Quanto e perché inquinano i condizionatori?
I nuovi impianti per rinfrescare o scaldare l’aria, grazie alle politiche della green economy saranno “sempre più verdi”. Questa è la promessa. Ma, allora è vero che i condizionatori inquinano?
Purtroppo, si. Molto più di quanto immaginiamo.
(Quasi) Come ogni altro elettrodomestico!
Il frigorifero?
Fa più che conservare latte e carne. Ed ha molto in comune con i condizionatori. Contiene sostanze che emettono gas a effetto serra.
Negli Stati Uniti, infatti, frigoriferi e condizionatori d’aria sono da tempo al centro di un importante dibattito.
Quindi, gli elettrodomestici “intelligenti” stanno entrando nel mercato per fare meno male al pianeta.
Eppure, moltissimo dipende dall’uso che ne fai tu!
Nel 2015, il governo degli Stati Uniti ha fatto di tutto per accelerare i passaggi al green.
Come parte del piano sul clima del presidente Barack Obama, l’Environmental Protection Agency aveva approvato cinque prodotti chimici o refrigeranti meno inquinanti. Uno dei quali era il propano infiammabile.
Anche oggi, in effetti, i condizionatori inquinano soprattutto a causa di sostanze chimiche chiamate idrofluorocarburi (HFC).
Sono gas refrigeranti usati in numerose applicazioni commerciali. (Refrigerazione, condizionatori dell’aria, estintori, pompe di calore…)
Composti organici che contengono atomi di fluoro e idrogeno, sviluppati come alternativa più sostenibile ai clorofluorocarburi (CFC).
Questi ultimi furono gradualmente ridotti, dal 1996, sulla base del Protocollo di Montreal.
Quando gli HFC si sono rivelati dannosi, le prove erano così incontrovertibili, che nel 2016 furono banditi dall’accordo internazionale Kigali Amendment.
Poi, Donald Trump ha avuto la brillante idea di rifiutarsi di ratificarlo. Annullando tutte le regole imposte in materia dal suo predecessore.
L’eliminazione degli idrofluorocarburi basterebbe da sola a ridurre il riscaldamento globale di mezzo grado Celsius.
Non possiamo, dunque, guardare oltreoceano pensando che sia una storia che non ci riguarda.
Vediamo perché.
- Leggi anche: Decarbonizzazione: cos’è? Come attuarla?
Perché i condizionatori inquinano?
Quando ci chiediamo: “i condizionatori inquinano?”
Ci poniamo, ingenuamente, una domanda retorica.
Gli impianti di climatizzazione funzionano (quasi tutti) grazie all’energia elettrica. E nella stragrande maggioranza dei casi questa viene prodotta attraverso l’utilizzo di energie non rinnovabili.
Ecco il primo, banalissimo, motivo d’impronta ecologica negativa.
La forte richiesta di elettricità, dovuta al massiccio impiego di condizionatori d’aria nelle giornate più calde? Ha come conseguenza un significativo aumento di gas nocivi immessi nell’atmosfera.
Anidride solforosa, ossido di azoto e anidride carbonica.
Lo afferma uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology
Per il gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’atmosfera (Università di Wisconsin-Madison) i numeri parlano chiaro.
Per ogni grado centigrado di aumento della temperatura media giornaliera, le centrali elettriche liberano nell’aria:
- 3,35% in più di biossido di zolfo;
- 3,6% in più di ossido di azoto;
- 3,2% in più di anidride carbonica.
Una variazione percentuale che corrisponde, in termini di peso, a centinaia o addirittura migliaia di tonnellate di particolato.
E naturalmente, oltre ai danni all’ambiente, non mancano i correlati rischi per la nostra salute.
In particolare, l’anidride solforosa e l’ossido di azoto sono causa di problemi respiratori.
Sarà per questo che Gina McCarthy, l’amministratore dell’EPA (Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente) nel 2015 affermava:
“Possiamo trasformare la sfida del cambiamento climatico in un’opportunità per innovare la nostra strada verso un futuro migliore”
Parole al vento (ricco di particolato)!?
Quanta CO2 produce un condizionatore?
I condizionatori inquinano? Allora si può calcolare il proprio tasso di inquinamento!
Ha risposto alla domanda del Corriere della Sera, il professor Ettore Guerriero. Ricercatore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico (Cnr).
In una casa da 20 a 30 metri quadrati l’anidride carbonica prodotta è:
- 78 grammi ogni ora con condizionatore classe energetica A+++;
- 132 grammi ogni ora con condizionatore classe energetica B;
- 220 con condizionatore classe energetica F.
Il consumo sale se bisogna raffreddare una casa più grande.
Ipotizzando un appartamento da 40 a 75 metri quadrati, si consumano:
- 259 grammi ogni ora di anidride carbonica con classe energetica A+++;
- 440 con classe energetica B;
- 733 con classe energetica F.
Se invece la casa è compresa tra i 75 e i 100 metri quadrati e dovete raffreddarla tutta, si consumano: 336 grammi ogni ora di CO2 in classe energetica A+++…e così via!
Il consumo energetico, necessario al raffrescamento della propria abitazione, dipende da molti fattori.
- La classe energetica dell’edificio;
- la temperatura impostata;
- il tempo di utilizzo del condizionatore;
- l’efficienza energetica del sistema di condizionamento.
E in macchina? In contesti urbani, utilizzando il condizionatore al massimo, l’anidride carbonica emessa è di circa 138 grammi al chilometro.
Utilizzandolo con parsimonia è di circa 126 grammi per chilometro. In autostrada il consumo per chilometro è più basso. Consumiamo circa 121 grammi.
Condizionatore sostenibile: qualcuno ci prova!
Attualmente il Paese dove si vendono più impianti di climatizzazione sono gli Stati Uniti. Quasi il 90% degli edifici è dotato di aria condizionata…chissà quanti, anche laggiù, si chiedono se i condizionatori inquinano?
Le regole dell’EPA spesso danno all’industria i bruciori di stomaco. Ma le aziende sanno che il tempo di certi refrigeranti sta scadendo.
“Sappiamo che gli HFC saranno eliminati, quindi vogliamo essere preparati.”
Lo diceva già nel 2015 Francis Dietz. Portavoce dell’Air-Conditioning, Heating and Refrigeration Institute.
Il suo gruppo aveva programmato di spendere cinque miliardi di dollari nel prossimo decennio per ricercare e sviluppare refrigeranti più sicuri.
La storia mostra che una soluzione a un problema, può esacerbarne un altro. Gli HFC sono l’esempio.
Sono più sicuri per lo strato di ozono ma non necessariamente per il pianeta. Sono quasi 10.000 volte più potenti dell’anidride carbonica.
A meno che la loro crescita non sia controllata, le loro emissioni potrebbero triplicare entro il 2030, secondo i dati degli Stati Uniti.
E se qualche nuovo nome riuscisse a scompigliare le carte nel settore?
Alcune startup hanno deciso di trasformare i condizionatori in oggetti meno inquinanti.
È quello che stanno provando a fare brand come July, Windmill e Gradient. Aziende statunitensi pronte a convincere i clienti. July, ad esempio, offre condizionatori silenziosi e in grado di funzionare diminuendo del 10% il consumo.
Ma non è solo l’energia elettrica il problema.
In Italia due giovani ricercatori hanno dato vita a “The Geizeer”. Un cubetto, oggetto di design molto gradevole alla vista, che grazie a un motorino diffonde l’aria rinfrescata.
Da un pacco di ghiaccio inserito al suo interno.
Il risultato è che abbassa di 3° la temperatura di piccoli ambienti.
La batteria di bordo opera per 24 ore, con meno di un centesimo di energia al giorno.
Condizionatori che non inquinano
I condizionatori inquinano? Biden ha riaperto la pratica: eliminare gli idrofluorocarburi.
Per il momento non esistono climatizzatori che non abbiano un impatto negativo sulle nostre vite.
“Se il governo gestirà bene la pratica dei gas refrigeranti, potremmo riuscire ad evitare di cuocere accidentalmente il nostro pianeta con gli elettrodomestici usati per rinfrescarlo”.
Questo il commento di Kristen Taddono. Consigliera dell’Institute for Governance & Sustainable Development.
Per capire le dimensioni della situazione sono stati fatti un po’ di calcoli.
Tra il 2022 e il 2023 l’Epa prevede di portare il consumo di HFC ad un livello che, se liberato nell’atmosfera, equivarrebbe a 269 milioni di tonnellate cubiche di biossido di carbonio.
Cioè?
La cifra è equivalente alle emissioni annuali di 58 milioni di auto americane.
In più, dal 2022 al 2050, le nuove regole produrranno benefici economici per 284 miliardi di dollari.
La transizione ecologica, infatti, non è semplicemente “bontà verso l’ambiente”.
Il focus sono gli esseri umani che lo abitano, la crescita sostenibile, i green jobs che possiamo creare!
Così, anche la Cina ha promesso all’ex segretario di stato di eliminare gli idrofluorocarburi. Durante una recente visita a Shanghai.
Comprare un condizionatore d’aria è forse la risposta individuale più popolare al cambiamento climatico. Ma sono apparecchi affamati di energia!
Una piccola unità che raffredda una singola stanza consuma più energia che per far funzionare quattro frigoriferi.
Un’unità centrale che raffredda una casa media, ne usa per più di 15.
I condizionatori inquinano? Potremmo fare qualche rinuncia…
Temperature più calde portano a più aria condizionata. Più aria condizionata porta a temperature più calde. Cosa possiamo fare visto che sappiamo che i condizionatori inquinano?
Il problema posto dai condizionatori assomiglia, in miniatura, al problema che affrontiamo nell’affrontare la crisi climatica.
Le soluzioni che raggiungiamo più facilmente ci legano spesso, ancora di più, al problema originale.
Eppure, il dominio globale dell’aria condizionata non era inevitabile. Nel 1990, esistevano solo 400 milioni di condizionatori nel mondo. (Soprattutto negli Stati Uniti.)
Originariamente costruita per uso industriale, l’aria condizionata alla fine è stata vista come essenziale. Un simbolo di modernità e comfort.
Come l’acquedotto o l’automobile è una tecnologia che ha trasformato il mondo.
Lee Kuan Yew, primo ministro di Singapore, la definì:
“una delle invenzioni più importanti della storia”.
(Che permise la rapida modernizzazione del suo paese tropicale.)
Ma negli ultimi due decenni, ogni record per il picco di utilizzo dell’elettricità si è verificato durante un’ondata di caldo.
E così, qualche tempo fa è successo qualcosa di surreale nella sede centrale di Con Edison. (Società che fornisce elettricità a più di 10 milioni di persone nell’area di New York).
Ne racconta Stephen Buranyi. Giornalista specializzato in scienza e ambiente.
I dipendenti hanno trasformato una sala conferenze in centro di comando di emergenza.
Era luglio del 2019. Temperature superiori ai 36°C e una domanda di oltre 12.000MW ogni secondo.
Hanno tagliato la corrente a 50.000 clienti per 24 ore. Temendo che parti della vicina rete fossero vicine al collasso.
Questo avrebbe potuto lasciare centinaia di migliaia di persone senza corrente per giorni. Lo stato ha dovuto inviare la polizia per aiutare i residenti, e le squadre di Con Edison hanno distribuito ghiaccio secco per raffreddare le case.
Se il mondo diventa più caldo, scene come queste diventeranno sempre più comuni.
Come rinfrescarsi senza condizionatore
Come possiamo, allora, uscire dalla trappola del climatizzatore?
Il consiglio comunale di New York ha approvato una norma che richiede a tutti i grandi edifici della città di ridurre le emissioni complessive del 40% entro il 2030. Con l’obiettivo dell’80% entro il 2050…sostenuto da multe salate per i trasgressori.
L’ufficio del sindaco di Los Angeles sta lavorando su piani simili. Per rendere tutti gli edifici a carbonio zero entro il 2050.
Altre città stanno intraprendendo azioni ancora più “dirette”.
Ma, ripensiamo alla metà degli anni ’80, a Ginevra. Con un clima più caldo di gran parte degli Stati Uniti.
Il governo locale vietò l’installazione di condizionatori senza un permesso speciale.
In Svizzera l’aria condizionata rappresenta meno del 2% di tutta l’elettricità usata. La popolazione non sembra sentirne la mancanza!
Recentemente, il governo indiano ha adottato le raccomandazioni di alcuni esperti, nel suo codice edilizio residenziale nazionale.
(Leena Thomas, professore indiano di architettura alla University of Technology di Sydney. Rajan Rawal, professore di architettura e pianificazione urbana all’Università Cept di Ahmedabad. E altri…)
I livelli di comfort indiani sono sicuramente diversi “per cultura”. Ma questo non toglie valore alla scelta di usare l’aria condizionata come tecnologia di ultima istanza.
Ridurre l’aria condizionata non significa abbandonare la modernità. E comunque, quello che oggi è richiesto è di affrontare le conseguenze di un utilizzo smodato.
Alcuni consigli per tutti noi:
- ridurre al minimo le di fonti di calore. Spegnere fornelli, computer, luci, possibilmente insieme ad altri elettrodomestici.
- installare ventilatori da soffitto
- mandare l’aria fredda ai piani superiori attraverso condotti e sistemi di aerazione. L’aria calda può essere spinta fuori da un tubo di scarico.
- chiudere le finestre di giorno ed aprirle di notte
- piantare alberi intorno alle case.
Sapete, a proposito, Quanta Co2 assorbe un albero?
Le soluzioni migliori…arrivano Sempre dalla natura!