Polveri Sottili Pm10, Facciamo Chiarezza

ASM SET 24/gen/2018
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È un dato di fatto che il riscaldamento domestico contribuisce, spesso anche in modo determinante, all’inquinamento dell’aria che respiriamo. In una zona come la Pianura padana, scarsamente ventilata, camini tradizionali, stufe a biomasse tra cui le famose stufe a pellet, sono responsabili di molte polveri sottili, con conseguenze serie per la nostra salute. Spesso infatti ci viene raccomandato di evitare attività all’aperto durante i giorni di “allarme pm10”.

Cosa fare, allora, per difenderci dal gelo dell’inverno e nello stesso tempo per cercare di contenere l’inquinamento atmosferico?

Facciamo un po’ di chiarezza sulle polveri sottili Pm10.

Abbiamo detto che le stufe a biomasse, in particolare quelle a pellet, producono polveri sottili.

Dobbiamo escludere questo tipo di fonte di calore e pensare ad alternative migliori?

Viene da pensare che le fonti fossili, in particolare quelle gassose (ad esempio il metano), siano più rispettose dell’ambiente in quanto, a differenza delle stufe a pellet, emettono meno polveri all’atto della combustione. È pacifico che, all’atto della combustione, un combustibile solido (pellet), emette più polveri di uno gassoso (metano), ma il punto è: comprendere la differenza tra le due emissioni, oltre che in termini quantitativi, soprattutto in termini qualitativi, ossia di effettiva tossicità sulla nostra salute.

A tal proposito, è importante fare 2 precisazioni: 

  • Il combustibile solido (legna/pellet) provoca l'emissione di polveri Pm10 che si disperdono nell'aria per ricadere a poche decine di metri o rimanere sospese nell'aria in caso di assenza di venti o pioggia. 
  • I combustibili gassosi come il metano, non producono polveri Pm10 ma hanno, a livello globale, impatto sull’ozono.

Tutto ciò ci porta a concludere che in realtà non esiste un metodo di riscaldamento a impatto zero.  Il rischio associato alle Pm10, che vengono monitorate quotidianamente dagli organismi Arpa, è collegato all'inalazione e all'incidenza delle patologie respiratorie.

Per ridurre le emissioni la tecnologia ha fatto passi in avanti sia sul fronte del riscaldamento a gas metano (con le caldaie a condensazione che recuperano le energie di scarto riducendo fumi e sprechi), sia sul fronte delle stufe a pellet. Resta il problema dei caminetti, dove raramente si trovano filtri.

Grazie ai meccanismi (pensiamo ai filtri delle stufe moderne) che riducono l’emissione di polveri sottili dannose, il pellet beneficia degli incentivi per l'utilizzo di fonti rinnovabili perché consente di raggiungere le migliori prestazioni tecnico-ambientali.

Oltre ai moderni filtri che ci aiutano a rendere accettabili le emissioni di polveri, ci sono comunque delle piccole regole da seguire per evitare danni a noi stessi e all’ambiente. 

  • È meglio bruciare legna stagionata (almeno due anni) rispetto a quella verde o umida, che produce maggiori emissioni inquinanti e rende meno a livello energetico.
  • Se parliamo di pellet, usa quello di buona qualità, proveniente da aziende certificate. 
  • Non bruciare mai negli apparecchi domestici rifiuti, carta, plastica, giornali o riviste, cartoni, legna verniciata o truciolato. 
  • Una regolare pulizia della canna fumaria e del generatore riduce le emissioni inquinanti e fa risparmiare combustibile. 

Spesso il pellet o il camino vengono utilizzati come generatori di supporto, quando il freddo è tanto e si vuole risparmiare oppure nelle mezze stagioni quando è sufficiente il tepore al calare del sole. L'importante è conoscere i modi giusti per avere una casa efficiente. 

Per conoscere tanti altri consigli e buone abitudini da tenere anche per evitare di sprecare soldi ed energia, scarica gratuitamente la nostra Guida al risparmio energetico. 

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