbiamo fatta nostra.

L’uomo che prende consapevolezza dell’importanza del suo operato cambia il suo modo di acquistare. Perché, secondo la Trevisan ha sviluppato nuovi valori e priorità.

È più informato, attento ed esigente.

“Non più sottomesso al sistema produttivo, capace di scegliere il bene e consapevole del suo potere nell’indirizzamento delle scelte di mercato.”

Nello scritto si sofferma sulle imprese italiane e i brand emergenti che evolvono nell’ottica della sostenibilità.

Chiave straordinaria per rigenerare il Made in Italy.

L’intento della tesi, i motivi scatenanti, li racconta lei stessa:

  1. comunicare un nuovo modello di sviluppo fondato sui valori della qualità, dell’innovazione e dell’ambiente;
  2. la volontà di dare rilievo e risonanza ad un fenomeno emergente già applicato a svariati ambiti;
  3. informare!

La dimensione geografica della green economy

Il dottorato di ricerca in scienze dei sistemi culturali, di Maria Coronato, affronta la questione alle radici. La tesi sulla Green economy questa volta proviene dal dipartimento di scienze umanistiche e sociali.

“La dimensione geografica della green economy: applicazioni, prospettive, sviluppo territoriale. Il caso della regione Sardegna.”

All’Università di Sassari, nel 2014, la ricercatrice parla di economia verde come processo complesso.

“…presuppone un cambiamento radicale nella struttura, nella cultura e nelle pratiche che caratterizzano le società, tenendo altresì conto delle infrastrutture, dell’economia, dei consumi e della produzione.”

Dallo studio, la green economy risulta legata alla competitività e alla sostenibilità dei territori.

Essa è un nuovo modello socioeconomico realizzabile. Ma tramite l’applicazione di un insieme di strumenti, che supportino la transizione verso un’economia sostenibile.

Appare necessario non limitarsi alla gestione e salvaguardia ambientale tralasciando gli aspetti culturali, sociali, imprenditoriali e territoriali.

Inoltre, risulta poco opportuno parlare di crescita dell’eco-industria, prescindendo dall’intero sistema di produzione e di consumo.

Per esempio, non si può parlare di prezzi di mercato senza considerare, i costi indiretti derivanti dall’impatto ambientale e sanitario.

Nell’attenzione al ruolo del capitale naturale, le Regioni e gli Enti locali vengono chiamati ad intraprendere azioni mirate.

La valorizzazione del territorio, secondo Coronato deve includere la messa in sicurezza. Da integrare nelle politiche di gestione del territorio al fine di stimolare un turismo verde.

Si evince come la green economy consenta di salvaguardare i settori in crisi strutturale a causa soprattutto di eventi naturali avversi.

Per la dottoressa, la tesi sembra rappresentare un’opportunità per chiedere:

  1. di affrontare politiche di mitigazione, adattamento e sostegno alla green economy, sfruttando le sinergie;
  2. al sistema economico-sociale e alle istituzioni, l’efficacia sul piano delle policy;
  3. attenzione ai gruppi più vulnerabili, per evitare il rischio, già in atto, di un sempre più diffuso fenomeno di povertà.

Green economy: tesi rivoluzionarie

Sulla green economy, le tesi e le argomentazioni a supporto (o in antitesi) spaziano in maniera considerevole.

I motivi per scrivere sono infiniti e smuovono il mondo.

Se credi di essere tra le persone che non danno molto valore alla propria tesi, sappi che ti perdi una grande occasione.

Alcuni diranno che “tanto la legge solo il relatore, se tutto va bene”.

Altri inizieranno discorsi del tipo “non serve a molto, figurati a trovare lavoro”.

E così via.

A volte dimentichiamo quanto possa essere sfiancante avanzare in un progetto (come questo) trascinando il peso della mancanza di motivazione.

Andiamo al nocciolo. Perché scrivere una tesi?

È il tuo contributo originale. Il lavoro di una vita: maturo e impegnativo.

Una riflessione autonoma sulla realtà circostante.

Rappresenta la prova che possiamo esprimere ciò che pensiamo rispecchiandoci nella visione dei “grandi pensatori”.

Coloro che prima di noi hanno utilizzato: coraggio, carta e penna (o tastiera) adeguata­mente.

Una tesi, non riguarda “soltanto” il momento della laurea.

Racchiude in sé l’opportunità di creare cultura!

Mettersi in gioco e allenarsi, per tutte quelle situazioni in cui avremo bisogno di mostrare o di dimostrare quali sono le alternative possibili a quelle conosciute.

Ce ne parla un’altra collega, dell’Università di Padova.

Lucia Pillon, nella tesi “Green Economy e Blue Economy: come la cultura modifica il concetto di ambiente”.

La cultura risulta essere il mezzo che interviene:

“perché gli attori sociali riescano ad orientarsi, a dare senso, interpretare eventi…e giudizi di valore”

La cultura ha, dunque, una funzione regolatrice, garantita da modelli di comportamento che la società ritiene validi e, per questo, condivisi e diffusi.

L’individuo è prodotto e produttore di cultura. Attraverso scienza, tecnologia ed altri fenomeni esterni modifichiamo attivamente l’orizzonte.

Da questa spinta creativa emergono nuove pratiche ed oggetti culturali, i quali rilanciano continuamente il cambiamento.

“Verità, bellezza e bene” di una nuova economia.

Un ultimo spunto per assicurarci di lasciarvi almeno tre motivi per scrivere un’ottima tesi sulla green economy.

Negli studi riportati abbiamo potuto riscontrare la presenza di certi valori di cui accennavamo all’inizio: verità, bellezza e bene.

Virtù essenziali dal tempo dei filosofi greci, intenzioni evidentemente insostituibili per la transizione alla green economy. Motivazioni concrete per la scrittura di una tesi.

A mostrare la loro essenza c’è Jean-Pierre Changeux. Uno dei padri della moderna neurobiologia.

Oltre ad essere biologo molecolare e cellulare di prim’ordine, Changeux è considerato “umanista del XXI secolo”.

Per la ricchezza della sua personalità e per la capacità di lanciare ponti tra le scienze della vita e la cultura umanistica.

Lo testimoniano in primo luogo i suoi libri. L’homme neuronal, uscito nel 1983 è un esempio di tesi per la divulgazione scientifica di altissimo livello.

Nel testo “Il bello, il buono, il vero. Un nuovo approccio neuronale” spiega l’evoluzione del cervello e rivela quali possono essere i nuovi sviluppi neuroscientifici che si preannunciano per il futuro dell’umanità.

Quale potrebbe essere il tragitto che in una tesi ci conduce: dal cervello alla green economy?

Un’idea complessa, ma sicuramente originale.

1L’apprezzamento estetico secondo Changeux sarebbe effetto della nostra storia evolutiva.

(Di certo, per la nostra esistenza, preferiamo lo sfondo della natura incontaminata a quella disastrata.)

2La stessa evoluzione ha sviluppato in noi sentimenti morali che ci guidano spontaneamente nelle relazioni cooperative. (Il networking è la chiave per alcune delle tesi sopra riportate.)

“il cervello umano sembra possedere un sistema adatto all’intercomprensione, un tratto decisivo per regolare la vita sociale”.

3Per quanto riguarda il vero, ripropone l’idea di un cervello attivo costruttore della realtà. In base a vincoli interni e criteri evoluzionistici (di sopravvivenza) …sottolinea il ruolo della coscienza…

Ma qui si aprirebbe un ulteriore capitolo.

Buona scrittura!

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