Ghiacciai Italiani: qual è la situazione e quando scompariranno?
I meravigliosi ghiacciai italiani sono in pericolo.
Erano i primi giorni di luglio e un elicottero sorvolava la parte mancante di un ghiacciaio crollato innescando una valanga sulla Marmolada, a Canazei, in Italia.
Il crollo di questo ghiacciaio alpino ha causato delle vittime e numerosi feriti ed è innegabilmente una delle conseguenze del riscaldamento globale.
Una valanga di ghiaccio a 300 all’ora che ha riacceso i riflettori sulle sorti dei ghiacciai italiani, facendo interrogare i più su quale sia la reale situazione.
D’altronde non si può più ignorare il grido di aiuto del Pianeta e anche Mario Draghi, ha fatto riferimento all’emergenza clima nel suo intervento a seguito della tragedia:
Questo è un dramma che ha certamente elementi imprevisti, ma certamente dipende anche dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica
Gli operatori dei rifugi lungo il versante della montagna hanno dichiarato che le temperature a 2.000 metri di altezza hanno raggiunto i 24°C, un caldo mai visto prima in un luogo dove la gente si reca in estate per stare al fresco.
Anche Jacopo Gabrieli, ricercatore di scienze polari presso il centro di ricerca statale del CNR, ha osservato che la lunga ondata di calore, che ha attraversato i mesi di maggio e giugno, è stata la più calda nel nord Italia in quel periodo da quasi 20 anni.
L’emergenza data dal riscaldamento globale è così nota che anche Papa Francesco l’ha ribadito:
Le tragedie che stiamo vivendo con il cambiamento climatico devono spingerci a cercare urgentemente nuovi modi per rispettare le persone e la natura
Cerchiamo quindi di capire qual è la situazione dei ghiacciai italiani e quando potrebbero scomparire.
I ghiacciai italiani sono a rischio?
Il ghiacciaio della Marmolada, protagonista della recente tragedia, è il più grande ghiacciaio delle Dolomiti, a cavallo tra Veneto e Trentino.
Conosciuta come la regina delle Dolomiti, la Marmolada ha perso più dell’80% del suo volume negli ultimi 72 anni e la velocità di scioglimento si è accelerata nell’ultimo decennio. Nel 2020 gli scienziati italiani hanno avvertito che il ghiacciaio potrebbe scomparire entro 15 anni a causa del riscaldamento globale.
La Marmolada viene misurata ogni anno dal 1902 ed è considerata un “termometro naturale” dei cambiamenti climatici.
Aldino Bondesan, professore di geofisica all’Università di Padova e membro del Comitato Glaciologico Italiano, non ha dubbi: le scarse precipitazioni nevose, unite a temperature invernali più elevate del solito, hanno contribuito ad accelerare lo scioglimento del ghiacciaio.
A giugno i ghiacciai avevano l’aspetto che normalmente hanno a fine agosto
Queste considerazioni ci lasciano attoniti, ma proprio adesso è il momento giusto per parlarne sempre di più e per chiedere azioni mirate volte a contrastare questo andamento disastroso.
In Italia, il Comitato Glaciologico Italiano monitora 200 dei 900 ghiacciai italiani.
Già cel settembre 2019 e nell’agosto 2020 sono state evacuate le case di una frazione di Courmayeur, in Valle d’Aosta, in seguito all’allarme che un’enorme porzione del ghiacciaio del Monte Bianco, Planpincieux, era a rischio di crollo.
Ovviamente episodi come questi si sono ripetuti negli anni e da qui nasce un grande interrogativo sullo stato di salute dei ghiacciai italiani.
La situazione dei ghiacciai in Italia
L’innegabile realtà è che dobbiamo fare i conti con un’estrema instabilità dei ghiacciai italiani, dove le cadute di seracchi e il deflusso di acqua sotto lo strato glaciale sono ormai comuni.
Che si tratti del Friuli, del Trentino o del Veneto, tutti i ghiacciai studiati, classificati in sottogruppi, sono in netto arretramento e sono caratterizzati da una frammentazione accelerata.
Uno dei casi più significativi riguarda i ghiacciai del settore centrale delle Alpi italiane, in particolare quello dell’Adamello, situato tra Lombardia e Trentino Alto Adige.
Così come anche quello di Forni, più a nord, che confina con la Svizzera. Questo ha infatti subito un’erosione senza precedenti, perdendo 48 metri tra il 2020 e il 2021.
Con un’altezza di oltre 3.500 metri e una superficie di oltre 14 chilometri quadrati, i ghiacciai dell’Adamello rappresentano il più grande complesso glaciale alpino italiano.
Comprende il Mandrone, la principale lingua glaciale del complesso, che dal 2010 si è sciolta di 200 metri, secondo i rilevamenti del Comitato Glaciologico Italiano.
Il report di Legambiente
Più di 200 grandi ghiacciai alpini sono scomparsi in Italia dall’inizio delle registrazioni nel 1895, ha dichiarato Legambiente in un rapporto.
Nel suo terzo rapporto “Carovana dei ghiacciai”, Legambiente ha dichiarato che le ultime scoperte hanno verificato
la drammatica regressione dei ghiacciai a causa della crisi climatica
Secondo il gruppo, le temperature alpine stanno aumentando due volte più rapidamente di quelle a livello del mare e la neve al suolo è diminuita ogni anno dal 2012.
Questo rapporto è stato prodotto per informare i politici e le istituzioni e per spingerli nel pensare a delle politiche di sviluppo sostenibile.
Prodotto da Legambiente, in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano, questo report non lascia zone d’ombra sugli scenari futuri dei ghiacciai italiani:
il loro scioglimento avrà conseguenze di ampia portata.
Il rapido ritiro delle fronti glaciali non solo comporta la perdita di paesaggi affascinanti e di biodiversità, ma anche la scomparsa di importanti riserve di acqua dolce
Così si legge nel rapporto.
Scioglimento dei ghiacciai e poi?
La mancanza di acqua dolce proveniente dalle riserve glaciali è una delle principali cause della siccità che sta attanagliando la maggior parte dell’Italia.
Non serve essere dei chiaroveggenti per immaginare che…
questa minaccia di ridurre la produzione agricola, soprattutto nell’Italia settentrionale, dove l’acqua dei ghiacciai è una parte fondamentale dell’ecosistema.
Ovviamente un altro impatto fondamentale riguarda la sicurezza pubblica. E lo scioglimento del ghiacciaio che ha provocato una valanga gigantesca sulla Marmolada, ne è la prova.
Sappiamo che il nostro pianeta si sta riscaldando e che i ghiacci di tutto il mondo si stanno sciogliendo…
ma il modo in cui le temperature più calde influenzano le strutture di ghiaccio sulle montagne è complesso, con molti fattori che rendono i ghiacciai più deboli e più propensi a causare valanghe mortali.
Il glaciologo Poul Christoffersen dell’Università di Cambridge ha dichiarato che crolli catastrofici dei ghiacciai come questo stanno diventando sempre più frequenti.
Perché cambiamento climatico significa sempre più acqua di fusione, che rilascia calore e che riscalda il ghiaccio. Poi se l’acqua si ricongela, o peggio ancora, se solleva il ghiacciaio dalla roccia sottostante, provoca instabilità e un improvviso crollo.
Possiamo abituarci a queste dichiarazioni, oppure possiamo prenderne atto e ripartire con atteggiamenti virtuosi consapevoli anche della stretta relazione tra responsabilità personale e cambiamento climatico.