Effetto serra: cos’è e perché è responsabile della crisi climatica?
Se hai sempre pensato che l’effetto serra sia un fenomeno distruttivo, dovrai ricrederti: in origine è stato l’unico fenomeno che ha permesso lo sviluppo della vita sulla Terra.
Per milioni di anni, infatti, i gas serra hanno permesso all’uomo e a migliaia di altre specie di poter vivere ad una temperatura ottimale sul nostro pianeta.
Grazie a questi gas, che ricoprono la Terra e funzionano come una cappa, il calore prodotto dalla superficie terrestre tramite la ricezione dei raggi solari viene trattenuto nell’atmosfera causandone il riscaldamento.
Senza questo processo, denominato effetto serra, il pianeta sarebbe inabitabile per ogni specie vivente poiché la temperatura media si aggirerebbe attorno ai -18 gradi.
Perché allora questo fenomeno è ritenuto uno dei responsabili della crisi climatica attualmente in corso? Semplicemente perché l’inquinamento ha rotto gli equilibri alla base del meccanismo effetto serra e il calore della nostra atmosfera risulta adesso eccessivo per il benessere dell’ecosistema.
Prima di parlare di energie non rinnovabili, deforestazione e di tutti gli altri fattori che hanno fatto sì che la Terra non sia più un posto molto ospitale, scopriamo cos’è l’effetto serra, come funziona e perché è importante.
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Cos’è l’effetto serra?
La maniera più semplice per comprendere meglio il fenomeno dell’effetto serra è attraverso la metafora racchiusa nel suo nome.
Prendiamo a riferimento, quindi, le serre agricole.
Secondo il meccanismo prima descritto, il calore generato dai raggi solari viene intrappolato all’interno dai vetri e dai teloni di cui sono fatte le strutture delle serre. In questo modo si possono mantenere temperature costanti anche quando fuori fa freddo, così da garantire la nascita e la sopravvivenza di molte colture anche nel periodo invernale.
Sulla Terra accade qualcosa di simile.
La superficie terrestre è infatti avvolta da 5 diversi strati di gas naturali che insieme formano l’atmosfera. Questa ha la stessa funzione del soffitto di vetro nelle serre.
I raggi solari carichi di energia penetrano nell’atmosfera durante il giorno e, mentre alcuni di questi vengono riflessi e si disperdono nello spazio, altri vengono trattenuti dalla superficie terrestre e dai mari durante il giorno. La notte, invece, queste stesse superfici rilasciano nell’aria il calore che riscalda l’atmosfera.
I gas serra quindi riescono a evitare la dispersione dei raggi infrarossi nello spazio e permettono di mantenere una temperatura terrestre ottimale per la vita.
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Quali sono i principali gas serra?
I gas presenti nell’atmosfera sono diversi e contribuiscono in concentrazioni differenti. La maggior parte di questi ha origine naturale o antropica ma in alcuni casi può avere entrambe le provenienze.
Anidride carbonica
L’anidride carbonica (CO2) è presente sulla Terra da oltre 4 miliardi di anni. Gas fondamentale per il riscaldamento della superficie terrestre, viene considerata la maggior responsabile per circa il 60% dell’aumento dell’effetto serra.
Infatti la sua concentrazione è notevolmente aumentata a partire dalla rivoluzione industriale e dall’impiego di fonti fossili non rinnovabili che, in seguito alla combustione, rilasciano notevoli quantità di anidride carbonica.
Metano
Il metano (CH4) è un gas che viene prodotto dai batteri che si occupano della decomposizione della materia organica. È questo il principio che viene sfruttato per la produzione di energia rinnovabile da biomasse.
Il suo uso si è diffuso negli anni come alternativa green al petrolio tuttavia, una volta prodotto, rimane in atmosfera per 11-12 anni. Dopo l’anidride carbonica è quello a cui si può imputare circa il 20% dell’aumento dell’effetto serra causato dall’uomo.
Ozono
L’ozono (O3) è essenziale nell’atmosfera, perché fa da scudo alle radiazioni ultraviolette (UV) che dal Sole raggiungono la Terra.
La riduzione dello strato di ozono negli anni è stata dovuta non solo alla produzione di sostanze nocive da parte dell’uomo ma anche dai cambiamenti nella temperatura della Terra.
Il risultato è l’assottigliamento di questo gas nella stratosfera con la formazione dei famosi buchi dell’ozono.
Vapore acqueo
Il vapore acqueo (H2O) è l’elemento naturale che maggiormente fa accadere l’effetto serra. Viene prodotto in quantità variabili nelle diverse parti del globo, ovunque sono presenti fluidi soggetti a evaporazione.
Il riscaldamento dei mari, ad esempio, genera vapore che immesso nell’atmosfera aumenta la temperatura terrestre.
Altri gas
Il Protossido di Azoto (N2O) e gli Alocarburi sono gli altri due tipi di gas contenuti nell’atmosfera. Benché entrambi siano presenti in concentrazione minima, la loro capacità di trattenere il calore va ben oltre quella dell’anidride carbonica. Di conseguenza è bene tenerli sotto stretto controllo.
Gli Alocarburi inoltre sono gli unici gas di origine antropica, ovvero vengono rilasciati nell’atmosfera solo tramite attività umane. Questi gas sono quindi tra i più pericolosi per il nostro pianeta.
L’effetto serra è quindi in sé è un fenomeno naturale e positivo, garantisce la sopravvivenza sulla Terra di tutte le specie viventi e ne assicura l’equilibrio climatico.
L’intervento non controllato dell’uomo sull’ambiente ha tuttavia pesantemente influito sull’equilibrio dei gas serra presenti nell’atmosfera, rendendosi causa diretta di una serie di problemi climatici.
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Cause umane negli squilibri dell’effetto serra
Prima dell’intervento dell’uomo, la distribuzione di questi gas nell’atmosfera era perfettamente equilibrata per garantire temperatura e qualità dell’aria adatte alla vita.
Di conseguenza, non vi è alcun dubbio nel fatto che è stata proprio l’azione dell’uomo sull’ambiente a provocare cambi nelle concentrazioni dei gas atmosferici, causando forti scompensi sull’effetto serra.
L’impatto più devastante sull’atmosfera si è avuto con l’avvento dell’industrializzazione nel secolo scorso. L’uso di combustibili fossili quali petrolio, carbone e metano per tutti i processi produttivi, così come la diffusione delle auto e dei trasporti, ha causato un incremento di emissioni nell’aria di anidride carbonica del +40% rispetto all’era pre-industriale.
Considerando che l’anidride carbonica ha una durata media nell’aria di almeno 100 anni, è chiaro che nonostante gli interventi pro clima attualmente in atto, alcune reazioni ambientali sono di difficile reversibilità.
Un altro fattore che incide fortemente sull’equilibrio naturale dell’effetto serra è la deforestazione. L’utilizzo del legno e l’aumento dei terreni destinati alle coltivazioni e alla costruzione di case per l’uomo riducono la presenza degli alberi, che sono fondamentali per la sopravvivenza di alcuni organismi e specie animali ma soprattutto per l’assorbimento dell’anidride carbonica nell’aria.
Con meno vegetazione a disposizione avvengono meno processi di fotosintesi clorofilliana e, di conseguenza, aumenta l’effetto serra per una maggiore concentrazione di CO2.
Un effetto climatico secondario alla deforestazione è l’impoverimento del suolo forestale. Il terreno, perdendo la porosità e la compattezza dati dalla presenza delle radici, tende alla produzione di metano e protossido di azoto.
Questi due gas hanno un potenziale di riscaldamento globale di ben 289 e 72 volte maggiori rispetto alla CO2. Sono quindi esponenzialmente più pericolosi per il surriscaldamento della Terra.
Conseguenze dell’aumento dell’effetto serra
Il quadro della situazione è evidente: quasi tutti i cambiamenti climatici ai quali stiamo assistendo sono riconducibili all’effetto serra. Il riscaldamento globale ha infatti un impatto diretto sui fenomeni atmosferici estremi sempre più frequenti quali uragani, incendi e alluvioni.
Anche lo scioglimento dei ghiacciai polari e montani è una conseguenza dell’aumento della temperatura terrestre. Questo fenomeno ha effetti drammatici sull’ecosistema, perché provoca scompensi negli habitat naturali di flora e fauna, mettendone a repentaglio la sopravvivenza.
Gli orsi polari, per esempio, vedono ridursi il loro spazio vitale di giorno in giorno e spesso sono costretti a percorrere aree più estese in cerca di cibo, vista la scomparsa di pesci e foche. Non sempre però sopravvivono a interminabili settimane di esplorazione.
Un altro effetto collegato ai ghiacciai che si sciolgono è l’aumento del livello dei mari. È stato calcolato che lo scioglimento completo dei ghiacci dell’Antartide farebbe aumentare il livello degli oceani di 7,4 metri. Per farsi un’idea delle conseguenze basti pensare che città costiere come Venezia e Miami verrebbero completamente sommerse.
In maniera opposta, in altre aree del globo vicino all’Equatore sta aumentando gradualmente anche la superficie arida, ovvero cresce il processo di desertificazione. Zone già soggette a siccità potrebbero veder svanire le sporadiche precipitazioni che alimentano le falde acquifere, fondamentali per mantenere in vita piante e animali.
L’aumento dell’effetto serra innesca quindi reazioni a catena che riguardano ogni aspetto del biosistema. L’impatto sugli esseri viventi, dall’uomo alla flora e alla fauna, è devastante.
In questo modo viene messa a rischio l’intera catena alimentare con conseguente perdita della biodiversità.
Come rallentare l’effetto serra
Se l’effetto serra non può essere fermato nel breve e medio periodo, sicuramente lo si può rallentare. Lo sviluppo di nuove tecnologie sta permettendo di investire maggiormente nelle fonti di energia rinnovabili come l’eolico e il solare.
L’aumento dell’energia circolare permette infatti di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili così da diminuire l’immissione di CO2 nell’atmosfera. Contemporaneamente bisognerebbe prevedere la pianificazione curata di un piano di rimboschimento per avere nuovamente dei ‘polmoni verdi’ che aiutino a ripulire l’aria.
Se i punti sopra sono oggetto di azione e di discussione di governi, autorità politiche e ambientalisti a livello mondiale, molto può essere fatto anche dalla singola persona.
Infatti sta alla responsabilità di ogni singolo individuo attuare un cambio radicale nelle abitudini di consumo energetico sia dentro che fuori casa.
Ci sono una serie di accorgimenti che possono essere messi in atto, quali la scelta di una mobilità green ed elettrica, l’attenzione alla differenziata e allo smaltimento di rifiuti speciali. La stessa promozione di interventi di ristrutturazione delle abitazioni per migliorarne l’efficienza energetica, ad esempio, rientra nell’ottica di un comportamento rispettoso dell’ambiente.
Infine, perché non preferire una spesa stagionale, nutrendosi di prodotti genuini e freschi, invece di ricercare alimenti che attraversano il globo per giungere le nostre tavole?
Adottare scelte consapevoli e cercare di ritornare ‘alle origini’ fanno parte di quelle azioni responsabili che possono realmente incidere in maniera positiva sull’intero ecosistema.