Scioglimento dei ghiacciai: a rischio la sopravvivenza dell’intero pianeta

ASM SET 4/mar/2021
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La situazione attuale dei ghiacciai a livello mondiale non fa ben sperare. 

Questo è quanto emerge dai risultati di due studi condotti in Groenlandia e in Antartide. Tra i ghiacciai presenti sulla Terra infatti, lo scioglimento di quelli polari è il fenomeno più preoccupante e studiato.

Un team di 89 scienziati, parte di 50 organizzazioni internazionali, ha analizzato i dati raccolti da 11 satelliti durante gli ultimi trenta anni. Ne è emerso che Groenlandia e Antartide hanno perso 6,4 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra il 1992 e il 2017. 

Al Polo Sud la causa principale dello scioglimento è l’aumento della temperature degli oceani, che scioglie i blocchi di ghiaccio già immersi in acqua. In Groenlandia, invece, al riscaldamento degli oceani si aggiunge l’aumento della temperatura nell’atmosfera, che scioglie anche i ghiacciai presenti sulla terraferma.

Una delle più evidenti conseguenze di questo fenomeno è stato l’innalzamento del livello dei mari di 17,8 millimetri.

Se credi che tale aumento sia irrilevante se relazionato all’immensa distesa della superficie marina, dovrai ricrederti.

Lo scenario peggiore legato allo scioglimento di tutti i ghiacciai prevede infatti un innalzamento del livello dei mari di ben 17 cm verso la fine del 2100. Questo mette a rischio inondazione le città e le case di 400 milioni di persone che vivono in zone costiere.

Sembra difficile arrivare a questo punto di non ritorno, vero? Eppure, sappi che nell’ultimo decennio la velocità con cui è avvenuto lo scioglimento dei ghiacciai è stata di sei volte superiore agli anni ‘90. 

Si è passati infatti da 81 miliardi di tonnellate annue a 475 miliardi l’anno.

Perché sta succedendo tutto questo e quali sarebbero le conseguenze se si sciogliessero tutti i ghiacciai presenti sul pianeta?

Ecco tutto quello che dobbiamo sapere in merito a questo fenomeno e come contribuire per scongiurare il peggio.

Leggi anche: Economia sostenibile: esempio, modello e attuazione

Conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai

Uno dei primi problemi legati all’erosione dei ghiacciai è la diminuzione dell’albedo terrestre. L’albedo indica la frazione di luce riflessa da un oggetto rispetto a quella che la colpisce. Se si considera la superficie terrestre, i ghiacciai fungono da pareti riflettenti. 

La progressiva riduzione dei ghiacci diminuisce quindi la superficie riflettente causando una variazione nella luce assorbita. In altre parole, la Terra riceverebbe più calore

Questo incide in maniera diretta sul bilancio energetico globale aumentando la temperatura in tutta l’atmosfera.

Un’altra conseguenza è l’innalzamento del livello dei mari. Questo fenomeno non è reversibile ma può essere rallentato agendo sull’effetto serra. Limitare la velocità con cui cresce il livello delle acque può dare più tempo alle popolazioni costiere, i “profughi climatici”, di riorganizzarsi e spostarsi nell’entroterra. 

Sciogliendosi i ghiacciai, diminuiscono anche le riserve di acqua dolce. Paradossalmente l’energia idroelettrica da energia rinnovabile diventerà, in un certo senso, non rinnovabile a causa dell’esaurimento delle falde acquifere alimentate dai ghiacciai. In aggiunta a ciò sono già in corso danni a coltivazioni e industrie dovuti proprio alla scarsezza di acqua potabile.

Anche la fauna marina e terrestre stanno cambiando nelle aree polari e fredde del pianeta. Sono almeno quattro le specie animali a rischio.

Si tratta di orsi polari, pinguini, renne e leopardi delle nevi. Le mutazioni climatiche stanno rendendo sempre più difficile la ricerca di cibo per questi animali, che finiscono per morire di fame.

Un’ultima conseguenza da menzionare, che avrà ripercussioni molto pesanti sull’effetto serra, è la liberazione del metano dovuto allo scioglimento del permafrost in Siberia. 

Il metano sprigionato dalla decomposizione degli organismi che vivono sotto lo strato di ghiaccio, infatti, si disperderebbe nell’aria rischiando di fare più danni delle energie non rinnovabili.

Leggi anche: Effetto serra: cos’è e perché è responsabile della crisi climatica?

Scioglimento dei ghiacciai: quali sono le cause?

Ragionando in maniera molto naif si potrebbe pensare che lo scioglimento dei ghiacciai porti a un nuovo equilibrio nell’ecosistema. Se le temperature sono più calde, le specie viventi tenderanno ad adattarsi di conseguenza come avvenne nella preistoria.

In realtà, le cause legate a questa manifestazione naturale stanno mettendo a repentaglio la stessa possibilità di vita sulla Terra, in un futuro non così lontano. Non si tratta infatti di un processo evolutivo della specie: senza voler essere catastrofici si può parlare piuttosto di un processo distruttivo.

Il cambiamento è stato innescato nel Ventesimo secolo con la rivoluzione industriale. L’avvento dell’era moderna ha dato forma a un fenomeno senza precedenti a livello ambientale: l’aumento (ormai irreversibile) dell’inquinamento.

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La rivoluzione industriale si è resa la principale responsabile della nascita di un modello produttivo lineare, basato sulla combustione di risorse fossili per alimentare le macchine industriali e soddisfare la crescente richiesta di produzione. 

Nell’atmosfera è cresciuta quindi la concentrazione di anidride carbonica come conseguenza diretta della produzione di massa e dello sviluppo di energie non rinnovabili. 

L’effetto serra naturale, che per secoli aveva garantito la temperatura ottimale del pianeta, ne è risultato alterato. La Terra ha quindi cominciato a diventare più calda provocando effetti negativi sull’intero ecosistema. 

Il surriscaldamento globale può allora essere considerata la causa principale dello scioglimento dei ghiacciai. 

Gli oceani, essendo più caldi, sciolgono gli iceberg che cadono in acqua dalle calotte polari. Al tempo stessi, le temperature più calde all’esterno ostacolano il formarsi di nuovi ghiacciai. In questo modo, quando un ghiacciaio si scioglie difficilmente avviene la possibilità che se ne formi un altro per compensare.

Un’altra causa che ha portato allo stravolgimento degli equilibri del pianeta è stata la massiccia deforestazione non seguita da piani di rimboschimento. La situazione è stata peggiorata negli ultimi anni a causa dell’aumento degli incendi con un’ulteriore riduzione della superficie boschiva.

La presenza di meno alberi, allora, provoca il maggiore rilascio di CO2 nell’atmosfera per effetto dell’inquinamento e della decomposizione organica nei terreni.

Leggi anche: Economia circolare pro e contro: un’analisi obiettiva

Come contribuire ad arrestare lo scioglimento dei ghiacciai

In Svizzera da anni è stato adottato il metodo dei teloni bianchi per evitare lo scioglimento dei ghiacciai. Pare che questa soluzione quasi casalinga funzioni. I raggi del sole riflettono infatti sul bianco dei teloni stesi sui ghiacciai. Si stima che il calo del ghiaccio stagionale sia sceso del 70%.

Nonostante sarebbe la soluzione più efficace anche per l’Artide e l’Antartide, l’ingegno svizzero non è facile da riprodurre su larga scala. Si rende necessario l’intervento su altri fronti.

Se la causa principale dello scioglimento dei ghiacciai è l’aumento dell’effetto serra dato dall’inquinamento, è da lì che bisogna partire. Il primo passo da intraprendere per la salvaguardia dei ghiacciai, quindi, riguarda la transizione graduale e permanente verso un modello di economia circolare per contrastare l’aumento di CO2.

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Bisogna imparare a progettare prodotti e servizi in un’ottica di riutilizzo e riciclo attraverso l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili. Puntando alla sostenibilità di ogni passaggio della catena produttiva si può infatti ridurre notevolmente il fabbisogno energetico dell’uomo.

Per fare ciò le grandi potenze mondiali stanno già investendo sull’utilizzo di energie sostenibili per sostituire gradualmente quelle derivanti da fonti non rinnovabili. 

Accanto alle grandi azioni provenienti dall’alto anche i singoli individui possono fare tanto. 

I trasporti per esempio sono tra le peggiori matrici di emissioni di CO2. Scegliere di utilizzare i mezzi pubblici o il car sharing per andare a lavorare e usufruire di schemi di smart working (qualora l’azienda lo permetta) riduce drasticamente l’inquinamento.

Anche la semplice azione di non lasciare i dispositivi elettronici in stand-by comporta un notevole risparmio energetico. Infatti un recente studio condotto in 1300 abitazioni in Europa ha mostrato come gli apparecchi in stand-by consumino circa l’11% del fabbisogno energetico annuale di una casa.

Può sembrare strano che dallo spegnimento di una spia si possa contribuire a salvare i ghiacciai e il Pianeta, eppure ogni piccola azione è determinante in questa fase così delicata. 

D’altra parte chi avrebbe mai pensato che l’avvio di un piccolo motore a scoppio, appena un secolo e mezzo fa, avrebbe causato danni a livello mondiale?

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