Quali sono le posizioni di Trump e Biden sul cambiamento climatico?
Trump e Biden sono i candidati 2020 per le elezioni americane.
Uno dei due sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, o presidente rieletto, ma quali sono le loro posizioni in merito all’ambiente e al cambiamento climatico?
La persona che vincerà le elezioni avrà una grandissima responsabilità sulle spalle: traghettare gli USA e l’intero mondo occidentale verso una nuova era ecologica, oppure proseguire sulla rotta già tracciata, di cui ci sono tristemente note le conseguenze.
Greenpeace: Trump bocciato su tutta la linea
Greenpeace ha dedicato un’intera area del proprio sito per capire cosa ne pensano gli ambientalisti e in generale chi ha a cuore l’argomento, facendo scegliere così ai propri utenti chi è il candidato ideale in base alle loro affermazioni pubbliche.
Biden al momento sta stravincendo, cosa che non stupisce affatto, date le tante occasioni in cui Trump ha perfino negato il cambiamento climatico in atto, chiudendo gli occhi di fronte a tantissime evidenze scientifiche.
Sempre secondo Greenpeace, Trump nega la realtà della crisi climatica e promuove attivamente i combustibili fossili indebolendo le attuali leggi sul clima. Il suo gabinetto è pieno di ex lobbisti del carbone e del petrolio.
L’attuale presidente ha messo a rischio le comunità più vulnerabili e il nostro stesso futuro: il voto è sicuramente negativo – mai un presidente repubblicano ha ignorato e negato in maniera così pervasiva il problema ambientale.
Certo, neanche Biden è perfetto, e tanti ambientalisti anzi ritengono che sia fin troppo morbido su alcuni argomenti. Però ha dalla sua l’essersi impegnato per l’obiettivo zero emissioni nette di gas serra entro il 2050 ed energia elettrica priva di inquinamento da carbonio entro il 2035.
Si è impegnato ad eliminare i sussidi a carbone, gas e petrolio, ma non ha promesso di rifiutare i permessi per nuove infrastrutture per i combustibili fossili. Biden vuole ristabilire la leadership globale degli Stati Uniti per affrontare la crisi climatica, ma tanti ancora sarebbero i passi in più da fare nell’ottica di un futuro più sostenibile.
Coronavirus e ambiente
Secondo il Los Angeles Times, questa sarebbe dovuta essere un’elezione incentrata proprio sul cambiamento climatico, e sulla gestione dei combustibili fossili.
Ma poi è accaduto quello che difficilmente si poteva prevedere: la pandemia da Covid-19. E adesso tutto il dibattito si è spostato su altre tematiche, come la gestione dell’emergenza e il sistema sanitario americano, che impallidisce a confronto di quelli europei (perlomeno dal punto di vista dell’equità sociale e della salute come diritto garantito a tutti).
Ma il tema del cambiamento climatico resta per molti versi fondamentale: secondo il Pew Research Center, due terzi degli americani pensano che il governo dovrebbe fare di più per l’ambiente.
Cosa pensa Trump del cambiamento climatico: una “truffa”
La posizione del presidente Trump non è sostanzialmente cambiata dal 2016 a oggi: continua a ritenere il cambiamento climatico “a hoax”, una truffa, un inganno.
Alterna affermazioni di questo tipo ad altre in cui riconosce che l’ambiente è un tema che gli sta molto a cuore, eppure di recente ha anche dichiarato – non supportato da nessuno studio scientifico – che i mulini a vento causano il cancro. Un atteggiamento un po’ schizofrenico, a cui ci siamo ormai abituati, soprattutto durante l’emergenza da Coronavirus.
Durante il suo primo mandato, Trump ha sostanzialmente smantellato l’impianto di leggi del governo Obama che era teso a diminuire l’impatto ambientale (un po’ come è stato fatto anche nel sistema sanitario).
Per esempio, ha limitato la protezione della fauna selvatica, ha indebolito le leggi sulle emissioni di gas di camion e automobili, e ha allentato le normative sull’inquinamento delle centrali elettriche a carbone nel tentativo di rilanciare un’industria ormai in declino.
Trump ha inoltre dichiarato di voler fare uscire gli USA dall’accordo di Parigi sul clima, uscita che diventerà effettiva il 4 novembre 2020.
Quali sono le promesse di Biden per il clima
I piani di Biden per affrontare il cambiamento climatico si sono fatti invece sempre più ambiziosi nel corso della campagna elettorale, per poter ottenere il supporto degli attivisti per il clima che sostenevano il suo ex rivale, Bernie Sanders.
Biden insomma sta facendo della lotta al cambiamento climatico un fulcro della sua campagna, proponendo di investire 2 trilioni di dollari in un imponente programma per costruire infrastrutture di energia rinnovabile.
Si prevede che il denaro, che va speso entro i 4 anni del mandato, andrebbe a migliorare l’efficienza energetica, la costruzione di 500.000 stazioni di ricarica per veicoli elettrici e ad aumentare notevolmente la quota di energia rinnovabile da eolica, solare e altre tecnologie nel settore energetico.
Entro il 2050, Biden vorrebbe portare il paese a zero emissioni nette di gas serra. Un obiettivo sicuramente ambizioso e molto più aggressivo rispetto a quanto promesso durante la campagna per le primarie, ma il senso di tutto ciò è chiaro: Biden vuole catturare l’attenzione anche degli ambientalisti più a sinistra, che avrebbero votato per Sanders.
Biden ha anche promesso di ripristinare le protezioni ambientali annullate dall’amministrazione Trump e di rientrare nell’accordo sul clima di Parigi, impegnandosi nell’obiettivo del patto di impedire che le temperature medie globali aumentino di oltre 2 gradi Celsius.
“Il cambiamento climatico è una sfida che definirà il nostro futuro”, ha detto Biden in un discorso annunciando il suo piano. “Sarà un’opportunità irripetibile per dare nuova vita alla nostra economia, rafforzare la nostra leadership globale, proteggere il nostro pianeta.”
Tantissimi attivisti per il clima stanno raccogliendo denaro per cercare di contrastare la politica scellerata di Trump, e per finanziare la campagna di Biden.
Queste persone si sono autoidentificate come “climate donors“, un nuovo fenomeno in queste elezioni così tormentate.
Durante la campagna di rielezione di Obama del 2012, l’argomento clima fu a malapena sfiorato.
Oggi, invece, i donatori per il clima stanno mandando un nuovo messaggio ai rappresentanti politici: “Vogliamo che sia più facile fare la scelta giusta. Dobbiamo premiare i candidati che sostengono le politiche più giuste”, ha dichiarato Matt Rogers, co-founder della compagnia di termostati digitali Nest. Rogers e sua moglie, Swati Mylavarapu, hanno contribuito a creare la prima grande raccolta fondi sul cambiamento climatico.
Il gruppo, che si autodefinisce Climate Leaders for Biden, ha raccolto 4 milioni di dollari durante una videochiamata Zoom di 20 minuti con il signor Biden.
In definitiva, Trump e Biden si pongono su posizioni diametralmente opposte rispetto al problema del cambiamento climatico, quindi non dovrebbe essere un problema per i cittadini americani fare una scelta.
E’ comunque significativo che venga portato all’attenzione del mondo finalmente anche il problema ambientale, durante una campagna di importanza cruciale per i nostri destini come quella americana.