Lo sapevi che anche gli abiti hanno un impatto ambientale non indifferente?
Di recente Eileen Fisher, una designer americana che ha fondato un brand di moda ecosostenibile, ha scioccato tutti con la sua dichiarazione che ha fatto il giro del mondo: «L’abbigliamento è una delle fonti principali di inquinamento atmosferico, dopo l’industria petrolifera». Per questo motivo molte case di moda stanno promuovendo linee di produzione di abiti ecosostenibili. Vediamo meglio questa novità: la moda ecosostenibile.
Perché la moda inquina?
Pensa che per realizzare una maglietta in cotone sono necessari 2.500 litri di acqua (fonte Green.it). Per non parlare poi delle tinture.Pensa ai capi di moda a basto costo presenti sul mercato: sono prodotti di solito nei Paesi in via di sviluppo dove le linee produttive non sempre seguono gli standard europei.
Ecco che molti brand hanno individuato nella moda ecosostenibile una soluzione a tutto questo.
Che cos’è la moda ecosostenibile?
La moda sostenibile è quella che ha cura di questi tre aspetti principali:
- Tutela ambientale
Parliamo quindi di una moda attenta al riciclo, al baratto, ai tessuti bio, ai processi produttivi poco inquinanti, a un minor utilizzo di acqua. La produzione deve essere quindi improntata al risparmio energetico e alla tutela delle risorse naturali.
2. Tutela sociale
Questo aspetto comprende tutto quello che riguarda l’etica aziendale e il modo di trattare i propri dipendenti: compensi equi, sicurezza sul lavoro, turni di lavoro sostenibili.
3. Aspetto estetico
Naturalmente il capo, oltre che eticamente apprezzabile ed ecosostenibile, deve essere… bello!
Numerose marche di abbigliamento famose stanno adoperandosi in questo. Di recente queste marche hanno pubblicizzato le nuove linee sostenibili: Benetton, Zara, H&M, Nike, Mango, Levi’s, Adidas, Valentino, Timberland.
Questo fenomeno sta prendendo così piede che lo scorso anno è stato lanciato il Green Carpet Fashion Award, il premio che ha celebrato la moda sostenibile, e di cui quest’anno, a settembre, si terrà la seconda edizione a Milano.
Un premio che dimostra che etica e moda possono essere amiche, senza sacrificare l’estetica.
Vediamo in concreto alcuni esempi di moda sostenibile.
- United Colors of Benetton
Ha ideato le t-shirt Mineral Dye, prodotte nel rispetto dell’ambiente, con l’obiettivo di azzerare l’apporto chimico nei processi di lavorazione. In che modo? Attraverso un sistema nuovo di tingere le fibre, recuperato dall’antica Grecia! Praticamente, la tintura avviene attraverso l’estrazione di minerali, pietre, agglomerati naturali che vengono trasformati in pigmenti, i quali danno vita a colorazioni originali. - Laura Strambi
Questa stilista milanese utilizza tessuti naturali, come ad esempio il cotone organico. Le sue stampe sono realizzate con pigmenti naturali provenienti anche dalla frutta, e la produzione avviene a km 0. - Tiziano Guardini
Uno stilista romano che crea i suoi abiti intrecciando a mano materiali come foglie, cortecce e aghi di pino. Scopo del suo progetto è di azzerare le emissioni di CO2 nella produzione. - Alessandra Micolucci
Da Venezia, questa giovane stilista crea i suoi abiti con fibre di frutta! Alessandra infatti ha ripreso l’impiego delle banane ad uso tessile dall’Oriente e le ha utilizzate per creare tessuti di alta qualità. - Alexandra Guerrero
Questa designer cilena, ha trovato un modo unico per combattere il problema dei mozziconi di sigaretta a terra: trasformarli in una collezione di moda originale e dal gusto vintage. Le cicche, infatti, una volta sterilizzate e sanificate, vengono trasformate in fibre, tinte e filate con lana di pecora. - DueDiLatte
Questa azienda ha individuato nella fibra di latte proprietà che contribuiscono alla creazione di abiti ecofriendly. Attraverso un processo di riciclo, la fibra viene estratta a partire dalle eccedenze industriali dei settori alimentare e cosmetico. La produzione prevede un notevole risparmio di acqua: l'azienda dice che per realizzare un chilo di fibra di latte occorrono meno di due litri di acqua, contro i 10mila che servono per ottenere un chilo di fibra di cotone!
E tu cosa puoi fare per aiutare la natura e l’ambiente?
Ecco 8 consigli da seguire per un abbigliamento green a ridotto consumo di energia.
- Scegli sempre capi di qualità, così che possano durare nel tempo.
- Cerca di allungare la vita dei tuoi capi, imparando a ripararli quando possibili, così da non gettarli via al primo cedimento di una cucitura.
- Presta attenzione a ciò che acquisti: spesso dietro a un prezzo basso c’è una realtà di lavoro nero, di sfruttamento di minori, pensaci.
- Cerca brand sostenibili: come dicevamo prima, oggi molte catene stanno promuovendo collezioni sostenibili.
- Quando un abito non lo usi più, non buttarlo nella spazzatura: cerca punti di raccolta di indumenti usati e portalo lì. Magari a qualcun altro sarà utile.
- Lavaggi frequenti e non necessari sono deleteri per gli abiti: indeboliscono e scoloriscono le fibre.
- Usa la lavatrice in modo sostenibile: aumenta i lavaggi a freddo, usa detersivi a basso impatto sull'ambiente. Oggi i detergenti sono venduti anche sfusi, per ridurre il consumo di plastica.
- Leggi anche questo articolo sull'uso degli elettrodomestici.
Si può vivere green, con un occhio all’estetica, senza perdere il valore dell’etica. Per sapere quanto tu sia green, nella vita di tutti i giorni oltre che nei capi indossati, divertiti a fare questo test.
Oltre ad essere attento a cosa indossi, a te stesso e alla natura, diventa un esperto anche nel campo del risparmio energetico: piccoli accorgimenti quotidiani portano a fine mese un notevole risparmio in bolletta.
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